Capitolo 11

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Ore 10:40.
Mi voltai verso l'altra parte del letto, strinsi la mano in un pugno strofinandomi poi, gli occhi.
Era una giornata abbastanza soleggiata quella, fino a quando... Un lampo non rimbombò in tutta la stanza.

«Accidenti! Ci mancava solo questa..» sospirai per poi alzarmi dal letto. Sentivo la stanza vuota, come se mancasse qualcuno e a quanto pare non mi sbagliavo.
Dov'era finito Harry?
Mi guardo attorno senza trovarlo, mi avvicino al bagno e apro la porta con cautela. Al suo interno vidi la figura di Harry a petto nudo, aveva appena finito la doccia e le goccioline d'acqua calavano lungo le braccia possenti del ragazzo ricoperto di tatuaggi, non ne ricordavo cosí tanti, ma a dir la verità era veramente sexy. Afferrai il labbro con i denti restando imbambolata per qualche secondo.

«Scarlett?» fú lo schioccare delle dita del ragazzo a svegliarmi dai pensieri che stavano vagando nella mia mente.

«Ugh.. Si?» lo guardai spostandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio. Mi sarebbe piaciuto molto passare una giornata con Harry a fare cazzate in giro per la città, come ai vecchi tempi, ma ormai non era piú possibile.
Si avvicinò a me con un sorrisetto stampato in viso. Che stava cercando di fare?

«Sh...» posò un dito sulle mie labbra iniziando a baciarmi dolcemente.
Sentivo lo stomaco andarmi a fuoco, senz'alcun motivo.
Era da un po' che avevo iniziato a frequentare Luke e credevo di trovarmi veramente bene con lui, vorrei potermi fermare...ma é piú forte di me. Non ce la facevo, ma dovevo farlo. Non potevo rovinare il rapporto che avevo creato con Luke. Non per uno stupido bacio, che stupido non era. Non per lui. Mi staccai dalle sue labbra mugulando qualcosa di incomprensibile.

«Che ti prende?» mi guardò con fare interrogativo. Non volevo essere un giocattolo per Harry, non una di quelle ragazze che si faceva ogni sera.

«Harry... smettila.» dissi rimproverandolo.

«Dai, é solo un bacio» in quel preciso istante sentii il mio cuore frantumarsi in mille pezzi. Come se una parte di esso stesse crollando.

Solo un bacio. Quella frase iniziò a ripetersi nella mia mente all'infinito. Era insopportabile. Un tormento.

«Perché lo hai fatto?» chiesi. Perché stavo perdendo tempo a parlare con lui? A parlare con un idiota.

«Perché ne avevo voglia» ammiccò per poi allontanarsi dal bagno ed entrare in camera. Questo suo atteggiamento. Questo suo modo di fare. Mi dava fastidio piú di qualunque altra cosa potesse esserci in quel momento.
I giorni passarono in fretta e dopo l'accaduto non avevamo parlato molto, se non per fare le ordinazioni o per chiamare il taxi.
L'unica cosa che volevo fare era tornare a casa e dimenticare quello stupido viaggio.
Appena accesi il cellulare vidi una quindicina di chiamate da Luke.
Sono successe troppe cose facendomi scordare Luke. Luke. Dovevo chiamarlo, ma ero in autostrada e la rete non prendeva molto, Harry stava in silenzio a guidare e io mi limitai a scacciare qualche sospiro guardando fuori dalla finestra.
Il viaggio durò circa un ora e il mio corpo a malapena mi reggeva, decisi di andare direttamente nella stanza degli ospiti a dormire.
Dovevo fare una cosa... ma non ricordo cosa. Ah si, Luke.
Luke.
Presi immediatamente il cellulare e digitai il suo numero. Erano le 11:46 pm, spero solo sia sveglio. Risponde la segreteria telefonica. Dopo circa una decina di tentativi mi arresi posando il cellulare. Harry non si era ancora fatto vivo, sarà andato a letto, sicuro.
Ripresi il cellulare e notai un messaggio da mia madre. Mi aveva scritto che sarebbe tornata una settimana in ritardo e che io sarei dovuta restare da Harry fino al suo ritorno. Il fatto é che io non ci volevo stare qua. Mi accasciai sul lettone e iniziai a scorrere con il pollice sullo schermo le notifiche di Twitter.
Sentii la porta del piano di sotto aprirsi. Erano passate un paio d'ore e ancora non avevo sonno. Mi alzai dal letto e accesi la torcia del cellulare per andare a controllare, sentii i brividi percorrermi la schiena. Il solo pensiero che un ladro si fosse intrufolato in casa di Harry mi faceva venire la pelle d'oca. Scesi le scale lentamente fino a puntare la luce contro la porta.

«Spegni quella maledetta luce!» esclamò una voce maschile. Non riuscivo ancora a vedere, mi avvicinai un po' e vidi Harry. Aveva una voce diversa dal solito, piú calma, piú intensa, un dubbio sorge nella mia mente.
Cosa diavolo ci faceva Harry alle due di notte in giro?

«Intanto ti calmi.» uno sbuffo uscí dalla mia bocca attirando la sua attenzione.
Aveva i ricci scompigliati e le labbra piú rosee del solito.

«Che stavi facendo in giro a quest'ora?» inarcai un sopracciglio portandomi le braccia al petto.

«Non sei mia madre. Non ti devo alcuna spiegazione.» rispose lui.
Non mi dava fastidio il fatto che non volesse dirmi cos'aveva fatto in giro fino a quest'ora, ma il tono con cui mi aveva risposto!
Lui, ignorandomi, salí le scale borbottando qualcosa. Lo seguii e lo fermai per il braccio facendolo girare verso di me, i nostri occhi si incrociarono per pochi secondi per poi ignorarsi.

«Dove sei stato?» continuai a guardarlo negli occhi. Sinceramente non sapevo la causa per cui mi stessi comportando in questo modo, é un atteggiamento infantile, ma volevo sapere, sapere ciò che aveva fatto fino a quest'ora. Soprattutto dopo il lungo viaggio.

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