Rovina, affondo nel letto,
una fetta putrida alla volta.
Vengo via come pietruzze
da un deserto senza sguardo.
La bocca del cancello
mi divora: il pavimento da scacchi
diventa una coltre di soldati affastellati
dopo la prima carica,
sordi dallo sbatacchiare di fili d'erba
come chiavi.
La rovina è un abisso corretto,
non pensavo fosse così lucido,
proprio come mangiarci dentro.
Assicella nel fango.
Nel sacco non c'è bruciore di stella
che induca a rivedere il cielo,
gli offrivo il tallone verde di spiriti.
E' stagione di nere clementine nella foto.
Il ponte si ricompone in ombra.
Scendo. Perché vuoi stare con me?
Giudice-centipede, sono minuzia,
un chicco di tormento
tra le tue zampette a forcina.
Ti tento come le briciole per le formiche
o il cranio distrutto di un cadavere
per una pantegana di fogna.
Il tempo riposa assoluto
e spegne qualsiasi strada nell'abito della notte;
vado giù come pietra nello Stige,
il fiume dell'odio.
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Partenone
Poetry« Il tramonto non ha la forma di una fascia / ma di rovi rossi e guizzanti come fuoco », le lacrime sono figlie di un pianto così forte da arrossare gli occhi, rimane una valle asciutta e arsa dai colori caldi e soffocanti. "Partenone" è chiarament...