1. Do

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"Do, come... DOmani sarà un nuovo inizio"
🏍️🫀🐎

Ho sempre sognato di volare, ma quando da bambina capii che non potevo alzarmi da terra e sfiorare il cielo come un falco, un gufo o un piccolo passerotto ne rimasi distrutta. Il problema? La mia testardaggine. Da quell'esatto pomeriggio di pioggia mi ripromisi che un giorno sarei riuscita a volare... e forse ci stavo riuscendo proprio adesso.

«OH MIO DIO!...Prima o poi mi farai morire di crepacuore». Eccola lì, la donna con la pazienza più grande al mondo.

«Cosa credevi di fare? La prossima volta farai una capriola con quell'oggetto della morte?»

«Rilassati nonna, era solo un saltino». Il viso serio, ma allo stesso tempo sorpreso e preoccupato, dal quale le fuoriescono gli occhi dalle orbite,sembra più spiazzato del solito.

«Rilassati?!Saltino?!»

«Si, non è successo nulla, sono ancora intera e quella che chiami"Oggetto della morte", per quanto non mi dispiaccia questo nomignolo per il mio amore, è una semplicissima moto».

«Piccola ragazzina testarda quando mi avrai uccisa vedremo se vivrai serena avendomi sulla coscienza» risponde in un sussurro quasi impercettibile al mio udito dato il casco che blocca ancora di più il suono.

La guardo dall'alto verso il basso e mi perdo ad osservare quel volto che ora, rigato dalle rughe, non incute più timore rispetto a quando io ero solo una bambina e lei era parecchio più giovane.

«Allora? Cosa aspetti?»

«Che ti venga l'infarto che tanto mi hai promesso nonnina». I pezzi di ghiaccio che ha come occhi, se possibile, si aprono ancora di più rivolgendomi un'occhiata che mi fa preoccupare.

«Lo sai che stavo solo scherzando vero?»

«Prima o poi ti uccido...E scendi subito da quella maledetta moto!» dice per poi girare su se stessa dandomi le spalle e iniziando a camminare verso la parte opposta alla mia facendo muovere la lunga treccia di capelli grigi su tutta la schiena.

«Non ero io quella che ti avrebbe uccisa?!» Urlo appena per farmi sentire data la distanza.

Lei si irrigidisce e con uno sbuffo sonoro accompagnato da un urletto acuto aumenta il passo per allontanarsi da me.

In realtà non so chi sia la vera ragazzina tra noi due in questi affronti frequenti...e quando dico frequenti non intendo quella frequenza di una volta al mese o alla settimana, ma per mia e sua grande sfortuna la media giornaliera stimata per ora è quella delle quattro volte al giorno...per ora, come ho detto.

Si può sempre migliorare e aumentare questo numero.

Un rumore brusco interrompe i miei pensieri e attira la mia attenzione. Mi giro di scatto. Un'altra persona sta cercando di fare un salto parecchio grande posizionato alla fine della pista che io, naturalmente, faccio con grande maestria e sono abbastanza sicura anzi, del tutto che nessuno di questo piccolo paese sia riuscito mai a farlo.

Ammiro ciò che succede con un'aria di superiorità, ma per mio grande stupore quella moto interamente nera, mai vista da queste parti, salta con una sicurezza sorprendente e atterra con la medesima semplicità.

Chiunque sia la persona che guida quella meraviglia sembra accorgersi dei miei occhi puntatigli addosso e mi maledico mentalmente per la mia curiosità quando accelera di colpo e me lo ritrovo affianco con una frenata che fa alzare la terra ai nostri piedi, o forse meglio dire alle nostre ruote.

Si toglie il casco rigorosamente nero in un gesto fluido e veloce facendo scivolare sul suo viso delle ciocche di capelli castani tinti con un rosso acceso solo sulle punte.

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