Flying Notes

2. Re

"Re, come... CuoRE di ghiaccio"
🧿🫀🐈‍⬛

Volo, volo, volo, volo e... e... e precipito.

Il canto del gallo mi sveglia dai miei sogni e mi alzo svogliatamente. Infilo le ciabatte poste ai piedi del letto e mi dirigo come uno zombie in bagno.

Appena osservo il mio volto ancora assonnato nel piccolo specchio appeso al muro mi tiro due leggere sberle sulle guance per poi avvicinarmi ancora di più.

Sono una di quelle persone che si specchia a lungo, ma non per ammirare la propria bellezza e neanche per cercare con ossessione i difetti della pelle. Mi guardo e basta.

A dire il vero guardo quei due grandi pezzi di ghiaccio incastonati nelle iridi, come se io possa capire di più cosa mi balena in testa e come il mio sguardo reagisca.

Ma niente.

Solamente ghiaccio freddo e espressione altrettanto fredda e irremovibile. Molte volte mi è stato detto che i miei occhi non riescano a esprimere niente e forse me ne ero convinta.

Blue senza anima... Blue dal cuore di ghiaccio... Blue che non piange mai...Blue che non vive mai.

Allontano il mio viso bruscamente come se mi fossi scottata e cerco di liberarmi la mente bagnandomi il viso.

«Fanculo!»dico in un sussurro che rimbomba in tutta la stanza.

«Mi sono ripromessa che questo anno di scuola sarà diverso e lo sarà. vero Sky?»

Il gatto grigio che ha assistito al mio monologo inquietante mi risponde con un flebile 'miao' e inizia a strusciarsi tra le mie caviglie leggermente dischiuse.

«Forse dovrei smetterla di parlare con voi animali per iniziare».

Sky mi fissa con i suoi occhi verdi come se l'avessi ferito. Okay, sto impazzendo. Sto addirittura prendendo in considerazione di farmi qualche amico come mi suggerisce da una vita mia nonna.

«Blue muoviti o non arriverai in tempo!» Eccola lì, come si suol dire parli del diavolo e spuntano le corna, anche se paragonare al diavolo una bigotta come lei ad alta voce mi farebbe direttamente arrivare all'inferno dopo un cucchiaio volante di legno sui denti lanciatomi con estrema maestria.

Anni e anni di pratica... che donna fantastica.

Mi preparo in fretta lavandomi e infilando i primi vestiti che le mie mani toccano alla cieca all'interno dell'armadio.

Non sono mai stata una di quelle ragazze che crede più di ogni altra cosa che l'outfit del primo giorno di scuola sia la cosa più importante dell'anno.

Mi infilo i jeans neri aderenti e la maglia rossa leggermente scollata scelti dalle mie dita e mi infilo delle Vans rosse.

Mi do un'occhiata allo specchio e divido dai lunghi capelli color carbone l'unica ciocca rossa a destra.

«Perfetto... vero Sky?»

La palla di pelo grigia accoccolata sul mio letto risponde con un miagolio e si gira dalla parte opposta.

«Dormiglione di un gatto!»

Soffoco una risata, prendo lo zaino bianco che stona con tutto il resto e mi fiondo sulla porta e poi sulle scale.

«Buongiorno nonnina... buongiorno Marcus Geor-».

«Oh mio dio, mi sono pentita di averle detto tutti i tuoi nomi per farti un dispetto» mi blocca mia nonna.
«Non immaginavo mica che si sarebbe rivoltata anche su di me questa rottura».