EPILOGO - STELLE CADENTI

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"Mio caro Alex,

Sono passati tre anni ed io ricordo come fosse ieri quando ho incrociato il tuo sguardo per la prima volta; tutt'oggi riesco a sentire i brividi da pelle d'oca che il tuo sorriso smagliante mi aveva provocato e ho ancora adesso le narici invase dal profumo della tua pelle.
Sei stato fantastico, il fidanzato migliore del mondo, quello che ogni donna sogna di incontrare. Mi hai amata incondizionatamente e me l'hai dimostrato in ogni modo possibile, ogni giorno, senza mai sbagliare nulla. Ti sei sempre preso cura di me, con dedizione, coraggio e caparbietà, anche quando avresti voluto solo cadere a pezzi, quando eri tu ad aver bisogno di me, del mio sostegno.
Quando Ivar è morto ed una parte di te se n'è andata con lui.
Quando abbiamo perso il secondo bambino ed il mondo si è sgretolato sotto i nostri piedi.
Hai reso la mia vita meravigliosa, riempiendola di gioia, felicità ed immenso amore. L'hai illuminata, inondata di luce, proprio come fa una stella.
Tu sei stato la mia stella, Alex.
Nessuna donna sarebbe mai potuta essere più felice ed orgogliosa di quanto lo sono stata io. E per tutto questo, ti sarò eternamente grata.
Ti prometto che non dimenticherò nulla: le colazioni a letto e il solletico di prima mattina, i tuoi scatti fotografici dopo aver fatto l'amore e i pomeriggi in pasticceria a mangiare le nostre torte preferite.
Custodirò tutto tenendolo gelosamente al sicuro nella mia memoria fino alla fine dei miei giorni.
Ho speso una vita intera a cercare l'utopico 100 ed ho trovato te, che invece sei stato molto di più.
Il mio 100 infinito.
Mi rammarica profondamente non poter dire lo stesso di me; credo di essere stata a malapena un 60. Un mediocre, se non addirittura totale fallimento. Perciò ti chiedo scusa. Non sono stata in grado di ripagarti in alcun modo, anzi, ti ho solo causato un mucchio di problemi e sofferenza e sono fortemente convinta di non riuscire a fare diversamente, in futuro. Esattamente per questo, proprio perché meriti il meglio che il mondo ha da offrire, per la prima volta in vita mia scelgo di mettere da parte l'egoismo e di prendermi cura di te nell'unico modo possibile, liberandoti delle catene a cui io stessa ti ho tenuto prigioniero.
Non considerarlo un abbandono: piuttosto prendilo come un altruista atto d'amore, probabilmente l'unico che abbia mai fatto per te.
Stavolta non perdere tempo a cercarmi, perché non mi sono persa.

Perdonami se non te l'ho mai detto, se non l'ho fatto ogni volta che avevi bisogno di sentirlo, tutte le volte che avrei dovuto.
Ti amo, Alex Høgh Andersen, con tutto il mio cuore.

Ora ed eternamente tua,

Ginevra."

Alex si accese una sigaretta.
Era rimasto a fissare quella lettera per ore, incredulo e moralmente distrutto.
Ginevra aveva fatto i bagagli e se n'era andata, lasciandolo solo, perso, totalmente svuotato e con il cuore a pezzi.
Anche se nell'ultimo periodo sembrava essere migliorata, la depressione e la sensazione di non essere abbastanza non l'avevano abbandonata.
Alex non ce l'aveva fatta. L'amore che provava per lei non era stato sufficiente a liberarla dalle paure, ad allontanarla dai suoi demoni, a scongiurare la sua maledizione e, nonostante tutti gli sforzi, non era riuscito a salvarla.
Dopo averci giocherellato un po', fece scattare la fiamma dell'accendino, ripiegò il foglio con cura e lo bruciò.
Aspettò solo qualche minuto, giusto il tempo necessario per vederlo ridursi in un mucchio di cenere prima di incamminarsi verso casa, lasciandosi alle spalle il molo, il porto e la statua della Sirenetta che era sempre lì, immobile, rimasta ormai l'unica spettatrice di quella magnifica pioggia di stelle cadenti sotto il cielo agostino di Copenhagen.

FINE

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