CAPITOLO 9

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Usciti dal negozio Cameron appoggiò la borsa per terra, tirò fuori il collare e il guinzaglio.
Si abbassò e mise il collare e il guinzaglio al cucciolo, cosicché potesse camminare.
«E adesso?» Chiese lui.
«Adesso andiamo a casa, devo dire la novità ai miei nonni.» Dissi sorridendo già al pensiero della loro reazione.
Non sapevo se me lo avrebbero fatto tenere, ma in entrambi i casi non lo avrei lasciato vagabondare per le strade di Los Angeles.
Prese di nuovo la borsa e ci incamminammo verso casa.
Solo ora mi ricordai di una cosa.
«Ma il cinema?» Chiesi curiosa.
«Eri più importante tu.» Rispose lui facendo spallucce.
Mi mancò il fiato a quelle parole, erano le parole più belle che mi avessero detto da quando mi ero svegliata.
Ero veramente fortunata ad averlo incontrato.
«Grazie.» Gli dissi sorridendo.
Mi sorrise a sua volta.
Continuammo il resto della strada in silenzio, entrambi troppo impegnati a pensare.
Arrivammo davanti casa mia e ci fermammo, Cameron appoggiò la borsa per terra.
«Vedi quella casa lì?» Mi chiese indicando una casa molto moderna e bella.
Annuii.
«Io abito lì.» Disse.
Gli sorrisi.
«Vuoi venire anche tu a dirlo ai miei nonni? Non so come la prenderanno.» Dissi.
Scosse la testa divertito.
«Tranquilla, andrà bene.» Mi disse.
«Spero, ora è meglio che vada.» Dissi indicando il cagnolino impaziente di continuare a camminare.
«Ciao Rose.» Disse lui.
«Ciao Cam.» Risposi.
Feci per andarmene ma mi prese il braccio, mi attirò a sé e mi abbracciò.
Mi rifugiai tra le sue braccia, mi piacevano i suoi abbracci.
Mi staccai seppur malvolentieri, gli sorrisi, presi la borsa e mi incamminai perla stradina.
La macchina era a casa quindi i miei nonni erano già arrivati.
Aprii la porta con le chiavi ed entrai.
«Sono a casa!» Esclamai come sempre.
«Siamo in cucina.» Disse nonno.
Appoggiai la borsa per terra, presi il cucciolo in braccio e andai in cucina.
Feci un respiro profondo ed entrai.
Entrambi erano impegnati a mettere via la spesa per cui non si accorsero di me.
«Ehm ehm.» Attirai l'attenzione.
Mi guardarono subito entrambi e mi sorrisero.
«Perché hai un cucciolo in braccio?» Chiese nonno divertito.
«L'ho trovato per strada e l'ho preso.» Dissi, stranita dal loro comportamento.
«Va bene.» Disse nonna.
«Quindi?» Chiesi.
«Quindi cosa?» Chiesero loro insieme.
«Lo teniamo?» Chiesi ancora più stranita da questo gioco di domande.
«Certo! Ti farà bene avere un po' di compagnia.» Disse nonno.
Rimasi un po' stupita e confusa dalle sue parole, ma subito dopo venne sostituita con la felicità.
«Lascialo in giardino per ora.» Disse nonna.
Annuii e andai in giardino.
Tolsi il collare al cucciolo e lo lasciai libero cosicché potesse conoscere il territorio.
Ritornai dentro ed andai in salotto per prendere la borsa.
Ritornai fuori in giardino, presi una ciotola e la riempii con dell'acqua fresca e la misi per terra, feci lo stesso con quella del cibo.
Arrivò subito, mangiò e subito dopo riprese a girare per il giardino.
Appoggiai la cuccia nella veranda, li sarebbe stato al sicuro.
Portai anche le due ciotole e appoggiai il resto sopra lo scaffale a destra.
Rientrai in casa e trovai i miei nonni ancora in cucina.
«L'avevo già fatto, vero?» Chiesi.
Nonno ridacchiò scuotendo la testa.
«Oh sì, tesoro. A Londra appena vedevi un animale in pericolo o che aveva bisogno di aiuto lo porta via casa, ma tua madre non te ne ha mai fatto tenere uno a causa della tua casa. Ma ora le cose sono cambiate.» Disse nonna facendomi l'occhiolino.
Sorrisi, non ero poi così tanto cambiata.
«Gli scatoloni?» Chiesi subito dopo.
«Li abbiamo portati in camera tua, arrivano dalla tua casa di Londra. Dentro ci sono i tuoi vestiti e le cose che avevi.» Disse nonna.
Annuii.
Mi alzai e andai incamera mia, ero curiosa di sapere cosa ci fosse dentro.
Aprii il primo e trovai tutti vestiti, erano tutti belli per cui li piegai e li misi tutti dentro l'armadio.
Neppure i miei gusti sui vestiti erano cambiati.
Aprii il secondo scatolone e trovai come prima cosa un iPod e un telefono uguale al mio.
Accesi l'iPod e misi un po' di musica. Partì All Of Me di John Legend.
Appoggiai l'iPod sul letto e continuai a guardare cosa c'era dentro.
Presi il telefono e lo misi in parte, vicino all'iPod, li avrei guardati entrambi meglio più tardi.
Sotto a questi due trovai una foto di famiglia.
La osservai attentamente, eravamo tutti in abiti formali.
Guardai mia mamma ed era uguale a come l'avevo vista nel sogno, a quel pensiero una lacrima rigò il mio volto ma l'asciugai subito, dovevo essere forte.
Guardai mio papà, ma di lui non mi ricordavo nulla, per ora.
Strinsi la foto al petto, come se facendo così potessi in qualche modo abbracciarli.
Appoggiai la foto sul comodino.
Sotto la foto trovai un'altra foto.
Non c'erano i miei genitori, ma ero io con un ragazzo.
Guardai il retro della foto e lessi la dedica che c'era scritta.

Alla ragazza

che in questo momento 

sta leggendo questo

voglio solo dire

che io

la amo con tutto il mio cuore.

12 mesi di noi.

Matthew.


Guardai meglio la foto e mi accorsi che il vestito era lo stesso che avevo visto nel sogno.
Dentro la mia testa in questo momento c'era più confusione che altro.
A Londra avevo un ragazzo e ci stavo insieme da un anno, ma ora come ora nessuno mi aveva cercato da quando avevo avuto l'incidente e i miei nonni avevano detto che io non avevo amici, figuriamoci un fidanzato.
Ma eccomi qui, con una foto di me e del mio presunto fidanzato tra le mani.
Non avevo veramente degli amici oppure li avevo ma i mie nonni non lo sapevano?
Forse a loro non avevo mai detto nulla.
Solo una cosa mi avrebbe aiutato in tutto ciò.
Presi in mano il mio vecchio telefono e lo accesi.
L'attesa mi stava letteralmente mangiando viva.
Un'altra cosa che avevo imparato su me stessa era che ero impaziente, molto.
Il telefono finalmente si accese e subito mi arrivarono molti messaggi e notifiche di chiamata senza risposta.
Cosa stava succedendo?

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