Chapter five

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Harry è esausto.

Non sa con esattezza quale sia l'attività che risucchia tutte le sue energie, se attribuire la colpa allo studio o alla vita da confraternita che lo sta distruggendo.

Sicuramente Nick Grimshaw figura tra i primi posti nella classifica dei suoi problemi.

"Hey amico," esordisce Zayn, continuando a correre sopra il tapis roulant, mentre Harry gli rivolge un semplice cenno con la testa, a mo' di saluto.

Sono soltanto le sette della mattina, e Harry davvero non ha voglia di sentirlo blaterale su quanto sia importante l'attività fisica appena sveglio, l'unica cosa di cui ha bisogno è una tazza di tè.

Dopo aver messo a bollire l'acqua, si lascia andare su uno degli alti sgabelli, prendendosi il volto tra le mani e stropicciandolo appena.

Per colpa di una relazione che ha dovuto consegnare alle sette in punto e che ha terminato di scrivere alle tre del mattino, Harry ha trascorso metà della nottata in bianco e l'altra metà tormentata dall'incubo di non svegliarsi in tempo per poter rispettare la scadenza.

Proprio mentre è sul punto di appisolarsi, la suoneria del suo iPhone riempie l'ambiente facendolo sobbalzare. Con il cuore che martella nei timpani per lo spavento, Harry affonda la mano nella tasca a canguro della felpa della confraternita e afferra indispettito l'apparecchio.

Il nome che compare sullo schermo piatto lo fa sospirare. Soltanto dopo un borbottio infastidito, proveniente dal soggiorno, si decide a rispondere alla chiamata.

"Ciao papà."

"Harry, finalmente. Dove ti eri cacciato?"

Il tono di voce di Des è cordiale, ma anche impaziente. Harry sa che quella conversazione non può portare a niente di buono. Harry sorride a sé stesso nel suo riflesso nel forno a microonde.

"Ciao papà. Scusa, impegnato come sempre. Come stai?"

"Tutto bene. Ti chiamo perché ho ricevuto una mail dal rettore."

E, oh, sì. Quello.

Harry si schiarisce la gola, poi con un secco colpo di lingua sul palato, riprende la parola.

"Ah, davvero?"

"Si certo Harry. Pensi che ti abbia chiamato per perdere tempo? Sai quanto lavoro ho da fare? Con la nuova campagna per Versace, l'ultima cosa di cui ho bisogno sono distrazioni. Allora, lo hai scelto?"

Harry aggrotta le sopracciglia, "Scelto?"

"Lo sport."

Il silenzio che segue è carico di sorpresa.

Dura un istante, lo stretto necessario per far ricomporre i pezzi del puzzle ad Harry che ora capisce il collegamento tra il rettore e la telefonata.

Des aveva ricevuto la stessa mail degli studenti. Quella che segnalava l'obbligo della scelta di uno sport ai laureandi.

"No." Si limita a rispondere.

"Ottimo. Penso di sapere cosa potrebbe andare bene."

"Davvero?"

"Certo. Ti invio una lista degli sport che ho fatto selezionare a Martha. Sono classificati dal numero uno al numero cinque. Puoi sceglierne direttamente uno da lì. Le posizioni sono indicative, non farmi sottolineare ovvietà. Ma insomma, la scelta è la tua."

Harry si passa una mano tra i ricci, alcuni boccoli si incastrano nell'anello a rosa che sua madre gli ha regalato lo scorso Natale e dal quale non è più separato.

But you're not satisfied at the rainbow's endDove le storie prendono vita. Scoprilo ora