IV - IL CONFRONTO

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«Cosa diamine ti è preso?!»

Alex era furioso, ed aveva tutte le ragioni per esserlo.
Scomparire per 12 ore e non dare segni di vita non era la scelta giusta per affrontare il problema, eppure Ginevra non aveva trovato soluzione migliore.
Alex non era solito chiamarla durante il turno di lavoro e, se non l'avesse fatto, non si sarebbe accorto di nulla. Ecco perché non le era sembrata un'idea tanto malvagia.
Era uscita dopo di lui con l'intenzione di farsi trovare a casa al suo ritorno; non avrebbe mai saputo nulla, se solo non avesse avuto l'idea di cercarla, e per cosa? Per dirle che grazie a lei quel giorno si sentiva particolarmente in forma, pieno di ispirazione e per ricordarle, ancora una volta, che la amava da impazzire.
Questo le aveva confessato, in preda al nervosismo e all'irrequietezza.

«Mi dispiace.»

Era tutto quello che era riuscita a dirgli.
Quel ragazzo non sapeva più come dimostrarle l'amore che provava e lei, invece, lo ripagava col silenzio. Fuggendo. Rimanendo con la testa china e lo sguardo rivolto al pavimento.
Alex si accese una sigaretta e le si sedette accanto, facendosi spazio fra i cuscini in velluto del divano color panna.

«Ginevra, ascoltami.»

Le aveva alzato il mento per guardarla negli occhi ambrati sfumati di verde che lui aveva sempre trovato magnetici ed incantevoli.

«So che non è facile stare con uno come me. Il mio non é un lavoro come gli altri; ti preclude molte cose e ti allontana dagli affetti. Sto cercando di starti accanto il più possibile, ma ti prego, abbi pazienza e cerca di comprendere.»

Lui sapeva bene che il più grande incubo della sua ragazza era l'abbandono. Ne avevano parlato tante volte. Ecco perché si stava giustificando, cercando di rassicurarla: lui l'amava, come mai aveva fatto prima d'ora con altre donne e il solo pensiero di separarsi da lei -adesso che era certo di volerla nella sua vita per sempre- gli apriva una voragine in petto da mozzargli il respiro.
Ma Ginevra aveva paura. Paura di lui, della sua perfezione, della sua magnanimità e del suo altruismo, di tutto quell'amore che le colmava il cuore di gioia e di preoccupazione allo stesso tempo. Cosa ne sarebbe stato di lei, se tra loro fosse finita, un giorno? Il suo uomo non era solo un attore ormai affermato ma anche fotografo, modello e cofondatore nonché ambasciatore di una nota azienda produttrice di pregiati orologi danesi, con una vita frenetica piena di incontri e sempre a stretto contatto con donne affascinanti sicuramente più di lei che era soltanto un'ordinaria ragazza di provincia.
Perché uno come lui avrebbe dovuto accontentarsi di una come lei, quando il suo 'mondo' pullulava di perfezione? Non voleva essere lasciata di nuovo; non sarebbe riuscita a reggere il dolore per la seconda volta e, piuttosto, avrebbe preferito uccidersi.
Lui era così prezioso... Più che abbastanza, assai.
Alex era diventato troppo.

Ginevra ascoltava rapita ogni parola godendo della sua voce calda ed estremamente sexy. In realtà, tutto di lui era un richiamo per la sua libido, e ogni volta che le stava così vicino, diventava davvero complicato per lei resistergli. Nonostante non fosse il momento più adatto, aveva solo voglia di sentirlo sopra, sotto, contro e dentro di lei.
Promise a se stessa che avrebbero continuato il discorso soltanto a desiderio appagato, così, senza proferire alcunché - mentre Alex continuava a parlare - si alzò dal divano, inginocchiandosi davanti a lui.
Non gli aveva staccato gli occhi di dosso neanche un attimo, mentre gli abbassava la zip dei jeans.

«No Ginevra, ti prego...»

Sempre la stessa storia. Ogni volta che cercava il confronto, finiva così. Adorava fare l'amore con lei ed entrava in estasi per il suo sesso orale, ma Alex era convinto che quella non fosse affatto la soluzione ai problemi. Non poteva sempre troncare ogni discussione con un pompino pre-scopata.
Ginevra non stava bene e doveva essere aiutata. Perché se stava male lei, allora era lo stesso per lui.
Si sarebbe preso cura della sua donna in ogni modo possibile...

«Shh...»

...non prima però di esplodere di piacere fra le sue abili ed esperte labbra umide.

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