Farewell

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Farewell, non pensarci e perdonami se ti ho portato via un poco d'estate

Con qualcosa di fragile come le storie passate

Forse un tempo poteva commuoverti, ma ora è inutile, credo, perché

Ogni volta che piangi e che ridi, non piangi e non ridi con me

Farewell-Francesco Guccini


Se il tempo è relativo, le prime ore del primo giorno di scuola ne sono la prova.

Si sente invecchiato come se avesse trascorso quelle ore sul pianeta di Interstellar, quando sente finalmente la campanella segnare l'inizio dell'intervallo.

"cioè dovemo rifa sto strazio per altri nove mesi?"

Manuel ha la faccia sul banco, gli occhi chiusi e le mani nei capelli.

"caffè?" domanda Simone contando gli spiccioli nella tasca.

L'amico annuisce, senza alzare la testa dal banco. "macchiato..."

"... con quattro tacche di zucchero" Simone è già quasi oltre la porta, mentre conclude la frase per lui.

Si porta una mano alla bocca mentre sbadiglia, strisciando pigramente i piedi verso il distributore più vicino.

Due ragazze del terzo anno passano davanti a lui fissandolo e bisbigliandosi nelle orecchie, con le mani a coppa a coprire la bocca. É la terza volta che succede, solo quella mattina.

Cerca di non pensare a quello che potrebbero stare pensando, ecco il matto che si è quasi ammazzato.

Fa un respiro profondo, come gli ha consigliato la sua psicologa: le opinioni che gli altri hanno di lui non sono affar suo.

Ora si prende il suo caffè e se ne torna in classe sua, e sti cazzi degli altri.

Quasi rimpiangeva il tempo in cui lui era solo Simone chi?, un tempo in cui non era nessuno. Non era il tizio che si era schiantato ubriaco contro un muretto, non era il tizio che aveva occupato la scuola per la sua festa di compleanno, non era neanche il figlio del professore di filosofia.

Certo che tuo padre è popo n'mito.

Gli aveva detto Chicca dopo la prima ora, quella mattina, quando suo padre era entrato tutto impettito, con il suo malloppo di libri, un sorriso sornione sul volto, e aveva spiegato Galileo Galilei.

"non date mai per scontato che la visione che hanno gli altri del mondo sia quella giusta, nemmeno se è quella che va avanti da duemila anni. Cercate sempre la vostra visione del mondo..."

Dopo di che aveva gettato una bomba a mano.

"io credo però che la filosofia non si possa spiegare solo dietro a un banco..." aveva iniziato sedendosi sulla sedia "l'anno scorso nessun insegnante si è preso la responsabilità di accompagnarvi in gita, pare che qualcuno vi abbia definiti..." poggia l'indice sul mento, fingendo di rifletterci sopra "una rumorosa banda di teppisti irrecuperabili... o una cosa simile"

Interrompe il suo discorso per le risatine previste della classe, come un attore durante un monologo comico.

"io però mi fido di voi, vi conosco, e so che non mi farete penare se decidessi di portarvi, che so, a Firenze per una mostra su Galileo al Museo della Scienza"

L'ovazione della classe aveva fatto tremare il pavimento.

La fila alla macchinetta termina e lui sta per infilare una moneta da due euro nella fessura quando vede una mano superare la sua e batterlo sul tempo.

Stato di GraziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora