Chapter one

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"Un caffè, grazie."

Louis lascia una banconota sul piattino in cassa e attende pazientemente che la cameriera arrivi con il suo ordine. L'enorme fila degli studenti arriva sino a fuori la caffetteria, e costringe le persone a rimanere esposte alle intemperie del clima pur di conquistare la propria colazione.

Louis si sarebbe fatto volentieri venire la febbre sotto il diluvio universale piuttosto che rinunciarvi.

"Scusate, permesso, scusate! Quello è mio amico, Lou!"

Una testa castana spunta tra i vari corpi ammassati e interrompe il flusso di pensieri di Louis, palesando un Niall sorridente e piuttosto sfacciato. Louis alza gli occhi al cielo mentre la gente fissa in cagnesco il piccolo (non proprio piccolo) irlandese farsi avanti a suon di raccomandazioni.

"Oh, eccomi qui Louis, ti ringrazio moltissimo per avermi aspettato mentre andavo in bagno."

Aumentando il volume della voce verso la fine della frase, Niall si volta verso gli altri studenti che lo guardano piattamente con aria annoiata. Nessuno sembra colpito dalla sua sceneggiata - ma chi è Louis per farglielo notare.

"Ordina e andiamo, sono già in ritardo per la classe."

Louis ingoia un grande sorso di caffè nero mentre aspetta che anche l'amico venga servito. Ringraziando Dio l'attesa è breve, altrimenti avrebbe dovuto iniziare a pensare a dove nascondere il cadavere.

Una volta allontanati dal locale, dopo aver camminato per un po' in silenzio, Louis si volta per guardare da sopra la spalla il ragazzo accanto a sé impegnato ad ingozzarsi. Sbuffa sonoramente.

"Non sono molto entusiasta che mi usi come segna posto, Nialler. Se non vuoi fare la fila, svegliati prima la mattina."

"Louis," si lagna l'altro, mordicchiando la girella alla crema. "ho la prima classe di chitarra tra quindici minuti, e il professore è particolarmente severo in fatto di orari." Sporge il labbro inferiore in un'espressione da cucciolo bastonato, gli occhi celesti sono luminosi almeno quanto il rossore che il vento ha provocato sulle sue gote.

Louis scuote la testa, passando la mano tatuata tra i capelli castani. "Non posso davvero credere che debba essere io a darti consigli in fatto di lezioni e orari."

"Non lo stai facendo infatti." Niall sorride raggiante. "e poi, soltanto perché Liam è impegnato e non ha la possibilità di rimproverarmi come solo la mia brava mammina saprebbe fare." Annuncia l'irlandese con tono soddisfatto.

Totalmente incapace di provvedere ai suoi stessi bisogni, decide Louis in quel momento. Dopo un momento trascorso a riflettere, Louis sgrana gli occhi con orrore.

"Sono davvero la tua seconda mamma."

Torna a fissare la strada davanti a sé nel tentativo di scacciare quel pensiero molesto.

Il pomposo campus attorno a loro pullula di studenti universitari (piuttosto agitati secondo il modesto parere di Louis) intenti a raggiungere i propri edifici con pile di libri sotto il naso o notebook sotto il braccio. Le foglie verdi iniziano a ingiallire spinte dall'irruenza dell'autunno che avanza.

Il volto di Niall si apre in un grande sorriso sghembo.

"Terza, a dire il vero. Non te la prendere Lou, è solo che Liam è molto più responsabile di te."

Louis rimane impassibile a quell'affermazione, una parte di sé sa che non potrebbe mai competere con Liam ma costa troppo al suo orgoglio ammetterlo.

"Vorrà dire che mi limiterò ad essere il tuo psicoterapeuta." Con una scrollata di spalle ad enfatizzare la frase, il ragazzo guarda con la coda dell'occhio Niall che sembra del tutto intenzionato ad ignorare il suo commento.

But you're not satisfied at the rainbow's endDove le storie prendono vita. Scoprilo ora