Dangerous actraction

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Non sei una persona facile con cui stare e forse è proprio questo il bello.

Non immaginavo che potesse essere più semplice svignarsela da casa piuttosto che rientrarvi.
Scavalcare il muro di cinta dall'interno del giardino non mi aveva causato particolari problemi, ma arrampicarmici dalla strada non è stato affatto semplice e nonostante tutto, non è stata nemmeno la parte più difficile del rincasare.

Vedere alcuni led luccicare accanto agli infissi e lungo il perimetro di gran parte della casa, mi ha ricordato che recentemente mio padre ha fatto installare un nuovo sistema di allarme, molto più all'avanguardia rispetto al precedente.

Ovviamente per poter entrare in casa bastava digitare un codice sulla tastiera della centralina principale oppure usare un telecomando ad infrarossi che era compreso nel kit di sicurezza.
Purtroppo però,come si ci può aspettare da me, non ricordavo la combinazione numerica e supponevo che dire《apriti sesamo》servisse a ben poco.
Per la fretta di aggirare ancora una volta le regole ed uscire segretamente il prima possibile, avevo dimenticato il telecomando e per questo potevo considerarmi ufficialmente chiusa fuori di casa.

Nell'attesa di un lampo di genio, mi stendo sulla sdraio più remota del giardino, stringendo le gambe al petto per ripararmi dal fresco notturno.
L'estate era alle porte e nonostante le giornate fossero già abbastanza afose, durante la notte le temperature calavano di qualche grado.

L'idea migliore che potesse venirmi consisteva nel far credere ai miei genitori che per spirito di contraddizione avevo passato la notte in giardino, sperando di riuscire a sopportare il freddo.
Più che altro non avevo scelta.

Fortunatamente però,poco prima che l'alba sorgesse, le domestiche iniziarono a svolgere i loro compiti con la massima discrezione ed io approfittai del loro via vai per intrufolarmi in casa senza dare nell'occhio.

Esalai un enorme sospiro di sollievo nel mettere piede in camera mia, iniziavo a temere per il peggio e non potevo proprio permettermelo.

Come il sergente Thompson aveva promesso, appena il sole era sorto nel cielo, una domestica venne a dirmi di prepararmi nel minor tempo possibile.
Per fortuna avevo dormito per tutto il pomeriggio antecedente a questa giornata, altrimenti a quest'ora mi ritroverei ad essere uno zombie.

Con la sensazione di avere un cappio al collo, mi addentro nella cabina armadio per scegliere cosa indossare.
Non mi vestirò da suora, ma nemmeno da prostituta, avevo di certo imparato la lezione e non avrei commesso lo stesso errore per la seconda volta.
Questa mattina avrei indossato della biancheria intima, non avrei lasciato le mie grazie al vento.
Opto per un semplice coordinato bianco, lasciando tanga e slip striminziti e succinti per un'altra occasione.

Fascio il mio fondoschiena in degli short neri e infilo dalla testa una camicia di lino giallo senape, completando il mio stile casual con delle converse scure.

Scendo verso la cucina subito dopo aver spazzolato i capelli e prima che
mio padre potesse protestare ed impedirmi anche di fare colazione. Avevo tutta l'intenzione di affrontare quella punizione a testa alta, dimostrandogli che quella presa di posizione non gli avrebbe permesso di plasmarmi a suo piacimento.
Rachel aveva ragione, dovevo mettercela tutta ed essere forte e coraggiosa, era giunto il momento di crescere e forse dovevo iniziare ad assumermi le mie responsabilità.

Incrocio lo sguardo del mio vecchio prima di scendere l'ultimo gradino.
Mi osserva senza dire nulla, ma notando il mio vestiario decisamente più sobrio del dovuto, sorride soddisfatto, indispettendo la sottoscritta.

Lo sfido ancora una volta sbottonando le estremità della camicia per accennare una profonda scollatura e lego i lembi inferiori per scoprire il mio ventre piatto.
Più tardi avrei sistemato di nuovo il tutto, ma in quell'istante mio padre doveva credere il contrario e vedergli corrugare la fronte mi bastò per sentirmi soddisfatta.