Dopo quella prima notte insieme, seguirono dei giorni in cui sicuramente entrambi ci siamo domandati cosa fosse successo e se quel qualcosa aveva avuto importanza, o era stato tutto frutto di un improvviso impeto di passione travolgente che non si poteva evitare. Sono un tipo paranoico, confusionario, spesso esigente che si lascia condizionare dagli eventi. Ammetto di aver incontrato James di nuovo, magari anche per altre due o tre volte ma dopo è dovuto partire. Dovevo accettare il fatto che lui sarebbe stato via per sei lunghi mesi, nella gelida Alaska. Da perfetta paranoica assillata dai dubbi, durante il nostro ultimo saluto mi sono detta: ok, è stata un'avventura. Io e lui non siamo niente. Ci siamo tolti uno sfizio, strappandoci i vestiti di dosso e mettendoci a nudo – letteralmente e metaforicamente. Non avevo aspettative. Se fosse tornato o meno da me, a gennaio, sarei stata ugualmente felice di averlo conosciuto. Mi ha preso il viso tra le mani, baciandomi al lato della bocca e dopo ho agitato la mano in aria prima di vederlo salire sul furgoncino insieme ai suoi commilitoni.
Questo accadeva agli inizi di luglio, e adesso siamo a novembre. Sono cambiate parecchie cose nel frattempo. Per iniziare, sono stata promossa al lavoro prendendo il posto di Andrew, che è stato promosso a sua volta. Ora sono io a guidare l'ambulanza, a condizionare il collega seduto accanto a me, a manovrare i soccorsi e ad avere la mano ferma per poter salvare la vittima a cui prestiamo aiuto. Rispondo alle chiamate, arrivo sul posto e faccio del mio meglio, così da tornare a casa la sera con un senso di appagamento e zero rimorsi. Il lavoro mi ha aiutato molto negli ultimi mesi, il pensiero di essere indispensabile per qualcuno e questo mi ha occupato la mente, dandomi modo di non rimuginare su cose che non meritano la mia attenzione. Verso la fine dell'estate, sono tornata al Django's e tra una cosa e l'altra io ed Anne ci siamo fatti una bevuta in compagnia. Mi ha raccontato di lei e Tom ma le ho chiesto di non menzionare i dettagli. Stava pur parlando di mio fratello, che ai miei occhi sarebbe sempre stato il bambino con i capelli ricci e l'acne che con una certa difficoltà ha provato a difendermi dai bulli a scuola. Non ce la faceva nemmeno lui. A quei tempi era ancora mingherlino, indifeso. Non era il Tom di adesso, che non ha paura di niente, che non si lascia influenzare. Il mio fratellone. Gli voglio un gran bene. Lui è molto importante per me però non glielo dirò mai ad alta voce. Non sono riuscito a presentargli James prima che partisse per Kodiak ed è giusto così. Lo avrebbe odiato per avermi abbandonata, ma io non gliene faccio una colpa. È il suo lavoro. Di certo non mi aspettavo che mettesse l'amore in primo piano, accantonando le sue ambizioni, il suo dovere. Sono stata bene con James, e ora è finita.
Sono pronta a ributtarmi nella mischia, rimettermi in carreggiata. Sono ancora troppo giovane e non ho intenzione di crogiolarmi nel dolore come un'adolescente alle prese con la sua prima delusione. Davanti a queste dichiarazioni a cuore aperto, Anne ha sospirato. I suoi occhi scuri celano un velo di malizia. "Conosco qualcuno che sarebbe perfetto per te".
"Ah sì?" rispondo, interessata. "è fantastico, solo che è poco più grande di noi" dal modo in cui lo afferma, mi aspetto che stia parlando di un cinquantenne. Glielo faccio presente e lei soffoca una risata, scuotendo la testa. "Ha quasi quaranta anni ma se li porta benissimo. La differenza d'età non è così eccessiva". Io ne ho venticinque. Non riesco a non pensare a cosa direbbe Tom se lo sapesse. Mi rinchiuderebbe in stanza. "Voglio conoscerlo" dichiaro, determinata a cambiare la mia vita.
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𝙄𝙣 𝙩𝙝𝙚 𝙢𝙞𝙙𝙙𝙡𝙚 𝙤𝙛 𝙬𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧 | Evans, Stan, Hiddleston
Historical FictionNel loro giorno di licenza, un aviatore, un navy seal e un marine faranno un incontro che cambierà le loro vite per sempre, come è accaduto con la guerra che si sono lasciati alle spalle ma la felicità è un territorio minato per un uomo che è costre...