Prologo

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Le luci psichedeliche riflettevano, sul pavimento dell'immenso salone, ombre di corpi ammassati che si muovevano a tempo di musica riempiendo l'aria del puzzo di sudore ed erba. Tuttavia, nessuno sembrava curarsi delle condizioni nelle quali vertevano le stanze dell'intera casa della confraternita.

Gli studenti della St. Andrews, per quanto ricchi, avevano standard piuttosto bassi in fatto di pulizia quando si trattava di sballarsi.

Lo schema secondo il quale questo tipo di feste venivano strutturate era ormai noto: come un serial killer che agiva seguendo sempre lo stesso modus operandi, così Nick Grimshaw si atteneva al suo folle piano di azione.

All'interno del campus venivano appesi, senza un ordine apparente, volantini simili a quelli utilizzati nei vecchi film western per segnalare il volto del furfante ricercato. Il protagonista cambiava ogni settimana e insieme ad esso anche lo stile della locandina.

Il tema scelto per quella settimana era la musica disco anni '70/'80/'90.

"Perché scegliere?" aveva gridato Nick, sotto lo sguardo carico di ammirazione di un centinaio di persone fuori al cortile dell'ateneo di lettere (gli studenti più festaioli dell'intero distretto, aveva confidato un giorno il ragazzo ai suoi collaboratori).

Trevor, il capitano della squadra di nuoto, si era reso disponibile ad essere spogliato, imbavagliato e legato. I filtri rossi utilizzati per la ripresa rendevano l'idea che la foto fosse stata davvero scattata in piena notte nel bosco e non nel giardino sul retro della casa della confraternita. Anche gli occhi del ragazzo (drammaticamente sgranati) avevano il classico riflesso del flash all'interno delle pupille. 

Harry Styles scosse la testa, continuando ad osservare il "WANTED" riportato a caratteri cubitali al centro della pagina.

"La situazione sta davvero sfuggendo di mano."

Il tono di solito basso e roco questa volta si sforzava di sovrastare la musica che pompava dalle casse, la vena della gola gonfia dallo sforzo.

Nick ridacchiò, ingollando un sorso di birra dalla bottiglia ancora fredda che teneva tra le mani. La condensa sul vetro fece rabbrividire il ragazzo.

"Cosa vuoi che ti dica? Mi piace essere scenico."

Harry alzò gli occhi al cielo, accartocciando il volantino e facendo canestro nel cestino a qualche metro di distanza da loro.

"Come hai convinto Trevor a fare questa pagliacciata?" gli occhi attenti ad osservare il suo volto, le sopracciglia aggrottate come se si fosse posto quella domanda per la prima volta in quel momento. "Mi è sempre sembrato un tipo piuttosto timido."

Seppur genuinamente sorpreso, un sorriso sghembo riempì i lineamenti squadrati della sua mascella, addolcendone i tratti.

"Timido?" Ripeté Nick con tono piatto. "Trevor è la persona più festaiola che abbia mai conosciuto. Quanti corsi hai con lui, Harold?" lo incalzò ironicamente.

Le labbra di Harry si contrassero in una smorfia infastidita, ma prima che potesse intimare a Nick di smetterla di chiamarlo con il suo nome di battesimo, Zayn sbucò fuori dal nulla, la fronte sudata e il volto plastificato da un'espressione distrutta. Barcollò prima di raggiungere Harry, facendo scivolare il braccio attorno alle sue spalle per sorreggersi.

"Dio, finirò per lasciare le penne ad una di queste feste, Nick. Forse la prossima è quella giusta." Biascicò in una lingua incomprensibile, adattandosi meglio sulla spalla di Harry e lasciando penzolare la testa in avanti, evidentemente troppo stanco per assumere una postura dignitosa.

Harry ridacchiò, lasciandogli una pacca sulla schiena e guardandosi attorno con fare cospiratorio. "Non ti ricordavo così delicato. Forse è il caso che dalla prossima settimana tu vada a fare festa con il gruppo delle cheerleader."

Nick sbottò in una risata fragorosa, come se quella di Harry fosse stata la battuta più divertente di tutti i tempi. Zayn grugnì qualcosa che somigliava molto ad un "fottiti" prima di rigurgitare un conato di vomito. Nick ed Harry guardarono la scena con orrore, mentre Harry si scansava lateralmente per schivare gli schizzi.

"Che cazzo di schifo!" sbraitò Nick, mentre Harry continuava a sorreggerlo con preoccupazione.

"Andiamo bambinone, forse è il caso che tu vada a stenderti."

"Ma la festa è qui, Harry! Non fare il solito musone."

Nonostante sembrasse ad un passo dal collasso, Zayn piazzò il muso, contrariato all'idea che la serata per lui potesse concludersi in quel momento.

"Fai sparire questa specie di Hulk ubriaco dalla mia festa, prima che qualche ragazzina in crisi ormonale si metta a gridare che Zayn Malik ha tirato le cuoia. L'ultima cosa di cui ho bisogno è che gli sbirri mi rovinino il divertimento."

"Perché tocca sempre a me raccattare i pesi morti?" domandò indignato Harry. Nick alzò le sopracciglia con fare malizioso, prima di terminare la birra e abbandonare la bottiglia vuota sul ripiano della cucina.

"Hai mai sentito parlare di nepotismo, Haz?"

Il finto tono cordiale con il quale Nick pronunciò quella domanda retorica portò Harry ad alzare gli occhi al cielo. Senza aggiungere altro si avviò verso il piano superiore.

Un corridoio, un'imprecazione e dieci porte dopo, il ragazzo riuscì ad entrare nella camera che divideva con Zayn, abbandonando l'amico sul suo materasso prima di svenire sul tappeto soffice sotto ai suoi piedi.

Il petto si alzava ritmicamente sotto lo sforzo del suo respiro, ritrovandosi a fissare, attraverso il vetro dalla grande finestra, la luna piena che inondava luce argentata nella stanza buia, fitte ombre riprodotte sul soffitto.

Lasciando la stanchezza prendere il sopravvento sul suo corpo, riuscì a sentire la morbidezza del tappeto sotto di sé anche attraverso il tessuto spesso dei jeans. In quel momento, come a voler spezzare la magia del flusso dei suoi pensieri, nella tasca posteriore il suo cellulare vibrò.

Lesse il messaggio di Nick senza particolare entusiasmo.

"Amico, Grace è qui."

Il suo sguardo rimase fisso sulle lettere digitali per alcuni istanti, poi abbandonò il telefono sul letto a pochi centimetri da lui, arricciandosi in posizione fetale e lasciando che quella stessa morbidezza lo cullasse nel sonno.

But you're not satisfied at the rainbow's endDove le storie prendono vita. Scoprilo ora