VII - TAORMINA

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«Allora?»

Ginevra, con in mano due vestiti, aveva un'espressione davvero troppo buffa mentre aspettava la risposta di Alex che se ne stava in piedi davanti a lei, ammirandola da capo a piedi sorridendo sornione ed orgoglioso.
Quel grazioso completo intimo color champagne gliel'aveva regalato lui.
Il reggiseno a balconcino le alzava il piccolo décolleté risaltandone la rotondità e il pizzo del perizoma, invece, lasciava intravedere qualcosa ricreando un effetto vedo-non vedo altamente sexy ed intrigante.

«Lo sai che più tardi nessuno dei due ti servirà, vero?»

Alex non vedeva già l'ora. Che Ginevra indossasse il lungo vestito rosso scarlatto o quel tubino corto blu elettrico non faceva differenza: sarebbe stata incantevole con entrambi e, comunque, gliel'avrebbe sfilato via molto presto.
Quella era una sera davvero molto importante per lui e, per scaricare la tensione e non risultare sospetto, aveva cantato per tutto il tempo di preparazione, duettando con la voce in sottofondo di Harry Styles. 'As it was' era la sua preferita del momento e a Ginevra piaceva sentirgliela cantare.

«D'accordo.»

Disse arrendendosi allo sguardo interrogativo della sua compagna, ancora in attesa di una risposta.

«Quello blu. Voglio ammirare le tue splendide gambe per tutta la sera.»

La stava portando fuori a cena, nel ristorante più elegante e costoso della città, perché era questo che lei si meritava.
Ginevra meritava il meglio.
E doveva farle una proposta importante.
Lei era importante.
Le si avvicinò, poggiando la mano sul suo addome ricurvo ed accarezzandolo dolcemente.

«Ho avuto paura di non poter farti diventare padre un'altra volta.»

Gli confessò lei, guardandolo con tristezza.
Era Ivar che stava ricordando in quel momento, Alex lo sapeva. Come Ginevra, anche lui pensava spesso al loro bambino. Di quale colore sarebbero stati i suoi occhietti, a quando avrebbe cominciato a camminare o in che occasione avrebbe detto per la prima volta 'papà'.
Ivar non aveva mai avuto l'opportunità di conoscere i suoi genitori, ma loro l'avevano amato da subito, ugualmente.
Dopo un lungo anno abbastanza travagliato, in cui più volte avevano provato (senza successo) ad avere altri figli, Ginevra era andata da lui con l'ennesimo test di gravidanza in mano, piangendo.

'Incinta - 6 settimane'

E si era sentito finalmente vivo, di nuovo.
Lei invece, da quel momento sembrava essere guarita dalla sua depressione e tutto era tornato come all'inizio: normale, sereno e felice.
Ecco perché si trovavano in Sicilia. Ginevra aveva più volte espresso ad Alex il desiderio di andare a Taormina, luogo che, nonostante le sue origini siciliane, non aveva mai avuto occasione di visitare. E lui l'aveva accontentata, perché vederla felice era l'unica cosa al mondo che fosse davvero importante.
Tentò di tranquillizzarla, baciandola sulle labbra.

«Sarà una splendida bambina.»

Lei gli sorrise, posandogli una mano sulla sua prima che lui parlasse di nuovo.

«Và a prepararti amore, o faremo tardi.»

Le era piaciuto il suo tono, così affettuoso ed amorevole come lo era sempre stato, accompagnato da quel pizzico di malizia che l'aveva spinto a darle una pacca sul sedere prima di lasciarla allontanare.
Quell'uomo non smetteva di conquistarla, ogni giorno, in ogni situazione, qualsiasi cosa facesse, rendendola sempre felice.

Alex era la sua felicità.
Lo scoglio su cui avrebbe sempre trovato appoggio.
L'alba dopo il suo tramonto.
La linfa per il suo fiore.
La cura per la sua maledizione.

-

«Si, è la scelta giusta, amico mio.»

Marco c'era sempre stato per lui e per questo doveva essere il primo a saperlo.

«Voglio che sia mia per sempre, ed ora che aspettiamo un figlio, ora... è giunto il momento.»

Alex parlava piano al cellulare per non farsi sentire da Ginevra, ancora in bagno per gli ultimi ritocchi al make-up.
Era talmente eccitato da non riuscire a smettere di rigirarsi quel cofanetto fra le mani.

«Dovresti fare lo stesso anche tu!»

«Sai come la penso sul matrimonio, Alex.»

Gli disse Marco, sconsolato.

«Però ti terrò in considerazione come mio testimone se dovessi cambiare idea!»

La chiamata si interruppe così, dopo un saluto veloce.
Alex diede un'altra occhiata all'anello che aveva comprato per Ginevra. Un gioiello d'oro bianco sottile, semplice e senza pomposi sfarzi, come piaceva a lei, con solo un diamante al centro, piccolo ma tanto prezioso esattamente quanto lei lo era per lui.
Non vedeva l'ora di vederlo indossato.
Proprio nell'attimo in cui stava riponendolo nella tasca dei pantaloni blu scuro, udí Ginevra urlare il suo nome da lontano.
Si voltò repentino e, scattante, corse verso il bagno.

«No... no, no, no.»

Gli occhi sbarrati, la gola improvvisamente secca e la bocca totalmente incapace di salivare, deglutire e produrre alcun suono se non sussurri appena accennati.
Era rimasto bloccato alla porta quando vide Ginevra tremare, con il vestito sporco e in preda al dolore seduta sulla pozza di sangue che, lentamente, si stava espandendo al di sotto delle sue gambe sul brillante pavimento di marmo.

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