CAPITOLO 3

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Mi svegliai e diversamente dalle altre mattine mi misi a fissare il soffitto azzurro chiaro della nuova stanza.

Ero stata trasferita al St. Vincent Medical Center la sera prima ed ero arrivata qui la mattina presto, dopo circa 11 ore di viaggio, per cui l'unica cosa che potei fare era sdraiarmi e dormire.

Mi misi seduta così che potessi vedere tutta la stanza, e non provai nessun dolore forte.

La stanza era tutta di colore azzurro chiaro e mi piaceva, al fianco del mio letto c'era un tavolino e un po' staccato ce n'era un altro attaccato ad un altro letto.

Ormai ero fuori pericolo per cui ero stata trasferita in un altro reparto, e per mia sfortuna dovevo condividere la stanza con un altro paziente, ma per ora il letto era vuoto.

Mi alzai ancora con un po' di fatica e andai in bagno, mi risciacquai il viso e mi pettinai i capelli, non erano pulitissimi ma non sapevo ancora se potevo farmi la doccia.

Indossavo un pigiama bianco, mi avevano fatto cambiare prima di partire, almeno non dovevo più indossare il camice verde.

Ritornai in camera e mi sedetti sul letto.

Accesi la televisione, tenendo il volume basso, e misi un canale di musica.

Erano le dieci di mattina ma non volevo comunque svegliare nessuno, non feci neanche in tempo ad ascoltare un po' della canzone che sentii dei passi e delle voci avvicinarsi finché un dottore accompagnato da un'infermiera entrarono nella mia stanza, stavano trasportando un letto con un ragazzo disteso, sicuramente era addormentato.

Lo spostarono e sistemarono nel letto libero, poi il dottore uscì.

L'infermiera era ancora dentro la stanza e mi sorrise.

«Buongiorno, sono Emily. Ha bisogno di qualcosa?» Chiese gentilmente.

«No, grazie.» Dissi sorridendo.

«Tenga il volume basso, è stato appena operato.» Disse.

Annuii e lei uscì.

Ero curiosa di sapere cosa era successo al ragazzo, ma non volevo invadere la sua privacy per cui avrei aspettato che me lo dicesse lui.

Cambiai canale e cominciai a guardare un film.

C'era un orologio appeso al muro, guardai l'ora e vidi che era già mezzogiorno.

Dopo altri cinque minuti arrivò Emily con un vassoio e lo posò sul mio tavolino.

«Buon appetito, cara.» Disse gentilmente.

«Grazie.» Dissi e lei uscì.

Mangiai cercando di non fare rumore per non svegliare il ragazzo e quando finii chiamai Emily.

«Posso farmi un bagno?» Chiesi all'infermiera.

«Certo, lo shampoo e il bagnoschiuma sono già in bagno. Se si sente male basta che tiri la cordicella che c'è di fianco alla doccia.» Disse gentilmente.

«Grazie.» Dissi alzandomi.

Lei prese il vassoio e uscì dalla stanza.

Mi alzai e andai verso l'armadio, sicuramente i miei nonni mi avevano portato dei vestiti e infatti trovai un paio di leggings, una maglietta a maniche corte e l'intimo.

Andai in bagno e trovai lo shampoo e il bagnoschiuma proprio dove mi aveva detto l'infermiera.

Mi spogliai ed entrai in doccia, accesi l'acqua tiepida e la lascia correre un po'. Era una sensazione bellissima.

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