- hai intenzione di scrivere qualcosa o vuoi continuare a fissare la coperta? - sbotta Mattheo.
- preferisco la seconda grazie -
Ebbene, alla fine mi sono davvero trovata costretta dalla professoressa McGranit a dover fare questo maledetto compito di trasfigurazione con Mattheo, io mi chiedo come sia possibile che su 32 persone proprio io con lui.
- beh di certo non sarò io a scrivere - aggiunge alzando le mani.
- nemmeno io - ribatto velocemente e finiamo per fissarci negli occhi.Il modo con cui mi fissa negli occhi mi infastidisce, è così...intimidatorio, ma allo stesso tempo sicuro, così oscuro...ma allo stesso tempo brillante.
- facciamo così, chi batte prima gli occhi scrive - mi sfida facendosi strada più vicino a me che nel frattempo sono rimasta bloccata tra le calde e morbide coperte del mio letto.
- ci sto - mi ritrovo ad accettare, anche se so già che perderò, ma una sfida non si rifiuta mai, no?
- tre - sussura piegando la schiena per curvarsi verso di me.
- due - sembra quasi mi stia prosciugando lentamente tutto l'ossigeno che c'è nell'aria.
- uno - chiude gli occhi e appiccica la sua fronte bollente alla mia, ora tutto il suo profumo mi invade spudoratamente le narici, sembra quasi...menta.
- via -
Riapre gli occhi e io faccio lo stesso.
Siamo faccia a faccia, le nostre fronti sono unite, i nostri nasi si sfiorano e le labbra tremolanti quasi si toccano.I suoi occhi profondi cercano di intimorirmi, il suo sguardo insinuoso e le sue iridi nocciola.
Ma il verde nei miei si rivela diversamente e anche con mia sorpresa, preparato a questa sfida, infatti dopo pochi secondi capto il battito di ciglia di Mattheo.
Ha perso e lo sa anche lui.
Il gioco è finito e lo so anche io.Eppure nessuno dei due accena a spostarsi.
I nostri respiri si fondono e a causa della mancanza di aria, il respiro leggero e tranquillo diventa un affanno.
Fin quando non sento la sua lingua toccare le mia labbra, imbarazzata spalanco gli occhi e mi rendo conto solo così che è stato un tocco involontario: si è appena leccato le labbra.
Così decido subito di porre fine a questa strana situazione con cui non volevo avere nulla a che fare.
Indietreggio con il capo, posiziono le mani sul suo petto e lo spingo più in là.
- hai perso - mi affretto a dire prima di dimenticarmelo e lui sbuffa.
- io? perso? Mi hai appena scansato -
- hai chiuso prima tu gli occhi e se provi a negarlo sei un bambino dell'asilo che non sa perdere -
- e tu saresti la maestra? -
Strabuzzo gli occhi alla sua affermazione.
- sarei la signora adulta e intelligente che ti insegna cosa è la maturità -
- cioè la maestra -
- no Mattheo, non la maestra -
- la professoressa? -
- Mattheo! -
Mi fa perdere davvero la pazienza.
- insegnante? -
Ora lo picchio.
- Si! Si! La tua insegnate - decido di dargliela buona solo perché non mi va di discutere.
- allora cosa vuoi che faccia insegnate? - con uno scatto felino mi sovrasta e avvicina al sue labbra umide al mio orecchio freddo.
- io voglio...- balbetto quando con il bacino sfiora la mia pancia.
- voglio...-
- che tu faccia il compito di trasfigurazione, muoviti -
- rompicazzo -
- non ho sentito? -
- rompicazzo - ripete spostando il viso dal mio collo ai miei occhi, ora è davanti alla mia faccia ed è talmente vicino che quasi percepisco il fiato che ha emanato per parlare.
- rompicazzo? -
- sei sorda e non lo sapevo? -
- ma io so che sei maschio - asserisco e approfittando del fatto che sia sopra di me gli tiro una ginocchia nelle parti basse.
- ecco, questo significa rompicazzo -
- me la paghi stronza - sibila tra i denti mentre si raddrizza e poco dopo comincia a fare il compito, finendolo anche piuttosto presto.
Potrei abituarmi a qualcuno che fa i compiti per me.

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The devil's daughter
RomansaLa figlia del diavolo incotra il figlio del signore Oscuro. ⚠️ nella storia sono presenti scene e riferimenti sessuali, violenza e linguaggio scurrile ⚠️