Le selezioni per la squadra di football (e la nomina del suo capitano) erano organizzate per mercoledì pomeriggio.
Harry non sa se essere sorpreso, grato o affranto dal fatto che mercoledì risulta essere la giornata più piovosa di ottobre.
Così, l'inizio degli allenamenti è rimandato di qualche giorno, con la quieta speranza che nel frattempo il tempo migliori, e Harry può dedicarsi all'esame di finanza.
Seduto alla scrivania della sua stanza, il ragazzo continua ad annotare esercizi di calcolo mentre Florence and the machine cantano flebilmente, il suono che si estende nella stanza dal giradischi ai piedi del letto. Harry si concentra sulla musica tentando di calmare i battiti accelerati del suo cuore.
Tutto può essere osservato in modo duplice. Qualcosa che inizialmente si presenta positiva ha innegabilmente un lato negativo, e vice versa. Dunque, il lavoro di Harry è quello di focalizzarsi sui crediti extra che lo sport obbligatorio avrebbe aggiunto al suo curriculum, sopprimendo quella parte di lui che invece sentiva gridare dentro di sé.
Spesso Harry si ritrova seduto in piena notte, sul pavimento della sua camera, con la finestra aperta nonostante il gelo di fine autunno, e il vento che a spostargli i capelli sciolti, mentre la flebile luce lunare gli illumina gli zigomi. Anche con gli occhi chiusi, in quelle occasioni Harry può osservare le ombre danzare dietro le sue palpebre e sentirsi libero. Fingere di esserlo. Lo sport non sarebbe significato soltanto tre pomeriggi sacrificati a settimana, non sarebbe significato soltanto condividere i suoi spazi personali con persone che disprezzava, che fingevano di essere suoi amici senza neanche sapere il suo nome completo. E pure Harry sa di non poter sfuggire a quell'aspetto della sua esistenza. Sa che il calcio sarà solo un altro sacrificio in una vita che si prospettava ricca di rinunce e sofferenze.
Soltanto quando un tuono irrompe nel cielo facendo vacillare l'elettricità nella sua stanza Harry si accorge che il vinile è finito e gira a vuoto, provocando un rumore metallico e fastidioso. Con un sospiro pesante si alza dalla sedia girevole e si dirige verso il giradischi, i piedi avvolti nei calzini che disegnano orme umide sul parquet.
Il fatto che Des abbia inserito al primo posto della lista il football è un chiaro messaggio che Harry si è sentito in dovere di cogliere. Una parte di sé, è comunque preoccupata di come le cose potrebbero andare una volta infilate le scarpette da calcio ed entrato in campo.
Mordicchiando il tappo della penna, sobbalza quando la porta della sua camera si spalanca e un Nick Grimshaw con papillon al collo spunta sulla soglia. In quell'istante l'ennesima luce di un lampo appare dal vetro e il rumore di un tuono fa vibrare le pareti della finestra. Harry alza teatralmente gli occhi al cielo, osservando l'amico che con una piroetta entra in camera e si lascia cadere sul piumone morbido del ragazzo.
"Harold, questa è una grande giornata."
"Non ho dubbio che per te lo sia." Tuba Harry, tornando con lo sguardo sul grafico proiettato dallo schermo del suo iPad.
Nick lo guarda con sdegno, palesemente offeso dalla mancanza di interesse dell'amico, rotolando sulla schiena e fissando il soffitto con aria assorta.
"Sei sempre lì a studiare, testa china e sguardo concentrato. Adesso so per quale motivo hai rughe di espressione già alla tua tenera età."
"Hey!" sbotta Harry indignato, puntandogli un dito contro con fare accusatorio. "Io non ho rughe!"
"Si che ce l'hai." Risponde Nick annoiato, mentre afferra uno dei piccoli cuscini stringendolo al petto. "Ma non preoccuparti, tutto questo non fa che accrescere il tuo fascino."
Harry grugnisce qualcosa di incomprensibile mentre la pioggia scrosciante continua a fare da sottofondo all'intera scena. (Poetico.)
"Dunque... non credevo che fossi così potente da chiamare un temporale soltanto con la forza del pensiero."
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But you're not satisfied at the rainbow's end
FanfictionDopo anni trascorsi a compiacere gli altri, la vita di Harry sarà segnata da un incontro che sconvolgerà per sempre il corso degli eventi. «Alla fine dell'arcobaleno» è folkloristico nella natura, dove la storia sostiene che c'è una pentola d'oro...