Il tempo pareva essersi fermato, le uniche note che si sentivano erano quelle delle onde che si infrangevano a riva. Tutti i presenti guardavano la scena senza fiatare. Russell si trovava in una situazione di imbarazzo, vedeva da un lato quell'uomo alto e autoritario che gli sorrideva aspettando una sua risposta, dall'altro Kyosa, che serrava i pugni.
Fu Wilbur a spezzare il pesante silenzio che era calato.
- Ragazzo, so che quello che ti propongo ti giunge in maniera inaspettata e che probabilmente non ci avevi mai pensato ad un eventualità simile, quindi penso sia giusto lasciarti la notte per pensarci su. Vedi, il mio amico Kyosa ha una grande stima di te, ti reputa un buon amico, ma pensa di proteggerti lasciandoti a riva. Io invece sono di diverso avviso. Per me dovresti venire con noi sul Poseidon. Hai mostrato coraggio nel seguire Kyosa e Caleb fin qui, ma cosa più importante hai mostrato di essere una persona leale quando Kyosa ti ha svelato la sua identità, svelandoti le sue origini. Sei stato un vero amico. Potevi recarti dalla marina e denunciarlo la sera stessa in cui ti ha svelato chi era, ma il tuo affetto per lui va oltre i principi in cui credi. Quindi te lo richiedo, vuoi unirti al nostro equipaggio?
Un mormorio di assenso si levo dai presenti, ma venne subito interrotto da Kyosa.
-Wilbur santo cielo! La vita che conduciamo noi è piena di pericoli e diciamocela tutta, non siamo degli stinchi di santo! Quel ragazzo è come di famiglia e io non voglio che rischi di finire nel libro nero della marina a causa della nostra amicizia!
-Oh, ma smettila! Credi che restando a terra sarà più al sicuro che con noi? Quando la marina verrà a sapere chi sei e che per due anni siete stati culo e camicia, credi davvero che non lo cercherà e lo chiuderà in cella per scoprire cosa sa di te? E poi, sei davvero disposto a dire addio a quel ragazzino? Hai detto tu che per te è di famiglia!
- Va al diavolo! - disse Kyosa e si allontanò per andare nella sua tenda.
Anche Wilbur, subito dopo, lasciò il gruppo e si diresse verso il campo.
Russell era confuso da ciò che stava succedendo, stava accadendo tutto così in fretta. Fissava il fuoco, che era appena stato acceso, danzare in fiamme dal colore vivace. Sedeva su una panca tenendosi la testa tra le mani. Era immerso nei suoi pensieri, quando una mano apparve davanti a lui e gli porse un boccale di birra. Alzò gli occhi ed incontrò quelli di ragazzo dalla pelle scura come l'ebano.
-Bevi ragazzo, ti aiuterà a rilassarti. Comunque io sono Phobos, piacere.
- Russell, piacere.
- Allora Russell, vedo che sei immerso nei dubbi eh? Se ti va di parlare sfogati pure.
Russell scrutò l'espressione del giovane accanto a lui. Era un bel giovane, anche se non riusciva a capire quanti anni potesse avere. Portava i capelli rasati e aveva tatuate sul viso due linee bianche sotto gli occhi. Dopo poco decise di fidarsi di quel ragazzo.
- Kyosa sembrava davvero arrabbiato per la proposta che mi ha fatto Wilbur. Credo davvero che non mi voglia avere tra i piedi. - sorrise tristemente Russell.
- Eh, sapevo che avresti frainteso il dissenso del capitano.
- Che vuoi dire?
- Voglio dire che il nostro capitano è preoccupato che tu ti possa sentire sotto pressione ora che ti è stato proposto di unirti a noi in quella maniera plateale, ma non mi aspettavo altro da Wilbur.
- È che sta succedendo tutto così in fretta. Io...
Phobos sollevò una mano per zittirlo.
- Sei un vero amico per il capitano, ed è vero che decidendo di imbarcarti sul Poseidon stai decidendo di diventare un fuorilegge. Lui vorrebbe solo proteggerti dalla marina e dagli scontri che potremmo avere in mare. E, sia chiaro, non gli do tutti i torti, siamo comunque dei pirati, la nostra vita è fatta di regole infrante, combattimenti e razzie. Diciamocelo, non è una vita adatta a chiunque. Ma anche Wilbur ha ragione, stando con noi tu non perderesti un amico, anzi, ne troveresti degli altri che ti riterranno come un loro fratello, perché questo siamo noi della ciurma del Poseidon, una specie di famiglia. In più il capitano avrebbe modo di proteggere il tuo collo dal pendaglio più che tenendoti a terra. La decisione sta a te ragazzo. Hai molto da perdere e altrettanto da guadagnare qualunque sia la tua decisione.
Russell sembrava ancor più pieno di dubbi dopo quel discorso, cosa era meglio fare?
Se fosse rimasto a Crownfold sarebbe rimasto solo, lontano da ogni tipo di pericolo certo, ma pur sempre solo. Se invece fosse partito avrebbe avuto il suo amico vicino, però avrebbe dovuto anche fare i conti con la vita da pirata e dunque con ogni tipo di scontro, fisico o navale che fosse. Ma c'era una cosa che lasciava pendere la bilancia più verso una parte che per l'altra. Quella forse più importante.
-Penso che tu abbia molto su cui pensare. - disse Phobos mentre fissava le fiamme. - Io vado a dormire. Credo sia meglio se riposi anche tu ragazzo. A domani.
E così dicendo se ne andò verso un gruppo di tende che stavano poco lontano.
Russell rimase li seduto a pensare a come avrebbe comunicato la sua decisione a Kyosa e Wilbur l'indomani e così, rapito dalle fiamme ondeggianti del fuoco, Morfeo giunse per portarlo nel mondo dei sogni.
