Capitolo 14.

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Stiles stringe gli occhi e si sfila i vestiti, restando nudo per la prima volta davanti a qualcuno che non è Derek. «Fatti vedere» ordina e Stiles ubbidisce girando su se stesso e sforzandosi di non coprirsi. «Avvicinati.»

Peter gli accarezza un fianco. «Sei molto bello, siediti qui e apri le gambe» dice indicandogli il bordo del tavolo proprio davanti a lui.

Stiles vorrebbe piangere e andarsene ma Peter ha mantenuto la parola e lui sta facendo tutto quello per permettere a Derek di tornare a casa, di tornare da lui. Si posizione come richiesto e lascia che le mani di Peter gli accarezzino le gambe e lo tocchino come non vorrebbe. Quando, con le dita, percorre il suo spacco, deve farsi forza per non chiudere le gambe e si morde un labbro per non emettere fiato mentre entrano dentro di lui senza preavviso. «Quanto sei stretto! Mio nipote è incapace perfino di scoparti come si deve» dice uscendo e rientrando con due dita.

«Derek sa come scoparmi» ribatte non riuscendo ad evitarlo.

Peter si slaccia i pantaloni, liberando la sue erezione, e si toglie la maglia. «Allora fammi vedere cosa sai fare» lo invita mettendosi comodo sulla sedia.

Stiles lo guarda confuso, consapevole di non essere pronto a prendere il membro di Peter senza provare dolore. Ma l’uomo non sembra interessato e lo strattona per un braccio, facendolo cadere sulle sue gambe. Gli passa una bottiglietta di olio. «Mi sento magnanimo, puoi usare questo.»

Le dita di Stiles tremano mentre aprono il contenitore e se ne versa un po’ sulla mano per poi cospargere il pene di Peter che sospira. «Avanti, fammi vedere come lo prendi bene» ordina.

Stiles si solleva e scende lentamente sul membro di Peter che non sembra soddisfatto dal suo ritmo e lo afferra per i fianchi, spingendolo verso il basso, costringendolo a prenderlo tutto, lasciandolo senza fiato e con gli occhi pieni di lacrime per il dolore. «Be-bellissimo, muoviti!»

Stiles si alza un po’ e si riabbassa, la fronte appoggiata alla spalla dell’uomo per impedirgli di vederlo soffrire per le fitte che gli percorrono la schiena. Le mani di Peter non gli lasciano i fianchi, costringendolo a velocizzare i movimenti. Il rumore della porta lo fa spaventare, pietrificandolo sul posto. «Non ti ho detto di fermarti - dice Peter - e tu sparecchia alla svelta e poi lasciaci soli» continua rivolto alla persona che è entrata.

Stiles pensa di non essersi mai sentito più umiliato di così, costretto a concedersi a qualcuno davanti agli occhi di una persona che domani lo racconterà in tutto il palazzo. Cerca di concentrarsi sui movimenti ma il nodo in gola gli impedisce quasi respirare. Peter non apprezza perché si alza dalla sedia spingendolo con la schiena contro al tavolo ormai libero e aprendogli le gambe ancora di più. «Non sei capace nemmeno di soddisfare un uomo» ringhia l’uomo spingendosi con violenza dentro di lui.

I minuti sembrano interminabili, il bordo del tavolo conficcato nella pelle gli procurerà un grosso livido e sente qualcosa di liquido bagnarlo dietro, sangue o olio non sa dirlo. Spera solo che il tutto finisca alla svelta ma Peter sembra avere un’ottima resistenza o, semplicemente, è a Stiles che il tempo sembra non passare più. Quando finalmente l’uomo viene dentro di lui, Stiles si sente distrutto, completamente dolorante e senza nemmeno la forza di alzarsi. Peter esce senza il minimo riguardo e lo afferra per il braccio. «Abbiamo appena cominciato» dice tirandolo su in un movimento brusco che fa girare la testa a Stiles che perde i sensi.

Fastidio, è quello che Stiles sente e che lo convince ad aprire gli occhi trovando Peter steso vicino a lui su un fianco, completamente nudo. Stiles è coricato sulla pancia e sente un dito dell’uomo giocare con la sua apertura infastidendolo. Ma c’è qualcosa d’altro che gli sembra strano ma non riesce ancora bene a capire di cosa si tratta: gli pare di essere eccitato anche se non si sente tale. «Ben svegliato! Stavo cominciando a pensare di doverti prendere privo di conoscenza» dice Peter.

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