Tutto ciò da cui stavi fuggendo
Torna come valanga più grande che
Ti trascina al punto di partenza se vestirai
Vecchi difettiVecchi Difetti-Marta Sui Tubi
In tre anni in classe insieme, Manuel non ricordava tre volte in cui lui e Manni si fossero scambiati una parola, fosse stato anche il buongiorno. In compenso, ora eccolo lì fuori scuola ogni mattina, con le mani sempre perennemente su Simone e un sorrisetto compiaciuto sul volto. Lo accompagnava fin dentro la classe, fino al banco, come se Simone non potesse trovare la strada da solo.
Solo il suono della campanella lo faceva andare via, e Manuel per la prima volta si ritrovava ad attenderlo con ansia, anche se gli ultimi istanti che Manni passava in classe erano i peggiori. L'ultima cosa che faceva prima di andar via era baciare Simone.
Ma tanto che differenza poteva fare? Lo baciava in continuazione.
Lo baciava quando si incontravano fuori la scuola, in pieno giorno, in cortile, davanti a tutti gli studenti, lo baciava davanti ai suoi compagni di classe, davanti ai loro compagni di classe. Lo baciava senza pensare, senza guardarsi intorno, senza esitare.
Anche Simone sorrideva, però quando si staccavano lanciava sempre una rapida occhiata intorno a lui, come se volesse tastare il territorio.
E il territorio se ne fregava.
Nessuno sembrava sconvolto dalla cosa, nessuno commentava, nessuno rideva, a nessuno sembrava importare granché.
"finalmente, cazzo" sussurra Manuel al suono della campanella.
Simone e Manni sono a pochi centimetri da lui: Simone è seduto sul suo banco e Manni è in piedi davanti a lui, con le mani sulle sue cosce.
Un ultimo sforzo e non avrebbe rivisto la sua faccia per altre tre ore, fino all'intervallo, quando ritornava di nuovo lì.
Manni tira Simone per il maglione e se lo porta ancora più vicino, sorride sulle sue labbra per qualche secondo, prima di baciarlo. Gli da prima un bacio più rapido, poi un altro, più lento.
Quando si separano, gli occhi di Simone fanno il solito giro di ricognizione tra i presenti, e si fermano nei suoi. È solo per un istante, prima che Manuel distolga lo sguardo.
"Oh, Ferro, mi raccomando" gli dice Manni passandogli accanto, dandogli una pacca sulla spalla, come se fossero amici "tienimelo d'occhio, eh"
Manuel trattiene il fiato fino a che Manni non gli leva le mani di dosso.
Quel ragazzo non gli scende. I suoi compagni, d'altro canto, lo adorano: è spiritoso, sicuro di sé, fa complimenti alle ragazze.
Troppo bello per essere vero.
"guardalo come sorride" Luna si avvicina a Simone e gli da due buffetti sulle guance, come una zia affettuosa.
"siete troppo carini" si complimenta Monica con un verso intenerito.
Non era così che immaginava le reazioni dei suoi compagni, quando l'anno precedente aveva il terrore che qualcuno scoprisse di lui e Simone.
La conversazione è andata avanti a smanceria per un tempo insostenibile, e l'unica cosa che Manuel poteva fare in quei momenti era estraniarsi, portando almeno la sua mente da un'altra parte, visto che il suo corpo era obbligato a stare lì.
Più il tempo passava, più non poteva ignorare la sensazione di vuoto allo stomaco che provava ogni volta che vedeva Simone con Manni. E sapeva di dover dare un nome a quella cosa.
"oh rega domani si parte, eh..." Chicca ha cambiato discorso, e le sue orecchie lo hanno riportato alla realtà "dobbiamo assolutamente fare qualcosa stasera"
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Stato di Grazia
Fanfiction"è che..." scuote la testa, guardando il soffitto, mentre un sospiro gli sfugge dalla bocca "quanno c'è Simone de' mezzo io perdo la testa, non ne faccio una giusta. È come se non ragionassi più" "ho fatto na' marea di cazzate con lui, per lui. Na'...