Furono il vociare degli uomini appena svegli ed i primi raggi del sole a svegliare Russell quella mattina. Quando aprì gli occhi ci mise un po' a capire dove fosse, ma gli avvenimenti della sera prima erano ancora vividi nella sua mente. Si avvicinò a Mastro Abraham, l'uomo dalla folta barba grigia che si era presentato la sera prima come il mastro d'ascia della nave.
- Buongiorno Mastro Abraham. - disse Russell con la voce ancora assonnata.
- Oh! Ma buongiorno ragazzo! Pensavo saresti fuggito durante la notte per non affrontare quei due scorbutici del capitano e del suo secondo! - ridacchiò il vecchio.
- Ad esser sincero ci ho pensato. - rispose- ma mi sarei sentito un vigliacco e se c'è una cosa che ho imparato in questi due anni accanto a Kyosa, è che non c'è onore nel non affrontare i propri problemi.
- Bravo ragazzo! - disse Phobos appena apparso alle loro spalle. Era davvero imponente visto ora alla luce del sole.
- Oh! Phobos buongiorno! - rispose Mastro Abraham sempre ridacchiando.
I tre compagni continuarono a chiacchierare sorridendo davanti ad un bel piatto di uova cotte sulla brace, quando all'improvviso scese il silenzio. Wilbur e Kyosa erano appena arrivati anch'essi per la colazione e tutti erano tesi e curiosi di sapere cosa sarebbe avvenuto.
Kyosa era di umore nero, il suo bel viso era segnato dal poco sonno, mentre Wilbur aveva l'aria sorridente e ansiosa, come un bambino il giorno del suo compleanno che aspetta il suo regalo.
Si diressero entrambi verso il tavolo dove sedevano i tre uomini e si sedettero di fronte a loro.
- Allora ragazzo, dormito bene? - disse Wilbur rivolto a Russell mentre guardava divertito la faccia di Kyosa.
- Si signore. - rispose Russell.
- Bene! Bravo ragazzo! E devo anche farti i complimenti! Non sei fuggito durante la notte!
- Non sarei mai potuto fuggire signore! Un amico una volta mi ha detto “solo coloro che sanno affrontare qualunque cosa si ha davanti, senza fuggire, sono degni di rispetto e si possono definire uomi” - rispose Russell gonfio di orgoglio.
A sentire quelle parole il viso di Kyosa si rilassò e vi apparve l'ombra di un sorriso al pensiero di quanto quel ragazzino fosse diventato maturo.
- Bene giovanotto! Allora non vedo l'ora di sentire cos'hai deciso! Ma non prima di aver finito la colazione e aver riunito tutti. A pancia piena è tutto più facile.- rispose Wilbur.
Dopo qualche ora si ritrovarono tutti davanti al Poseidon, che si ergeva maestoso nelle acque calme della baia. Il sole splendeva e nel cielo non vi era l'ombra di una nuvola. Russell stava in piedi davanti a tutto l'equipaggio, Kyosa e Wilbur stavano accanto a lui.
- Bene ciurma – esordì Wilbur – Il nostro giovane amico ha avuto un intera notte per pensare alla proposta fatta. Sentiamo il suo responso.
Russell fece un respiro profondo. Aveva deciso e non si tornava indietro.
- Ho pensato molto a cosa sarebbe stato più giusto dire in merito alla mia decisione, ma non sono bravo a preparare discorsi. In compenso sono bravo a combinare guai e Kyosa lo sa fin troppo bene. Scegliere se restare a Crownfold e continuare la mia vita di sempre o seguirvi per mare sul Poseidon e diventare un pirata, questa è stata la proposta del signor Wilbur ieri sera. Ed io mi sono ritrovato a pensare a mille argomentazioni per scegliere l'una o l'altra soluzione. In entrambi i casi non mancano i lati positivi e negativi, lo ammetto, e forse rischierei la vita più da una parte che dall'altra. Ma c'era un pensiero che mi ha accompagnato fino ad ora. Stando qui, restando al villaggio, dovrei dire addio all'unico vero amico che io abbia mai avuto. Io sono un orfano, qui non ho nessuno che mi spinga a dire “resta per me”, ma ho qualcuno su quella nave che mi mancherebbe terribilmente. So che la mia decisione non renderà felice quella persona, ma sono disposto a rischiare la vita pur di non perdere l'unica persona che mi ha fatto sentire di avere una famiglia! Quindi signor Wilbur accetto la vostra proposta, mi unirò a voi, ma solo se Kyosa è d'accordo.
Un silenzio di tomba era calato sull'equipaggio. Phobos e Mastro Abraham sorridevano silenziosamente, Wilbur pareva stupito dalle parole del ragazzo, forse credeva non fosse tanto coraggioso, ma fu la reazione di Kyosa a stupire tutti.
Il capitano andò verso Russell, gli mise le mani sulle spalle e lo guardò dritto negli occhi.
- Sono fiero di te Russell! Non sono contento di saperti in pericolo per il resto della vita, ma come hai detto tu, siamo fratelli. - disse rivolto verso il ragazzo, poi si voltò verso il resto della ciurma – E voi cosa aspettate? Andate a prendere del rum! Dobbiamo festeggiare il nostro nuovo compagno!
Wilbur osservò la scena dal suo posto, un ampio sorriso si intravedeva sotto i suoi baffi.
- Bravo ragazzo, hai finalmente trovato una nuova famiglia. - disse tra sé e sé osservando Kyosa mentre abbracciava Russell.
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L'ombra del Poseidon
FantasyDue orfani i cui destini si intrecciano ed una ciurma di pirati in cerca di vendetta verso i membri della marina corrotti.