Letture scolastiche

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In tre anni di medie e cinque anni di superiori ho avuto a che fare con dieci professori di italiano. Alcuni erano dei veri dittatori e si sono guadagnati soprannomi poco edificanti come Hitler, Stalin e Furia; altri al contrario erano dei veri e propri pezzi di pane.

Se c'è una cosa, però, che li accumuna è questa: davano libri da leggere.

Nella mia vita scolastica ho incontrato due correnti di pensiero: le "letture obbligatorie" e le "letture consigliate".

Le letture obbligatorie sono quei libri che tu DEVI leggere e su cui poi verrai interrogato o, ancora peggio, dovrai fare un compito scritto.

E con compito scritto intendo un quiz di tre pagine in cui ti viene chiesto ogni minimo dettaglio della storia, dei personaggi e della trama, roba che devi rileggerti il libro almeno tre volte per sapere tutto e nessuno riesce a prendere un voto migliore di 7.

Poi, non so se sono stata sfortunata io, ma i libri in questione erano terribili e 9 volte su 10 mi facevano venire un blocco del lettore terrificante (considerate che io leggo una media di 50 pagine al giorno e mi è capitato di finire libri di 150 pagine in due settimane).

Gli unici libri che si sono salvati sono "Sostiene Pereira" di Tabucchi (che si è salvato nella seconda metà e mi ha aiutato moltissimo in un periodo di confusione) e "1984" di Orwell.

Per il resto, avrei voluto cavarmi gli occhi dopo il terzo capitolo.

Per le letture consigliate il discorso è leggermente diverso. Alcuni miei professori facevano girare all'inizio dell'anno o in prossimità delle vacanze una lista di titoli tra cui scegliere (spesso divisi per genere o argomento) e di cui presentare una relazione entro una determinata scadenza.

Già il fatto di poter decidere il libro in base al proprio gusto personale invoglia molto di più alla lettura e ti salva da tematiche o trame che non piacciono particolarmente, ma la cosa che amo di più di questo metodo è il fatto che non ci sia il drago del TU DEVI LEGGERE QUESTO LIBRO a metterti ansia.

Io personalmente sfruttavo queste occasioni per scegliere titoli che non avrei avuto il coraggio di leggere in altre circostanze, ma in generale il clima generale era molto più rilassato e produttivo (fu così che ebbe inizio il mio rapporto complicato con Dostoevskij, ma probabilmente scriverò un capitolo solo su quell'uomo).

E poi c'era lui, che ormai sta diventando un personaggio di questa raccolta: il mio professore di storia e filosofia.

Il giorno prima delle vacanze se ne usciva puntualmente con quello che Rodja ha definito "discorso paraculo per farci leggere libri strani" e che ormai sappiamo tutti a memoria.

Voglio che voi passiate le vacanze a divertirvi con i vostri amici, che andiate a farvi un giro a Roma e robe da giovani. Tuttavia, in caso voleste ritagliarvi un po' di tempo per dedicarvi alla lettura e non sapeste che cosa leggere, ci sarebbero un paio di titoli che vorrei consigliarvi.

"Un paio di titoli" erano sempre almeno una decina, ma non eravamo assolutamente tenuti a leggerli ed erano più volti alla nostra crescita personale che al contesto scolastico.

La maggior parte delle volte erano testi filosofici che avremmo dovuto affrontare nell'immediato futuro e che avrebbero potuto interessarci, come il "Candido" di Voltaire, "Emilio o sull'educazione" di Rousseau (non leggetelo se la misoginia vi manda in bestia) e il "Simposio" di Platone.

Però c'erano anche romanzi con una possibile lettura filosofica, molto spesso legata ad argomenti trattati nell'ultimo periodo, come "Divergent", "Hunger Games", "Siddharta" di Hesse, "L'insostenibile leggerezza dell'essere" di Kundera e "Sulla strada" di Keruac.

Sì, il mio prof di storia e filosofia ci assillava affinché leggessimo "Divergent" e "Hunger Games" per poi parlarne da un punto di vista filosofico: capite perché io amo quell'uomo?

In ogni caso, io e Calliope eravamo le uniche a dargli retta e a leggere i suoi titoli, il che significava che passavamo spesso la ricreazione a discuterne con lui e a chiedergli altri consigli di lettura.

Con le vostre letture scolastiche come va? A quale "scuola" appartengono i vostri prof? Stanno costringendo anche voi a leggere mezza bibliografia di Italo Calvino? Oppure sono decisamente meglio di Furia (non che ci voglia poi così tanto, ma dettagli)?

Fatemelo sapere nei commenti.

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