34. Promesse [T]

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Cazzo

La chimera si girò di scatto sentendo il suo nome, e si trovo davanti Liam. Non l'aveva sentito arrivare tanto era assorto nei suoi pensieri e ora non poteva più andarsene in nessun modo, non poteva più scappare in nessun modo.

Non sapeva bene perché non se ne fosse semplicemente andato dopo essere uscito da quella dannata porta, il suo piano in realtà era di andare dritto a casa ma aveva fatto circa 4 metri quando qualcosa l'aveva spinto a tornare indietro, l'aveva costretto a tornare indietro.

Era salito miliardi di volte su quel tetto, appena fuori dalla stanza di Liam, a volte per fargli i dispetti, per tormentarlo, a volte solo per... per badare a lui, per assicurarsi che stesse bene, per proteggerlo dagli incubi. Era salito miliardi di volte su quel tetto... eppure ora si sentiva quasi un estraneo.

Liam intanto continuava a guardarlo, forse sentendo il suo disagio, e Theo realizzò quanto gli fosse mancato, Liam gli era mancato come l'aria, come se quei dannati occhi blu fossero
l'unico ossigeno di cui aveva bisogno. Mentre lui era lì in piedi, fuori dalla finestra, illuminato solo dalla luce pallida della luna, realizzò quanto avesse davvero bisogno di quel ragazzino «posso...» provò intanto a chiedergli incerto il beta, accennando al posto accanto a lui.

Non voleva che si avvicinasse troppo, ma allo stesso tempo voleva eliminare ogni millimetro che li divideva, stava impazzendo, non sapeva più cosa fare, non sapeva nemmeno cosa voleva. Ogni volta che lo guardava, per mezzo secondo, vedeva solo il suo viso ricoperto di sangue e il suo sguardo terrorizzato mentre lui sentiva solo l'implacabile bisogno di ucciderlo. Avrebbe potuto ucciderlo.

«Theo?» lo richiamó intanto Liam, vedendo probabilmente il suo sguardo perso «Io...» provò a dire, non sapeva cosa fare, non sapeva cosa dire. Aveva solo paura, una paura folle, non sapeva nemmeno di cosa ma in qualche modo Liam lo spaventava... anzi non era Liam a spaventarlo, erano i sentimenti per lui a farlo.

Liam gli era arrivato fin sotto la pelle, si era intrufolato nella sua mente e ancora di più nel suo cuore, senza bussare, senza chiedere il permesso, e si era preso ogni sbaglio, ogni errore, ogni paura senza che lui nemmeno glielo chiedesse. E adesso non riusciva ad allontanarlo e allo stesso tempo non riusciva ad averlo vicino senza la costante paura di fargli del male, o peggio di avvelenarlo, di distruggere tutto ciò che di bello c'era in lui. Era su un filo sottilissimo, il baratro sotto di lui troppo profondo per cadere senza farsi molto male, eppure stava seriamente valutando di lasciarsi andare e basta se la caduta prima dello schianto poteva essere tanto dolce da profumare di vaniglia.

«Okay non importa» gli disse intanto il beta, abbassando gli occhi, incurvando le spalle mentre si apprestava a rientrare dalla finestra, sconfitto «aspetta» lo fermó la chimera. Non stava nemmeno pensando a cosa stava dicendo ma l'idea di non averlo di nuovo vicino gli era semplicemente insopportabile. Stava solo cercando di seguire una delle mille emozioni che provava, cercando di sbrogliare il nodo che sentiva nel petto.

Liam si fermò e si giró, lo sguardo confuso, perso, gli occhi che contenevano una sola, unica e essenziale domanda a cui Theo non sapeva dare a una risposta «Theo cosa vuoi?» gli chiese infine, sembrava davvero stanco, esausto e quella non era una domanda... era una supplica.

«Liam io... io non lo so... io non...» per una volta era lui a non trovare le parole, era lui a balbettare senza sapere cosa dire, era lui a sentirsi impotente sotto quello sguardo che lo spogliava da ogni cosa, lasciandolo nudo nella sua incertezza. Paradossale quando la sua migliore qualità era proprio corazzarsi di arroganza e indifferenza.

Liam lo guardò di nuovo, e poi vide l'esatto istante in cui il suo sguardo cambiò radicalmente, l'esatto istante in cui aveva preso un decisione prima di dirigersi verso di lui con un passo fin troppo sicuro considerato che stava camminando su un tetto.

NIGHTMARES || THIAMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora