Pur essendo molto lontane, le alte onde che si frantumano sulla spiaggia, non possono mancare nei risvegli di Megan. Nonostante il frustrante suono della sveglia, che stava ignorando da più di un'ora, scoppiò a ridere.
Era una sorta di inestimato ringraziamento. Al campus non solo era costretta ad alzarsi prima che sorgesse il sole, ma se era fortunata bastavano le urla del generale a farla scattare in piedi, altrimenti non potevano mancare le secchiate di acqua ghiacciata da parte dei suoi compagni di stanza.
Prenderla in giro per la sua età, evidentemente non era sufficiente. Non solo era una delle poche ragazze della scuola, ma il destino volle che doveva essere la più piccola di tutti gli allievi, oltre ad essere riconosciuta tra i raccomandati.
Ma diventare pilota era il suo sogno fin da quando era bambina.
Fù grazie a sua nonno che poté innamorarsi del volo. È come se toccare le nuvole fosse il suo unico obbiettivo, la sua fonte d'ossigeno. Questa è l'unica cosa che può dire di non aver ereditato da sua madre. Lei, a differenza sua, viveva seguendo le correnti del mare e anche se si divertiva un mondo da piccola con lei e Amelia, sulla loro barca a vela, non riusciva a staccare i suoi grandi occhi color nocciola dal cielo.
Era lei la prima a distrarsi, tra i banchi di scuola, quando un aereo passava nelle vicinanze e cavoli se era migliore nei test sulle guerre americane; fù lei a insegnare ai suoi compagni gli avvenimenti che portarono l' attacco di pearl arbor, con tutti i termini della marina annessi.
Quello era il suo ultimo giorno di ferie.
Una piccola pausa per starsene tranquilla con la sua famiglia senza chiamate di emergenza. Nell'aria soffiava l'odore di una nuova missione in arrivo e Megan si eccitava solo all'idea di mettersi in volo. L'unica cosa che la preoccupava era di non sapere chi sarebbe stato il capitano "so tutto io" della nuova squadra.
Non riusciva a fermarla nessuno. Lei non mollava mai.
La trattavano tutti come una bambina, la novellina del gruppo, quando invece è stata la migliore del suo anno.
Ormai era quasi mezzogiorno e la nostra ragazza si stava finalmente vestendo per scendere al piano di sotto quando ricevette un messaggio più che inaspettato.
Nonostante Phoenix fosse la sua migliore amica dai tempi dell'accademia, di certo un "ti voglio bene" accompagnato da un "a stasera" non era certo da lei. Megan rispose con una faccina sorridente e un cuore giallo, il suo colore preferito, per poi correre giù dalle scale per raggiungere il soggiorno.
<Finalmente, ci chiedevamo se fossi ancora viva!> scherzó la madre con i gomiti appoggiati al bancone della cucina. Di fronte a lei si trovava la piccola Amelia, che in un suo attimo di distrazione, riuscì a stringerla forte, cogliendola di sorpresa.
<Ma insomma! Ti sembra ora di svegliarti? È il nostro ultimo giorno...> esclamò la sorella fingendo un broncio di tristezza.
<Avete ragione! Ma so io come farmi perdonare. Che ne dite? Il tempo sembra buono!> solletico cosi il pilota le altre due.
Insieme risposero con un cenno affermativo della testa e felici corsero in una vera e propria gara in direzione della spiaggia. E che giro in barca sia.
Trascorsero insieme tutto il pomeriggio, illuminate dai tiepidi raggi del sole e la brezza marina di fine estate che li soffiava tra i capelli. Fu uno dei più belli che "Willow" avrebbe ricordato per sempre.
A casa tornarono solo lei ed Amelia, con la promessa che avrebbero raggiunto la madre al bar in seguito, verso l'ora di punta; ma ad entrambe l'idea non faceva impazzire neanche un pò, Amelia avrebbe dato una mano alla mamma per servire ai tavoli mentre Megan dovrà conoscere i suoi futuri compagni di "squadra" e fingersi una persona sociale da questa serata in poi. Se non fosse stato per Phoenix, a causa della sua allergia verso gli esseri umani dotati di testosterone, probabilmente non avrebbe nemmeno superato il corso.
Ma di certo non è colpa sua se è cresciuta senza mai conoscere l'identità di suo padre e soprattutto non era stata lei a tradire sua madre con un'altra, dopo sette anni di relazione, per poi scappare alle Hawaii limitando al massimo ogni forma di contatto.
Scott non fu di certo un galantuomo, ma almeno Amelia poteva dire ai suoi compagni di classe di avere avuto un "padre" almeno per un breve periodo.
Quando calò la notte, Megan si vestì con le prime cose che le capitarono sotto mano per poi concludere l' outfit con la sua amata giacca di pelle color petrolio e i suoi Ray-Ban di vecchia generazione.
Nonostante il dress code della serata richiedeva la divisa militare, Willow si rifiutava di indossare quella tortura anche fuori servizio, all'inizio vestiva l'onore che simboleggiano le spille che porta sul petto, ma odiava che per la maggioranza sono unici oggetti di vanto.
Afferrò i due caschi della moto in garage e urlò verso l'appartamento di sopra pregando la sorella di darsi una mossa. Era ora di andare.
Questa è anche una delle ultime volte che poteva sfrecciare nel vento guidando la sua adorata Harley Davidson. Le mancherà molto, poteva scommetterci.
<Auguri per stasera!> esclamò il pilota abbracciando la sorella.
<Lo sai che sei tu l'unica fra le due ad averne bisogno...> la stuzzicò così la minore ricambiando l'abbraccio.
<ahahahah si! Davvero esilarante. A dopo ranocchia!> concluse Megan.Appena arrivate, Megan entrò dalla porta d'ingresso mentre Amelia decise di passare per il retro. Era una tipica serata da bar, la gente si divertiva nella sua totale spensieratezza, magari sorseggiando qualcosa di un elevato contenuto alcolico.
Ma Megan non era una persona normale.
<Cielo! Cosa vedono i miei occhi, finalmente sei arrivata! Senza divisa, ovviamente...> esclamò Phoenix correndole incontro con tutto il suo innaturale entusiasmo, ma le due non si vedevano da tempo.
<Lo sai che la odio indossare per le stupidaggini...> rispose Willow per poi stringerla forte a sé.<Forza, gli altri ti stanno aspettando per una partita... Willow? Che succede? Non dirmi che...> l'amica gli era sbiancata completamente davanti agli occhi da un momento all'altro.
<No tranquilla! Sto bene. Tu sì che mi conosci, Nat! Non vedo l'ora!> esclamò l'amica con il massimo del sarcasmo.
Di certo non era lì per fare amicizia. Li vedeva da lontano. In fondo la sala, colorandola di un verde militare intenso. Qualcosa la stava bloccando.
Com'è che si faceva a respirare?
<Ricorda! Devi lascirti andare!> la incoraggió ulteriormente Phoenix.
<Si, d'accordo. Solo che! Dammi, solo un momento.> esclamò infine lei dileguandosi.
Perché doveva accadere in quel momento...
•~•
Piacere! Io sono Ele. Per chi non mi conosce, gli basta andare sul mio profilo. Chi è che ama il bellissimo Rooster? Io. È per questo che ho deciso di inventare questa fanfiction su di lui. Se il primo capitolo vi è piaciuto rimanete connessi! Ah e non dimenticatevi di votare! Grazie lo apprezzo davvero molto!
A presto, giovani piloti!
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Vertigini a prima vista [Rooster Bradshaw]
FanficMegan Benjamin è la nipote di un noto ex ammiraglio della marina. Finita la scuola scelse di intraprendere l'addestramento militare diventando così una del gruppo d'élite dei diplomati "Top Gun". Conosciuta principalmente con il nominativo di "Willo...