Salviamo i libri

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Pensavate che mi fossi dimenticata di nuovo di questa raccolta, eh?

Non sbagliavate affatto.

Benvenutx in una nuova puntata di "Narnia ha un problema con i libri", episodio non so che numero. Questo sarà, stranamente, un capitolo serio.

Sono due giorni che io e i miei amatissimi compagni di corso stiamo discutendo sul nostro futuro, visto che forse non ci fanno una magistrale e non sappiamo se le aziende ci prenderanno solo con la triennale.

Considerazioni accademiche e logistiche a parte, ci siamo arenati sullo scoglio più ansiogeno del nostro corso di laurea: saremo i primi eticisti dell'intelligenza artificiale e il futuro dipende da noi.

Che futuro di merda, aggiungo io.

Visto che i miei amici amano quasi quanto me farsi i film mentali, è nata una discussione illuminata su quali modifiche bisognerebbe apportare all'uso dell'intelligenza artificiale e alla formazione individuale.

Al che io me ne sono uscita candidamente con: "Basta che salviamo i libri".

I miei amici ci hanno prima riso su, però poi abbiamo analizzato seriamente il discorso. Ci sono moltissimi studi che hanno evidenziato come leggere un libro, anche solo venti pagine al giorno, abbia dei vantaggi considerevoli non solo sulla cultura e sulla condizione psicologica degli esseri umani, ma anche sul loro sviluppo cognitivo.

Effettivamente, leggere e comprendere un testo è un compito cognitivo molto complesso e che richiede delle competenze non indifferenti. Il che può sembrare strano, ma è confermato dagli ultimi dati delle INVALSI: più si va avanti, meno sono i ragazzi interessati alla lettura e peggiori sono le performance al test di lettura e comprensione del testo.

Performance che peggiorano ulteriormente considerando che, alle INVALSI, i testi sono relativamente semplici da capire, mentre in ambito accademico i libri sono spesso molto complessi. Non avete idea delle persone che conosco che, non capendo i libri, usano i riassunti di altre persone o chiedono a ChatGPT di farli al proprio posto.

E so che fare un riassunto è spesso considerata una competenza inutile e perfettamente delegabile, ma è un processo strettamente legato alla comprensione profonda del testo e che, quindi, sviluppa i nostri processi cognitivi.

Quindi io mi fermo e mi chiedo: come siamo arrivati a pensare che leggere sia qualcosa di "stupido", un passatempo noioso o una perdita di tempo? Dove andremo a finire senza libri? Come sapremo le cose? Ci affideremo anche qui alla tecnologia? E, in caso, che cosa ci resterebbe?

Se ve lo steste chiedendo, sì, oggi mi sono svegliata paranoica. E, sì, dovrei studiare in questo momento, ma ho il cervello troppo preso dagli orrori di un mondo senza libri per stare appresso a Schopenhauer che insulta Kant (mio padre, mio marito, mio tutto).

Fatemi sapere nei commenti che cosa ne pensate.

Con amore (sapendo che questa raccolta non sarà aggiornata di nuovo per mesi)

Ave atque vale

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