ostaggio

806 31 2
                                    

Era un giorno caldo e afoso, gli esami di terza media erano finiti.
Ester dopo aver visto i quadri stava tornando a casa.
Era così felice di andarsene, finalmente si sarebbe allontanata da quelle persone crudeli e false, che l'avevano ferita e abbandonata. Finalmente sarebbe andata a fare una scuola che gli piaceva, avrebbe ricominciato tutto. Non ci sarebbe stata più nessuna sua "amica " a rovinargli la vita
*Che bello passata con nove, nessuna delle mie compagne verra alla mia scuola... beh ora non mi sentirò più inferiore... sembravano tutte uscite da una casa di bambole e io da una fabbrica di sanitari*
pensò un po irritata.
Il sole di mezzo giorno splendeva sulla sua testa. In giro non c'era nessuno. alzo la testa guardo fra la chioma di un albero * wow nuova vita , nuova scuola, nuove compagne, chissa potrei trovare ancge un ragazzo e scordarmi di Kevin, oramai mi piace da un po ma non lo ha mai capito , l'unico che vorrei non mi prendesse in giro è il primo a farlo e per di più mi piace proprio non riesco a scordarmelo... è perfetto ,apparte la mania ossessiva per il calcio, ma è stupendo, un po più alto di me (qundi non proprio una cima io sono alta 1 .65) castano capelli lunghi con un ciuffo che copre i suoi splendidi occhi azzuri ,magro alla moda... era ovvio che non mi avrebbe mai voluto , e poi sta con Carolina la più troia dell'istituto, bionda magrissima occhi celesti vestiti attillatissimi... che troia , aveva tradito kevin un mucchio di volte proprio non se lo merita* pensava. Ester si guardó attorno, la strada era vuota , le case tutte sigillate, la strada sgombra, c'era dolo un furgoncino bianco, quelli tutti chiusi da elettricista, e un auto rossa in fondo alla strada. Il suo alla fine era solo un mediovre paesino che presto però sarebbe stato sotto tutti i riflettori. Si stava incamminando verso casa, era proprio dietro al furgoncino. Improvvisamente le porte sul retro si apririno di stonfo e qualcosa la colpí.
Quando si svegliò era dentro il furgoncino, stesa a terra bagnata le caviglie legate,la bocca tappata da un fazzoletto legato dietro la testa e i polsi legati dietro la schiena; *perché? Che ho fatto stavolta? Perché sono bagnata? Per non far rintracciare il mio odore?*
Si guardò attorno; in un angolo c'era un borsone nero, si guardò ancora attorno con aria spaventata. Aveva i piedi rivolti verso le porte sul retro r ls testa verso la parte anteriore la poca luce che c'era arrivava da una finestrina che si affacciava sui posti del passeggero e guidatore. Ester di accorse di star piangendo, senza nemmeno essersene resa conto.
Non sapeva da quanto tempo fosse svenuta, dove la stessero portando, ne perché fosse li. Si chiedeva soltanto perché stesse capitando a lei. Continuó a osservare il retro del furgone. Vide alcuni secchi di metallo con un coperchio. * secchi? Che ci fanno qui? A cosa servono? Che diavolo c'è dentro? Sono serviti per bagnarmi?* pensava piangendo e agitandosi disperata.
Il furgone stava prendendo una strada sterrata, si intuiva dal terreno irregolare, pieno di dossi e cunette, che stava prendendo; e facevano tremare tutto il furgone. Improvvisamente si fermo!
Si senti la portiera che si apriva e vebiva sbattuta forte; qualcuno calpesava il terreno circostante probabilmente erboso. Le porte si aprirono. Erin vide difronte a se una donna. Magrissima, alta, capelli lisci neri , lunghi, portava la divisa nel mezzo, indossava un maglione nero a collo alto insolito per la stagione estiva; pantaloni stretti bianchi e dei guanti da chirurgo. La donna avvicinò le mani; Ester cominciò a dimenarsi. La donna montó sul furgoncino e prese un secchio , ester si dimenava come una pazza, gli rovescio il secchio addosso, proprio ora che si era asciugata. Acqua, era solo acqua. Ester venne presa per le braccia e la fece sedere sul bordo del furgone. Le ordino di stare immobile. Ester obbedi, aveva troppa paura, e poi che avrebbe potuto fare? Non poteva andare da nessuna parte. Ester guardò fuori dal furgone. Erano in un bosco, un bosco sperduto. La ragazzina venne presa dal panico e cominciò a piangere *MORIRO QUI! MORIRO QUI! E NON MI TROVERANNO! *pensava agitandosi.
La donna afferrò il borsone, "FERMA!!!" Ester si immobilizzo! La donna appoggio il borsone davanti a lei, lo aprí, e ne tirò fuori un coltello affilato. La donna alzò la testa e guardò in faccia Ester sorridendole. La giovane cominciò a dimenarsi "ho detto ferma"

IL BURATTINAIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora