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- Brutto mascalzone! Torna qui! – urlò il locandiere.
- Ahahahaha. Tranquillo Albert! Ti pagherò appena avrò i soldi! – disse ridendo un ragazzo mentre
correva via.
- Certo, come le altre decine di volte che mi hai scroccato il pranzo! – bofonchiò l’oste tra sé mentre
rientrava nella sua locanda.
Il ragazzo, un giovane magrolino dai lineamenti infantili, correva per le strade del borgo a tutta
velocità, ma arrivato davanti alla caserma militare di Crownfold si fermò. Lo sguardo fisso
sull’imponente cancello d’ottone, i cui intarsi ricordavano il mare in tempesta. Su ciascuno dei lati
vi erano cesellate le immagini di due velieri avvolti dalle onde, mentre accanto alla serratura due
imponenti M per parte, spiccavano troneggianti.
Il giovane guardava oltre le spesse sbarre del cancello, dove si intravedevano i soldati della marina
che marciavano all’interno del cortile, lo sguardo pieno di ammirazione per quegli uomini avvolti
nelle loro uniformi bianche.
Dopo qualche minuto decise di incamminarsi verso la spiaggia.
Mentre camminava tra le strade del borgo, le voci dei commercianti facevano a sfida per chi si
sollevava più in alto.
- Acquistate le mie stoffe! Arrivano dall’Oriente! – urlava uno.
- Solo pelli di alta finitura da me troverete! – ribatteva un altro.
Il vociare dei venditori, il tintinnare delle monete, la gente per le strade, era quello il momento più
allegro della giornata, ed anche il più redditizio, non solo per i commercianti ma anche per i piccoli
borseggiatori, ma il giovane oggi non aveva tempo per soffermarsi sui lati positivi o negativi del
mercato, doveva raggiungere la spiaggia.
Attraversò di corsa il viale tra i banchi degli ambulanti, ma trovò comunque il tempo per sottrarre
due mele gialle ad una cameriera, poco attenta al cestino della spesa ma dallo sguardo rapito da dei
nastri per capelli.
Una volta fuori dal paese prese una strada tra i campi, solo allora rallentò la sua andatura. I
lavoratori, curvi sotto il sole, sollevavano il capo per salutarlo e poi tornare alle zappe. Poco più
avanti vi era un bivio, prese la strada verso destra, quella che lo avrebbe condotto al mare.
Il cammino che aveva preso portava ad una discesa che costeggiava una scogliera, si infilò tra
alcuni massi ed ecco davanti a lui il sentiero nascosto che portava al luogo dove era la sua
destinazione.
- Ce ne hai messo di tempo Russell! – urlò una voce dalla spiaggia.
- Scusa Kyosa! Ma ora sono qui e guarda che cosa ho trovato? – Russell tirò fuori dalle tasche dei
calzoni le due mele rubate al mercato.
- Mi stai dicendo di aver tardato per esserti fermato a rubare delle mele?
- N-no… Ma è vero ho fatto tardi... - ammise un po' imbarazzato - Ma non è per le mele, mi sono
fermato a spiare dal cancello della caserma le nuove reclute. Dici che un giorno riusciremo a
diventare marinai della Marina anche noi?
Lo sguardo del ragazzo della spiaggia si posò sull’amico, aveva due occhi blu splendenti. Un blu
che ricordava le profondità del mare. Cercava di sondare l’animo dell’altro ragazzo, voleva davvero
arruolarsi nell’esercito marittimo di Crownfold?
- E dimmi, chi ha mai detto che io voglio arruolarmi?
Russell si fermò per un attimo a pensare, come se gli fosse sfuggito qualcosa.
- Ma tu hai detto che volevi prendere il mare, navigare per il mondo e combattere per i tuoi ideali. E
quale altro modo conosci se non quello di arruolarti in marina?
Kyosa rise, una risata aspra che nascondeva rabbia e risentimento verso quella che per Russell era
l’unica soluzione per i loro progetti.
- Russell hai mai sentito parlare del capitano Bartholomew?
Il volto del ragazzo impallidì. La domanda lo aveva spiazzato, il solo udire quel nome metteva
paura perfino ai più valorosi marinai.
- Certo che ne ho sentito parlare! Venne catturato vent’anni fa da un gruppo di cacciatori di taglie
che lo consegnarono alle autorità. In seguito venne chiuso in una cella di isolamento su, nell’isola di
Arlo. Ma perché hai nominato lo Squalo? Porta male! Lui ha stretto un patto con il diavolo! Non lo
sai?
Stavolta la risata di Kyosa si fece fragorosa e divertita.
Quando le risate cessarono notò che il suo amico aveva ancora gli occhi sgranati e la pelle
grigiastra.
- Hey Russell, dimmi, quanti anni hai?
- Ne ho quattordici. Perché?
- Strano, ci conosciamo da qualche anno ormai e ancora non conoscevo la tua età. E dimmi, sai
quanti anni ho io?
Russell rifletté per qualche minuto prima di dare una risposta. Sapeva che il suo amico era più
grande di lui, ma effettivamente non conosceva la sua età.
- Non lo so. Effettivamente non ti ho mai chiesto nulla né di te né della tua vita. Ho sempre pensato
fossi un forestiero che ha deciso di stabilirsi qui per entrare in marina.
Kyosa rimase in silenzio a guardare Russell per ancora qualche istante, poi riprese.
- Dimmi Russell, cosa sai della vita del capitano Bartholomew? Oltre che porta sfortuna
pronunciare il suo nome.
Russell si sedette su uno scoglio ed iniziò il suo racconto.
- Si dice che lo Squalo fosse il più spietato tra i pirati, che la sua ciurma fosse senza anima. Dei
diavoli sbucati dal fuoco per seguirlo in mare e rubare le anime degli innocenti. Per anni fece razzie
su ogni vascello gli si presentasse davanti alla vista. La sua sete di sangue era insaziabile, così
anche la sua brama di potere. Arrivò a mettere in ginocchio anche i galeoni della marina militare.
Ma un giorno la sua fortuna finì, venne messo in ginocchio da un cacciatore di taglie che dopo aver
intascato la taglia a sei zeri sparì dalla circolazione. Mentre lo Squalo venne chiuso in isolamento
nel carcere di massima sicurezza di Arlo. Dopo tredici anni di prigionia fu impiccato e lasciato
penzolare dalla forca per una settimana, finché i corvi non ebbero finito di banchettare con le sue
carni. Le sue ossa sono state infine gettate nel fuoco. Ma il suo teschio sembrava ridere ancora dei
suoi aguzzini e non bruciò. Nessuno sa che fine gli sia toccata al suo teschio. Da allora il suo spirito
maledice chiunque invoca il suo nome.
Kyosa ascoltò l’amico raccontare la storia del pirata sanguinario in rigoroso silenzio.
- Kyosa tutto ok? Perché non dici nulla?
Dopo un lungo sospiro alzò lo sguardo verso il giovane.
- Sai solo questo del pirata Bartholomew? Della sua vita non sai nulla?
Russell lo guardò senza capire. Cos’altro c’era da sapere su un uomo così orribile se non che era
stato un uomo spietato e che finalmente giustizia era stata fatta?
Kyosa guardava Russell aspettando una sua risposta, anche se la risposta era scontata. Nessuno
sapeva la vera storia del capitano Bartholomew. Nessuno tranne i pochi che lo avevano conosciuto e
Kyosa era uno di loro.

L'ombra del PoseidonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora