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Russell aveva aspettato il suo amico da tutto il pomeriggio, sapeva che quando era di umore nero era meglio non disturbarlo. Aveva assistito all’attracco della Justice e il seguente sbarco del capitano Chrosman. I militari della marina lo avevano accolto con tutti gli onori dovuti ad un uomo del suo rango. Si aspettava di vedere un uomo virile e imponente, invece si trovò a guardare un uomo di tutt’altro aspetto. Chrosman era un uomo di mezza statura, calvo, con occhi piccoli e scuri, il naso pronunciato e il fisico di un uomo che dava l’impressione di aver passato la vita a tavola piuttosto che per mare.
Quando il capitano scese dal galeone, notò come sul suo volto vi era stampato un sorriso maligno e beffardo. Aveva sulle spalle un mantello in velluto blu scuro, troppo piccolo per poter avvolgere il suo corpo troppo largo, ostentava al collo un pesante medaglione in oro e zaffiri e alle mani svariati anelli, simbolo della sua immane ricchezza.
Non era l’immagine che Russell aveva della marina, tutt’altro. Sembrava che davanti a sé avesse un uomo legato più ai beni materiali che al senso del dovere. Ed ebbe subito conferma di questi pensieri quando, mentre sfilava per le strade, il capitano Chrosman guardò con disprezzo le persone che invocavano il suo nome, nemmeno fosse un eroe nazionale.
Ancora non capiva come un uomo del genere avesse potuto guadagnarsi il rango di capitano su un galeone imponente come la Justice. Non sembrava essere un valoroso uomo di mare, eppure era un importante membro della marina.
Mentre aspettava Kyosa, Russell decise di andare all’osteria di Albert, dopotutto lo spettacolo a cui stava assistendo non era degno di riguardo come pensava.
Una volta arrivato alla locanda si sedette davanti al bancone nella speranza che Albert non fosse ancora troppo arrabbiato per la mattina in cui era scappato senza pagare il pasto consumato.
- Ah, di nuovo tu! – tuonò la voce del locandiere.
- Albert! – gridò di rimando Russell sorridendo. – Hai visto la parata?
- E come potevo non vederla? Sono passati qua davanti per scortare quel tizio.
- Quel tizio, come lo chiami tu, è il capitano Chrosman. Dicono che sia un pezzo grosso della marina.
- Certo che lo è, o non avrebbero mandato quegli uomini tutti belli agghindati a prenderlo.
Russell sorrise.
Albert dovette allontanarsi un attimo dal bancone per servire due pescatori appena entrati nella locanda, ma non prima di aver dato una ciotola di stufato al giovane Russell.
Mentre quest’ultimo mangiava il suo pasto, due stranieri entrarono nel locale e si andarono a sedere ad un tavolo vicino a dove sedeva Russell. Erano sicuramente membri dell’equipaggio della Justice.
Dopo aver ordinato del rum, i due si misero a chiacchierare tra loro, mantenendo il tono di voce basso.
- Hai sentito cosa diceva il capitano stamattina prima di arrivare? – disse uno dei due uomini.
- Si. A quanto pare vuole essere eletto membro del consiglio nella direzione della marina. Ed è venuto qui in cerca di appoggio dai dirigenti della caserma. – rispose l’altro.
- Ha intenzione di dar loro una bella somma di denaro in cambio del loro appoggio. Ho sentito mentre lo diceva al suo secondo, quello stupido di Kipling.
La conversazione a cui stava assistendo Russell pareva inverosimile. Ma allora anche gli uomini della marina erano corrotti!
Non poteva credere alle sue orecchie, tutto ciò in cui credeva, i valori di cui pensava la marina si facesse portavoce, erano solo menzogne. Se uomini come quel tizio potevano acquisire potere pagando delle mazzette, chissà cos’altro potevano fare.
Fu con questi pensieri che Russell lasciò la locanda e si incamminò verso la spiaggia dove era solito incontrarsi con l’amico.
Era ormai quasi sera quando Kyosa arrivò alla spiaggia. Sembrava più rilassato rispetto alla mattina, ma lo stesso non si poteva dire di Russell.
- Hey ragazzino che ti succede?
- Parli bene tu! – disse Russell mentre lanciava un piccolo sasso in mare. – In fondo non sono le tue certezze quelle che sono crollate come un castello di carte!
Kyosa lo guardò con più attenzione. Notò subito l’espressione rabbiosa e lo sguardo colmo di delusione che segnavano il volto del ragazzino.
- Avanti parla.- disse con tono gentile.
- Avevi ragione tu! Che il diavolo se lo prenda quell’impostore del capitano Chrosman!
- Vuoi parlare o devo tirarti fuori le parole con le pinze?
- Non c’è bisogno grazie! – rispose secco Russell. – Mentre ero alla locanda di Albert, ho sentito due uomini dell’equipaggio della Justice parlare di come Chrosman abbia corrotto altri ufficiali per salire al potere e del motivo per cui sono venuti fin qui! Quel cane vuole comprarsi il voto di ammissione al consiglio pagando i dirigenti dell’accademia!
Kyosa ringhiò a denti stretti.
- E così è questo il motivo che lo ha portato qui! Beh, non durerà a lungo questo suo “contrattare” per avere più potere. Russell so che ora ti senti deluso e ferito dall’istituzione che pensavi fosse portabandiera di ideali buoni e giusti, ma vedrai che un giorno capirai che la natura umana è ben diversa da ciò che ci si aspetta.
Kyosa stava per aggiungere altro al suo discorso quando, dalla stretta strada nascosta per la spiaggia, vide arrivare Caleb, uno dei ragazzi della sua ciurma.
- Che cavolo succede? – ruggì Kyosa arrabbiato.
- Capitano! Capitano! – ansimò Caleb mentre arrivava. - È tornato! Wilbur è tornato dal suo viaggio!
Il volto di Kyosa muto subito da una maschera di rabbia ad una vera esplosione di gioia.
- Ti sei salvato Caleb! Andiamo! Non vedo l’ora di sentire cos’ha scoperto quel dannato! – poi , ricordandosi di non essere solo, si voltò verso Russell. – Su ragazzo! Seguimi. È arrivato il momento che tu sappia tutto.
Kyosa e Caleb si incamminarono per risalire la scogliera, seguiti dal giovane Russell che, con aria stordita, non riusciva ancora a rendersi conto di ciò che stava accadendo. L’unica parola che gli frullava in testa era quella appena sentita: capitano.

L'ombra del PoseidonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora