capitolo 1

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La regina era stanca quella mattina. Appena sveglia in tutti i comfort del palazzo, eppure non si sentiva a suo agio come avrebbe dovuto. Era in ansia. Quel giorno avrebbe dovuto incontrare alcune persone famose del suo paese, come un incoraggiamento per loro e uno stimolo per lei, a quanto aveva capito.
"Sua altezza, Robbie è pronto e la aspetta qui fuori" le disse una voce da lontano, probabilmente una delle ragazze incaricate di prestarle assistenza. Come se fosse una vecchia di novant'anni, poi. Ne aveva compiuti trenta esatti la settimama precedente, anche se in effetti il carico di responsabilità le provocava tanto stress da farla sembrare dieci anni più vecchia. Maledizione, di nuovo lui si disse a bassa voce, così che non potessero sentirla, mentre si alzava dal letto. Congedò la ragazza, che attendeva dietro la porta dorata, con un "sarò pronta tra venti minuti".
Si lavò e preparò in fretta, scegliendo un vestito qualunque. Non aveva alcuna intenzione di impressionare quell'uomo, lo aveva odiato fin dal primo momento in cui lo aveva visto, il che vale a dire circa quindici anni prima. Le era stato assegnato come sposo quando lei era appena quindicenne, ma aveva trovato un modo per rinviare ogni anno il momento in cui avrebbe dovuto acconsentire. Sì, acconsentire, ma non perché lo volesse lei, solo perché erano così che funzionavano le cose. A volte invidiava sua sorella minore, Jasmine, che aveva meno obblighi di questo tipo non essendo a capo della casa reale. Una regina non sposata era insolito per il suo paese, ma seppur riluttanti la accettavano comunque, anche se solo per poco ancora. Si sarebbe sposata quest'anno, al venti di ottobre, alla festa che riusciva sempre a saltare in un modo o nell'altro. Ormai erano mesi che teneva il conto di quanti giorni di libertà le rimanessero ancora: cinquantaquattro.
Aprì la grande porta dopo essersi controllata frettolosamente nello specchio che aveva sempre con sè. Aveva cucito una piccola tasca all'interno del vestito, in modo da poterci tenere lo specchio e poche altre cose essenziali. Se la avessero scoperta sarebbero stati guai seri, perché le donne non potevano avere tasche: erano considerati elementi maschili, e se non raffinate persino attribuite ai ceti inferiori, figuriamoci a una donna nobile, addirittura reale. Un'altra ragazza la aspettava. "Sua maestà" disse, porgendole la mano prima che potesse iniziare a scendere le ampie scale da sola — un'altra cosa che odiava, tanto per la cronaca. "la carrozza la aspetta fuori dal palazzo insieme a sua sorella Jasmine e il suo promesso sposo Robbie"
"Accidenti, deve esserci per forza anche lei?" sbottò. Era chiaro che intendesse anche lui, ma non poteva dirlo con lui stesso presente. Aveva sempre cercato di evitare ogni forma di contatto, cosa fin'ora abbastanza facile visto il protocollo reale, ma anche ogni occasione di incontro. Gli rivolgeva appena la parola, e solo se strettamente necessario.
"Sua maestà, se vuole posso chiedere una carrozza separata, sono certa che la porterebbero immediatamente. Oppure potrei-"
"Lascia perdere, Reen, va bene così"
"È sicura? Sono sempre in tempo per-"
"Sono sicura. Ora, posso scendere queste benedette scale?"
"Subito!" squittì lei, imbarazzata.

Reen accompagnò la regina di sotto, fino alla carrozza. Salì per prima così da non dover sopportare le galanterie di Robbie.
Il viaggio fu movimentato, ma arrivarono presto alla destinazione. Una volta scesa, rimase di nuovo stupita da quanto fossero belle le strutture moderne della sua città. Una folla si era radunata all'esterno ma a lei e i suoi coinquilini era stata riservata una strada totalmente sgombra per poter passare in sicurezza. Entrarono tra persone che cercavano di dirle qualcosa, forse quanto fosse bella o cose del genere, e flash di fotocamere. Raggiunse una piccola pedana rossa dove le fu detto di rimanere in piedi.
Gli attori e gli illustri erano già in posizione di fronte a loro. Il suo occhio cadde su una in particolare: erano tutti vestiti eleganti, formali, senza lasciar vedere troppo, ma lei... lei indossava pantaloni larghi di un colore vivace, che si staccava da quelli smorti degli altri, e una camicia che la lasciava una spalla scoperta ed era piuttosto trasparente. Un uomo li presentò. "La Regina Helena Talmore, il suo promesso sposo Robbie e sua sorella Jasmine". Riuscì quasi a percepire quanto fosse irritata sua sorella del fatto che a lei avessero riservato solo il nome invece anche del cognome, ma a lei non importava più di tanto. Cominciò il giro e dovette stringere le mani a tutti quanti, facendo complimenti, ma in verità lei non conosceva nessuno di loro. A lei era proibito vedere film e qualunque cosa potesse "distrarla dal suo lavoro e obbligo principale". Arrivò alla donna che aveva notato prima. Avrà avuto circa la sua età, era magra e molto più elegante di quanto molti là dentro credessero. Aveva un trucco leggero ma pur sempre diverso da quello di tutte le altre, come qualunque cosa di lei. Osservava la regina con quegli occhi azzurri profondi, come se si aspettasse una critica per il suo abbigliamento. Lei invece si limitò a fare la stessa cosa che aveva fatto con gli altri: le strinse la mano e passò al successivo, ma senza mai staccarle gli occhi di dosso. Anche quando se ne andarono, continuava a fissarla, ma lei probabilmente faceva lo stesso. Alla fine Helena si voltò un'ultima volta e lei le rivolse un sorriso, facendola sentire come mai si era sentita con nessuno. Un nodo nello stomaco, brividi, un flusso di calore che le percorreva il corpo e le guance. O si era presa un'influenza, oppure era qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo per lei. Uscendo, rimpianse di non aver prestato maggiore attenzione al suo aspetto, anche se non sapeva perché. Non era per Robbie, ovviamente, ma nemmeno per qualcun'altro, giusto?

Quando arrivò nella sua stanza si sdraiò sul letto e fece appena in tempo a cambiarsi che crollò, e sognò. Ma non fece sogni comuni, quelli che faceva sempre, questa volta rivisse l'evento, solo che invece di vedere tutti vedeva sempre lei, quella donna che doveva essere sicuramente un'attrice. Forse le stava simpatica e sarebbero potute diventare amiche, chissà.

the Queen and the ActressWhere stories live. Discover now