Chapter three

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Trigger Warning: Internalized Homophobia / Homophobic Language / Implied/Referenced Homophobia. 

Stay safe xx.

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Il sole sorge all'orizzonte. Tutto è calmo e sereno a quell'ora del mattino, persino in un posto confusionario e affollato come Londra.

Ogni volta che le scarpe da ginnastica di Harry toccano l'asfalto, un leggero rumore si leva nell'aria rimarcando con un eco sordo il suo passaggio. Sterpaglia varia cresce ai lati della strada deserta, alcuni alberi più imponenti di altri, alcuni fiori già appassiti ed altri ancora nel pieno della loro bellezza.

Harry si sta mentalmente preparando a dire addio a quei colori che tanto ama, a quelle, seppur rare, luminose giornate londinesi che gli tengono compagnia, quando il verde dell'estate inizia a tinteggiarsi dei toni dell'autunno. Quando l'odore del sole sulla pelle lascia il posto al profumo dell'erba bagnata dalla rugiada, e il tepore si trasforma con lentezza in fitta nebbia. Un attimo prima che il cambiamento avvenga, in una minuscola crepa spazio-temporale, è possibile godere della magia della trasformazione delle stagioni.

La metamorfosi è già iniziata.

Tic, tac, tic, tac.

Al trambusto dei tacchetti sulla superficie liscia del terreno si unisce il cinguettio degli uccelli e un orologio invisibile che già scandisce lo scadere di quel tempo. La sua maglia termica aderisce perfettamente ai muscoli tonici, coprendo integralmente ogni centimetro di pelle tatuata. I suoi capelli stanno crescendo, piegandosi in piccoli boccoli all'estremità del collo, addolcendo i tratti marcati del suo viso.

Quando Harry termina il suo allenamento, rientra nella casa della confraternita trovando la maggior parte dei suoi compagni già svegli.

"Hey, amico." Nick, seduto sull'isolotto in marmo scuro dell'immensa cucina, gli rivolge un sorriso raggiante. Indossa soltanto un paio di pantaloncini da calcio rossi, i capelli sono arruffati e il segno del cuscino gli tratteggia la guancia destra.

Harry accenna un sorriso, si avvicina al frigo e tira fuori alcune verdure. Poi, le taglia a cubetti e le inserisce dentro il frullatore mischiando assieme ad esse del latte vegetale.

"Zayn è già in piedi?" chiede a quel punto Harry. Si gratta il mento e storce leggermente il naso in una smorfia quando il pollice sfiora un brufolo sottopelle. Avrebbe dovuto rivedere i suoi metodi di rasatura se non voleva rimetterci la pelle. Letteralmente.

"Nah, figurati. Ha lezione nel pomeriggio, da quello che ho capito ha deciso di frequentare il corso di fotografia. E l'ho sentito blaterale sul fatto di voler praticare qualche sport." Risponde Nick, come se tutto ciò non avesse senso.

Harry scuote la testa, versando il liquido verde appena preparato all'interno di una tazza, sotto lo sguardo disgustato dell'altro.

"Non lo ha deciso lui, Nick. È obbligatorio." Spiega con un largo movimento della mano Harry.

"Davvero?" domanda perplesso Nick; la cosa che stupisce Harry è che sembra genuinamente sorpreso. Sorride di rimando, scuotendo la testa con aria divertita.

"Ti interessa mai qualcosa di diverso dall'alcol e le ragazze?"

"Scusa Haz, niente di personale." Inizia Nick. "Alcuni di noi non possono semplicemente limitarsi a sbattere le folte ciglia da bambi, o muovere le anche così" prosegue, scende con un saltello agile dal bancone, e supporta la sua teoria con una piatta imitazione della lenta camminata di Harry. "Parlare flemmaticamente," enfatizza strascicando le vocali. "ed avere tutte le donne ai propri piedi senza il minimo sforzo." Borbotta infine, arcuando un sopracciglio con aria di sfida.

But you're not satisfied at the rainbow's endDove le storie prendono vita. Scoprilo ora