N I N E

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- hai intenzione di scrivere qualcosa o vuoi continuare a fissare la coperta? - sbotta Mattheo.

- preferisco la seconda grazie -

Ebbene, alla fine mi sono davvero trovata costretta dalla professoressa McGranit a dover fare questo maledetto compito di trasfigurazione con Mattheo, io mi chiedo come sia possibile che su 32 persone proprio io con lui.

- beh di certo non sarò io a scrivere - aggiunge alzando le mani.
- nemmeno io - ribatto velocemente e finiamo per fissarci negli occhi.

Il modo con cui mi fissa negli occhi mi infastidisce, è così...intimidatorio, ma allo stesso tempo sicuro, così oscuro...ma allo stesso tempo brillante.

- facciamo così, chi batte prima gli occhi scrive - mi sfida facendosi strada più vicino a me che nel frattempo sono rimasta bloccata tra le calde e morbide coperte del mio letto.

- ci sto - mi ritrovo ad accettare, anche se so già che perderò, ma una sfida non si rifiuta mai, no?

- tre - sussura piegando la schiena per curvarsi verso di me.

- due - sembra quasi mi stia prosciugando lentamente tutto l'ossigeno che c'è nell'aria.

- uno - chiude gli occhi e appiccica la sua fronte bollente alla mia, ora tutto il suo profumo mi invade spudoratamente le narici, sembra quasi...menta.

- via -

Riapre gli occhi e io faccio lo stesso.
Siamo faccia a faccia, le nostre fronti sono unite, i nostri nasi si sfiorano e le labbra tremolanti quasi si toccano.

I suoi occhi profondi cercano di intimorirmi, il suo sguardo insinuoso e le sue iridi nocciola.

Ma il verde nei miei si rivela diversamente e anche con mia sorpresa, preparato a questa sfida, infatti dopo pochi secondi capto il battito di ciglia di Mattheo.

Ha perso e lo sa anche lui.
Il gioco è finito e lo so anche io.

Eppure nessuno dei due accena a spostarsi.

I nostri respiri si fondono e a causa della mancanza di aria, il respiro leggero e tranquillo diventa un affanno.

Fin quando non sento la sua lingua toccare le mia labbra, imbarazzata spalanco gli occhi e mi rendo conto solo così che è stato un tocco involontario: si è appena leccato le labbra.

Così decido subito di porre fine a questa strana situazione con cui non volevo avere nulla a che fare.

Indietreggio con il capo, posiziono le mani sul suo petto e lo spingo più in là.

- hai perso - mi affretto a dire prima di dimenticarmelo e lui sbuffa.

- io? perso? Mi hai appena scansato -

- hai chiuso prima tu gli occhi e se provi a negarlo sei un bambino dell'asilo che non sa perdere -

- e tu saresti la maestra? -

Strabuzzo gli occhi alla sua affermazione.

- sarei la signora adulta e intelligente che ti insegna cosa è la maturità -

- cioè la maestra -

- no Mattheo, non la maestra -

- la professoressa? -

- Mattheo! -

Mi fa perdere davvero la pazienza.

- insegnante? -

Ora lo picchio.

- Si! Si! La tua insegnate - decido di dargliela buona solo perché non mi va di discutere.

- allora cosa vuoi che faccia insegnate? - con uno scatto felino mi sovrasta e avvicina al sue labbra umide al mio orecchio freddo.

- io voglio...- balbetto quando con il bacino sfiora la mia pancia.

- voglio...-

- che tu faccia il compito di trasfigurazione, muoviti -

- rompicazzo -

- non ho sentito? -

- rompicazzo - ripete spostando il viso dal mio collo ai miei occhi, ora è davanti alla mia faccia ed è talmente vicino che quasi percepisco il fiato che ha emanato per parlare.

- rompicazzo? -

- sei sorda e non lo sapevo? -

- ma io so che sei maschio - asserisco e approfittando del fatto che sia sopra di me gli tiro una ginocchia nelle parti basse.

- ecco, questo significa rompicazzo -

- me la paghi stronza - sibila tra i denti mentre si raddrizza e poco dopo comincia a fare il compito, finendolo anche piuttosto presto.

Potrei abituarmi a qualcuno che fa i compiti per me.

The devil's daughter Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora