Capitolo 16.

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Stiles ha freddo e si avvicina al centro del letto alla ricerca del calore emanato dal corpo di Derek. Corpo che però non trova al suo fianco, facendolo svegliare completamente. Si alza sempre a fatica ma decisamente meno dolorante e si incammina fuori dalla camera. Ci mette poco a capire dove si trova Derek, gli basta seguire le urla. «No, Peter, tu hai approfittato di lui per colpire me!»

«È stato molto piacevole, è davvero bello quando supplica di venire. E quando piange…»

Derek lo afferra per il colletto e lo sbatte contro al muro. «Sei solo un porco!»

Peter ghigna. «Sei riuscito a dormire con lui sapendo che è stato con me? Hai sentito il mio odore su di lui? Lo hai preso cercando di coprirlo?»

«TACI» ringhia Derek facendo cozzare la testa dell’uomo alla parete.

Ma Peter non sembra avere la minima paura e si mette a ridere. «Non riesci nemmeno a toccarlo, vero? Se non lo vuoi posso sempre prenderlo io.»

Stiles non vuole sentire niente di più. Fatica a respirare e sente il bisogno di scappare da quel posto, di allontanarsi da tutti: non vuole mai più vedere Peter ma pensa di non riuscire a stare neppure al fianco di Derek, non se lo merita. Non merita il perdono dell’uomo e ha tutte le ragioni per non volerlo più toccare. Lui stesso si fa schifo, come potrebbe non farne a Derek?

Torna in camera giusto il tempo per prendere il mantello di Derek e uscire da quel posto senza guardarsi indietro. Non crede di dover spiegare nulla a nessuno, dopotutto Derek gli ha detto che non è prigioniero e che poteva andarsene in qualunque momento ed è quello che vuole fare lui adesso: scappare da lì. Sa che Derek meriterebbe quantomeno un saluto ma è anche certo che non riuscirebbe a lasciarlo se lo vedesse e non può essere così egoista perché sa che l’uomo merita qualcuno di meglio al suo fianco, qualcuno che non è lui così debole e… non riesce neppure a descriversi.

Esce sotto la pioggia e comincia a camminare velocemente. Vorrebbe correre, allontanarsi il più in fretta possibile per evitare che qualcuno lo veda, ma si sente ancora debole. Si dirige verso il bosco, sperando di prendere la direzione giusta e raggiungere Lydia al più presto.

Cammina senza sosta reggendosi ai tronchi che incontra, il freddo che gli penetra nelle ossa, l’acqua che ormai ha trapassato il mantello facendolo diventare scomodo e pesante. Per un momento pensa di abbandonarlo ma non può farlo, è di Derek. Il sole comincia a calare e Stiles si rende conto che forse ha fatto un’enorme cazzata allontanandosi così, senza nulla da mangiare e senza sapere dove sta realmente andando. Un ringhio, un ringhio troppo vicino a lui gli fa venire la pelle d’oca e lo costringe ad appiattirsi contro un grande albero. Un lupo gli compare davanti ma non può essere un lupo comune: è alto, massiccio, ha la pelliccia marrone scuro e gli occhi brillano di rosso. Stiles è terrorizzato, non sa esattamente come ma ha la certezza che quell’essere sta cercando proprio lui e non ha buone intenzioni. Il ragazzo comincia a correre disperato, consapevole di avere pochissime speranze di fuggirgli. L’animale si lancia al suo inseguimento accorciando le distanze e colpendolo ad un fianco con gli artigli. Il dolore gli scoppia nel cervello ma l’istinto di sopravvivenza ha la meglio costringendolo a continuare a scappare. Sa di avere guadagnato terreno ma può anche essere che il lupo voglia giocare con la sua preda. Corre senza sapere dove sta andando, la penombra che gli impedisce di vedere bene gli ostacoli, la pioggia che rende il terreno troppo scivoloso. Proprio non si accorge del dislivello che si trova alla sua sinistra e mette giù male un piede, rotolando lungo la discesa. Sbatte la schiena contro delle radici, restando senza fiato. La bestia si trova esattamente sopra di lui, pronta al balzo. Ma un ringhio fende l’aria e un secondo lupo si mette tra lui e il predatore. Questo animale è leggermente più piccolo dell’altro ma sembra altrettanto forte e fiero. Il suo mantello è nero e gli occhi mandano bagliori blu che rassicurano Stiles. Il lupo marrone attacca quello nero e comincia una furiosa lotta tra i due. Il ragazzo sa che dovrebbe approfittare del momento per andarsene e allontanarsi ma non riesce ad alzarsi e sente di non poter abbandonare l’animale che è venuto a salvarlo. Si limita a trascinarsi dietro ad un tronco e rannicchiarsi in attesa che la battaglia abbia fine. Un guaito si alza e il cuore di Stiles perde un battito perché è certo che quel verso sia del suo lupo. Passano lunghi minuti prima che il silenzio torni prepotente e Stiles ha paura ad uscire dal suo nascondiglio. Passi leggeri si avvicinano convincendo il ragazzo ad alzare lo sguardo. Il lupo nero si erga davanti a lui, gli occhi ora sono rossi ma Stiles si trova a non esserne minimamente spaventato. Allunga piano la mano e l’animale appoggia il muso sul suo palmo. «Derek?» sussurra Stiles.

Un leggero guaito risponde e Stiles si trova ad abbracciarlo e affondare la faccia nel morbido pelo lasciando andare le lacrime. «M-mi dispiace, non volevo andarmene così. Tu… sei ferito?» domanda ricordandosi del lamento udito.

Tasta il corpo del lupo trovandolo umido su un fianco. Si sfila il mantello, lo strappa e lo lega attorno alla vita dell’animale che lo lascia fare, per nulla infastidito. «Ecco, non so a quanto può servire ma… - una leccata sulla faccia lo interrompe - Avevi ragione tu, assomigli più ad un lupo» dice per poi perdere i sensi.

Stiles si sveglia in un letto familiare, la testa appoggiata al petto di Derek. L’uomo sembra profondamente addormentato e Stiles cede alla tentazione e gli accarezza il viso e i capelli sorprendendosi di quanto sembri sempre più bello. Il suo respiro cambia impercettibilmente. «Dovreste smetterla di fingervi addormentato.»

«Ti stavo solo dando la possibilità di scappare» dice senza aprire gli occhi e restando fermo per sottolineare la cosa.

Stiles appoggia di nuovo la testa sullo stomaco di Derek. «L’ho già fatto una volta e siete venuto a salvarmi.»

«Ma non sapevi cos’ero.»

«E non lo so nemmeno ora. Cioè, ne ho un vago sospetto ma non ne sono sicuro.»

Derek sospira come se cercasse il coraggio di dirlo ad alta voce. «Sono un lupo mannaro.»

«Oh, okay.»

L’uomo ribalta le posizioni, facendo attenzione a non fargli sbattere il fianco ferito. «Okay? Solo questo?»

Stiles gli sorride, un piccolo sorriso. «Cosa dovrei dirvi? Che vi immagino a scaldarmi d’inverno con la vostra morbida pelliccia?»

«Non hai paura di me?» domanda sorpreso.

«Perché dovrei averne?»

«Sono un mostro.»

«Siete bellissimo anche da mannaro. E mi avete salvato. Questo mi basta per non avere paura di voi» risponde accarezzandogli il volto.

Derek gli afferra la mano, baciandogli le dita, scendendo lungo il polso e percorrendo tutto il braccio, fino a raggiungere la spalla, il collo e, infine, finalmente, le labbra. Stiles sospira in quel bacio, ricambiandolo subito con passione: lo vuole, lo vuole disperatamente. Ha bisogno di sentirlo, di sapere che andrà tutto bene e che resteranno assieme. Aggancia le gambe alla vita di Derek quando sente il corpo del mannaro irrigidirsi e la sua bocca spostarsi. «Stiles...»

Stiles sente le lacrime pungere gli occhi, si scosta dal corpo di Derek e si mette sul fianco, coprendosi completamente con le coperte, la sensazione di essere appena stato rifiutato pesante come un macigno sullo stomaco. Le braccia di Derek lo avvolgono con gentilezza mentre le labbra si appoggiano sul suo collo. «Sei debole, non è il momento.»

«Non mi farete del male» prova con un sussurro.

«Non voglio, non adesso.»

«V-vi amo» dice odiandosi per quella voce spezzata.

«Riposa! - consiglia Derek con tono gentile - Si sistemerà tutto» assicura.

Dusk Till DawnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora