carezze

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Nell'acqua quel ragazzo sguazzò dietro di me, mantenendo le sue mani suelle mie spalle.
《Forse è meglio un po' di distanza, non vorrei approfittare della tua benevolenza》mi scoprì a ridacchiare e reclinai il capo poggiandolo contro di lui, poi mi rimasi dritto.
《posso ringraziarti in qualche modo?》chiese ancora.

Era vicino a me, sentivo I suoi capelli contro la pelle del mio collo, le sue mani erano gentili, sentivo il sui respiro regolare sul mio orecchio, quando parlava.
Il lago era piatto e azzurro attorno a noi, i prati verdi disseminati di fiori e pietre lo corvondavano e oltre un muro di alberi ci nascondeva, potevo scorgere una feritoia tra le fronde, oltre la quale si distinguevano le mura del palazzo.

《Posso farti un massaggio》ancora una volta il suo respiro mi si posò contro l'orecchio.
《Beh doveve vivono possono lavarmi e massaggiarmi con l'olio, ma se proprio ci tieni a ringraziarmi》

Le sue mani iniziarono a muoversi benevole contro il mio collo e le spalle, eravamo arretrati ed ora l'acqua mi arrivava sopra il petto, quindi nella zona del suo tocco sentivo le sue mani curate.

Ero riuscito a trattenermi già un paio di volte, ma quel desiderio fu irreprimibile.
Mi appoggiai contro il suo corpo, il suo petto era liscio e irremovibile.
La sue mani non trovarono più posto così avanzavano a toccare il mio petto.
《Muscoli da guerriero》constatò in un sussurro contro il collo.
《Si, ma non combatto》una mano scene giù dal mio petto, il tatto annacquato dal lago.
Il suo palmo mi solleticava allena, procurandomi strane fitte allo stomaco, ma non dolorose.
Si fermò sull'ombelico.

《Se vuoi che mi fermi, basta dirlo》annunciò.
《Non dirò niente》soffiai.
La sua mano scese di poco e premette.
Spostai i fianchi indietro ed il mio corpo prese a combaciare con il suo.
Esalai un respiro strozzato.
《Scusa》nel sentire quella parola sbuffai.
Portai una mano alla sua guancia accarezzandola.
《Non devi scusarti》

Le sue mani si posarono incredibilmente salde sui miei fianchi e mi fecero posare sul suo petto.
Le mie mani erano sui muscoli delle sue braccia.
Lessi il suo sguardo, credevo fossero tutti contatti accidentali.
《Non sei un po' grande per questi giochi?》
Le sue labbra si piegarono.
Fu la prima volta che lessi lo sguardo di qualcuno.
Lui mi voleva.
Le sue mani mi toccarono, scorrevano su di me, come se fossi la cosa più importante che possedesse, poi si chinò.

Impiegai più tempo del dovuto per rendermi conto che mi stava baciando sul collo.
Le sue labbra erano sottili e delicate, morbide contro di me.
Cinsi con le braccia il suo torace e sospirai di piacere.
Quando si staccò e tornò a guardarmi ci fu un silenzio, ma non era freddo, non vi era gelo, provavo un gran calore.
《Ti va se il massaggio li facciamo fuori dall'acqua?》non aveva un doppio fine, era una domanda come un' altra, ma io arrossì; non per ciò che mi chiese ma per la mia risposta: 《si》

Fuori dall'acqua avrei avuto più consapevolezza del mio corpo e percezioni delle sue mani su di me, il tatto non sarebbe stato diluito dal bacino d'acqua.
《Bene》rispose a sua volta.
Fece attenzione a non toccarmi più del dovuto e mi prese la coscia facendomela posizionare contro il suo bacino, poi lo fece anche con l'altra.
Non Dissi niente, mi morsi il labbro come fanno i guerrieri per non urlare il proprio dolore, anche se il dolore era una parola che scordavo quando ero in sua presenza.

Ero aggrappato a lui, le sue braccia potenti dietro la schiena, mi tennero appiccicato al suo torace.
Quel ragazzo dai capelli dorati, il sorriso luminoso e la pelle calda come il sole era incantevole, con lui stavo facendo qualcosa di mai fatto anche se non proibito.
Quando emergemmo dalle acque, noi due soli nudi ed appiccicati me ne resi conto.
Quel ragazzo era la mia salvezza.
Quando si è un giovane principe si è privati di molte cose, lui che mi sorrideva così benevolo me le avrebbe donate tutte.

 Apollo & GiacintoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora