CAPITOLO 2

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Rimasi a bocca aperta dopo quella notizia.

Com'era possibile?

Ero orfana e non mi ricordavo neppure il loro viso.

«I suoi nonni arriveranno fra poco per vedere come sta, vista la sua età sarà affidata a loro.» Continuò lui.

«Quanti anni ho?» Chiesi.

Il dottore prese una cartella dal portadocumenti sul mio letto e me la diede.

«Tutte le sue informazioni principali solo lì dentro, se ha bisogno d'aiuto basta che mi chiami, sarò qui subito. Ora devo andare da un altro paziente.» Disse lui.

Feci cenno di sì con la testa e lui se ne andò.

Aprii la cartella e lessi attentamente le prime tre righe.


Rosemary Stewart, nata alle 2:39 AM del 14 Luglio 1998 a Los Angeles, California.

Figlia di Sam e Amanda Stewart.

Residente a Londra, Inghilterra.


C'erano altre informazioni come il gruppo sanguigno ma sinceramente non mi interessavano più di tanto.

Ero nata il 14 Luglio 1998.

«Mary?» Chiamai piano.

L'infermiera arrivò di corsa con un espressione preoccupata.

«Sta bene?» Mi chiese.

«Sì, solo.. Che giorno è oggi?» Chiesi.

«Oh..» Si tranquillizzò «È il 20 Luglio, tesoro.» Disse.

«Grazie.» Dissi.

«Tutto qui?» Chiese.

Annuii, lei mi sorrise e uscì dalla stanza.

Se oggi è il 20 significa che.. ho avuto l'incidente il giorno prima del mio compleanno.

Questa nuova informazione mi fece rabbrividire.

Sentii dei passi, alzai la testa e vidi avvicinarsi due signori sulla sessantina, capii subito che erano i miei nonni, lo sentivo in qualche modo.

«Oh Rosemary, credevamo di aver perso anche te.» Disse la signora con le lacrime agli occhi.

Seppur sapessi che era mia nonna non riuscivo a vederla in quel modo.

Mi sentivo persa e confusa, com'era possibile tutto questo?

Perché a me?

Sorrisi debolmente alla signora, a quel gesto lei si avvicinò e mi abbracciò.

Ricambiai l'abbraccio seppur con fatica, le medicine facevano effetto ma sentivo ancora del dolore.

La signora si allontanò e andò a mettersi di fianco al signore, continuava a guardarmi.

«Il dottore ci ha detto tutto, tesoro. Non devi preoccuparti, starai con noi a Los Angeles. Io sono tua nonna, mi chiamo Jocelyn e lui è tuo nonno, Adam. Siamo i tuoi nonni paterni.» Disse, aveva ancora le lacrime agli occhi.

Annuii, sarei andata a vivere con i miei nonni in una città dove non ero conosciuta da nessuno, ma almeno non sarei rimasta qui, non sarei mai riuscita a ricostruirmi una seconda vita dove avevo già vissuto.

Si sedettero nelle due sedie di fianco al mio letto e Jocelyn cominciò a parlare dei miei genitori.

«Sai tesoro, i tuoi genitori ti volevano molto bene. Eri la loro felicità.» Disse asciugandosi le lacrime.

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