School.

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Rose di addormentò e sognò quegli occhi di colore marrone scuro: come dimenticarli?
Si risvegliò dai suoi sogni, dei quali non si ricordava mai niente, dallo squillo della sveglia: doveva andare a scuola.
Aveva l'ansia. E se l'avesse ti lasciata in disparte perché brutta? E se nessuno avesse avuto il coraggio di conoscerla per quella che è e si fosse fermato ai pregiudizi?
Indossò la divisa della scuola: una gonna a vita alta, una camicetta bianca ed un cardigan blu sopra. Andò in bagno: si pettinò i capelli, lasciandoli ricadere sciolti sulle sue spalle. Si mise il mascara, prese la cartella e si avviò verso la nuova scuola.
Durante il tragitto ascoltò la sua canzone preferita:"Demons" degli Imagine Dragons.
Era appena finita che si concentrò su un prato di margherite. Era il suo fiore preferito. Semplice, ma meraviglioso. Ne raccolse una e la mise nel suo diario, poi riprese la sua strada.
Arrivò davanti ad un edificio grande ed imponente, nero e grigio scuro, con le sbarre alle finestre: una prigione. Ed invece no era la sua nuova scuola.
Con un nodo in gola si fece coraggio ed entrò nel palazzo. I corridoi erano pieni di ragazzi e ragazze e lei si stava perdendo. Anzi, no, si era letteralmente persa. Voleva chiedere indicazione a qualcuno, ma non ne aveva coraggio.
Ad un certo punto sentì una voce femminile alle sue spalle:" Ti sei persa?"
"Ehm.. Si" rispose con un timido sorriso. La ragazza ricambiò con un sorriso dolce e solare ed aggiunse:" Sei nuova? Anch'io lo sono. Mi hanno assegnata alla 2b, a te?"
"Anche a me."
"Fantastico! Siamo in classe insieme!
Piacere Brooke"
"Rose"
E si incamminarono insieme verso l'aula. E Rose era felice. Forse aveva trovato un'amica. Si sedettero accanto e cominciarono a conoscersi, non accorgendosi dei ragazzi che entravano in classe. Ad un certo punto però tutto diventò silenzioso ed un gruppo di ragazzine che avevano spettegolato fino a pochi secondi fa, emisero dei stridolini quando videro entrare un ragazzo, lo stesso che un giorno prima la guardava e le aveva dato il benvenuto:Philip.
Si sentì morire quando quegli occhi si riposarono su di lei. Avanzò verso di lei e si mise a sedere nel banco accanto al suo.
Non le rivolse la parola, nè un sorriso, un cenno. Niente. Era come se non l'avesse mai vista e non fosse niente, nessuno. Solo una delle tante ragazze. E questo era peggio di una pugnalata al cuore.
*parla l'autrice*
Dopo tanto tempo sono tornata, spero che la mia storia vi piaccia. Se avete consigli da darmi, sarò ben felice di ascoltarli. Lasciate un commento o un voto per sapere se vi piace, grazie❤️

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