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Riesco ad aprire gli occhi. Mi guardo intorno e vedo che sono sul letto di casa.
Sento il mio occhio gonfissimo al tatto,e poi mi ricordo di tutto quello che è successo la sera prima.
«Samira» vedo arrivare Ev,Jas e Giuseppe in fila indiana nella stanza.
«Come ti senti ?» dice la bionda.
«Io..cos'è successo?»
«Hai un occhio nero e le braccia deboli ,tanti i pugni che hai avuto »
Cerco di alzarmi dal letto,ma sono decisamente TROPPO debole. Giuseppe si avvicina e mi aiuta a mettermi impiedi .
«ma io non ricordo cioè come mi avete fatto a portare a casa ?»
«Sami eri svenuta e poi ti ha preso sull-» Evandro la interrompe «Le dico tutto io»
«Ok capo»

Ci sediamo sul divanetto mentre i due sono a rifare il letto.
«Voglio sapere tutto, non dovevi fare a botte con quello Evandro cosa ti viene in mente ?!»
«Quello,non è la prima volta tranquilla»
«Ma tranquilla un niente ,Ev non devi reagire cosí quando ti fanno incazzare,ma perchè poi non ha fatto nulla potevo benissimo scappare »
«Nulla sarebbe toccarti in mezzo alla strada in piena notte?»
Silenzio.  In effetti ha ragione proprio nulla non è.Ma l ha fatto per me?
«Si..però promettimi di non fare più rissa con quelli»
«Si»
Lo vedo un pò ...deluso dalle mie parole.Ma perche?
Noto i vari tagli che ha sul viso.
Con i polpastrelli li percorro tutti,prima sul sopracciglio,poi sulla tempia,ed uno sulle labbra . Lo guardo negli occhi e poi sussurro «Ti fa tanto male? Sembrano profondi »
«Un pò »
Mi avvicino ,e affondo nelle sue braccia. Ricambia l'abbraccio e stiamo cosí per un pò.
«Bubi»
«Dimmi bubina»
«Grazie per aver preso le mie difese...»
Comicia a grattarsi dietro la nuca e poi dice «Lo rifarei se fosse necessario»
Credo di essere tutta rossa.
«B-beh io vado in bagno a lavarmi..»
«Ah si si vai»

Entro in bagno, e la prima cosa che vedo, è il mio riflesso nello specchio.
Sono terribile. Sono bruttissima, ho un occhio totalmente nero e un po' arrossato all interno e alcuni graffi sulle guance. Non mi riesco a vedere, come farò ad uscire questi giorni?  La gente mi guarderà malissimo e dovrò mettermi un quintale di fondotinta. Scoppio in lacrime e i miei singhiozzi sono così forti che sento bussare alla porta.
«Amò apri che è successo???» dice un pò proccupata
«Entra»
La porta si apre e vengo circondata dalle sue braccia.Quelle che mi hanno accompagnato per gran parte della mia infanzia.
«Non piangere»
«Come faccio Jas guarda come sono ridotta!»
«Sami sparisce tutto ,dobbiamo andare in farmacia,poi il livido non è  neanche cosí gigante ,tra una settimana non c'è più»
«Va bene...»
«Io adesso esco ,tu vestiti»
Esce dal bagno ,e nel frattempo mi vesto indossando un pantaloncino di jeans e una t-shirt oversize . Non ci sono più segni di lacrime sul mio viso e decido di uscire.

Esco dal bagno e vedo i tre seduti sulle sedie .
«Jas ti devo parlare»
«Mi proccupi »
«No ,è che dobbiamo ritornare a Campobasso.Abbiamo finito  tutti i vestiti e poi non possiamo stare qui per tutta la vita avevamo detto due giorni »
«Già in effetti»
«Voi non ve ne andate da qui» dice Giuseppe che ci ha sentite parlare
«Ma non vogliamo disturbare!» dice Jas
«Ma lo volete capire o no che non disturbate?!» aggiunge Evandro.«Al massimo ritornate lí prendete tutto cio che vi serve e ritornate qui,se volete»
«Va bene,grazie»dico.

Mi sento molto meno debole, forse starà sperendo tutto.

Mi dirigo in camera e mi siedo sulla scrivania.Apro il libro di italiano. Lo odio,veramente non ci capisco nulla,preferisco mille volte la matematica.
Appena inizio a fare il primo esercizio,vedo Evandro entrare ,chiudendo la porta.Si stende sul letto con un quaderno e una matita.
«Fai italiano?»
«Si, tu? Cos'è quel quadernino?»
«No,scrivo cose»
Cerco dinuovo la concentrazione per fare questo maledetto esercizio ma mi sento osservata .Giro la testa per guardare il moro  ma sta scrivendo. Dopo un pò mi rigiro,nulla. Forse sto impazzendo . Mi rigiro un'altra volta, ed Ev decide di fare lo stesso.
«Cosa ti prende?»
«A-ah i-io no,nulla»
Si alza e viene da me dicendo «Hai bisogno di aiuto?»
Si inarca sulla mia testa appoggiando le mani sulla scrivania .È molto piu alto di me ,e la sua maglia mi cade sulla testa.
Legge l'esercizio e poi dice «Dai questo lo so fare,fammi sedere che ti spiego»
«Io vado a premdere un'altra sedia?»
«No non c'è n'è bisogno.»
Mi fa segno di sedermi sulla sua gamba.Il solo pensiero mi fa venire i brividi.
Mi siedo e lui mi tira più a sè.La mia schiena è poggiata sul suo torace,ed ha un braccio avvolto a me.Con la matita mi spiega l'esercizio ,ma è inutlie,per quanto mi sforzi non riesco a sentirlo.
«S-scusa puoi un attimo ripetere?»
«Bubi che hai se ti dà fastidio vai a prendere un altra sedia o sto impiedi io tranquilla»
«Nono assolutamente ,mi ero distratta»

Facciamo l'esercizio insieme ,per lui è stato facilissimo,per me il contrario.
«Ev grazie mille veramente»
«Di niente bù» dice prendendo una ciocca dei miei capelli .
Mi giro per guardarlo ,gli occhi fissano le sue dita giocherellare con i miei ricci , il suo braccio ancora avvolto sui miei fianchi . Mi scappa un sorriso ingenuo,e lui lo nota.Ricambia il mio gesto ,poi,avvolge tutte e due le braccia intorno ai miei fianchi e piegando la testa nell'incavo del mio collo inizia a farmi il solletico. Non ho mai retto al solletico sulla pancia ,infatti inizio a ridere come una dannata. In più cerca di dire qualcosa ,che con tutto il mio ridere è incomprensibile,e il muovere delle sue labbra mi solletica il collo.
Cerco di calmarmi,e per farlo smettere mi giro,mi risiedo sulla sua gamba e lo abbraccio. Mette le mani dietro la mia schiena e mi accarezza.Il suo calore mi calma.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 02, 2022 ⏰

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sguardo sfumato  || evandro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora