02.

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È un mese che Manuel frequenta il liceo e gli allenamenti di pallavolo.
Non si sono mai parlati, se non riguardo lo sport che hanno in comune.
Manuel stuzzicava continuamente Simone, con occhiate, toccatine e frasi che alludevano a un qualcosa di spinto. O a un suo fallimento.
La maggior parte delle volte ne rideva o rispondeva, altre volte si arrabbiava e lo lasciava solo negli spogliatoi con un sorriso sfacciato sul volto.
Ma questi momenti pare che a nessuno dei due dia fastidio. Pare perché Simone cerca sempre di mostrarsi contrariato e disgustato dai suoi comportamenti, fallendo ogni volta.
Ma si convince che non sia così.
Lui lo odia, no?

È mercoledì e oggi hanno 2 ore di latino con Lombardi, che a Manuel fa incavolare a morte perché interroga sempre lui e, puntualmente, non sa mai la risposta beccandosi un 3. O 2, dipende.
Simone lo prende in giro quando succede, ottenendo un calcio sotto il banco come risposta.
Perché sì, si sono ritrovati compagni di banco per caso, quello di Manuel è stato occupato da Matteo. Un ragazzo che a lui non piace, per niente.
Ma a nessuno dei due dispiace, anzi si trovano molto bene insieme. Se non si stuzzicassero la maggior parte del tempo sarebbero ottimi amici.
Ma sanno che non è questo il loro destino. Amici.

- Simo' -
Sente Simone mentre è girato di spalle a farsi la doccia.
- Mh? -
Manuel si avvicina seguendo la voce.
- Oggi mi dai no strappo a casa? -
Si sporge nella doccia.
La visione che si trova davanti lo fa immobilizzare.

I capelli bagnati di Simone, la sua schiena muscolosa, le braccia che accarezzano il proprio corpo, la testa piegata di lato e gli occhi socchiusi.
Non riesce a staccargli gli occhi da dosso.

- Seh - fa un sospiro e apre gli occhi - Te porto io, tranquillo. -
Manuel è ancora lì a osservare i lineamenti del ragazzo davanti a se', che si gira per controllare se abbia sentito.
- Che c'è? - si gira con tutto il corpo - Te piace perciò mi stai fissando? - conclude con un sorrisino.
- No. - lo guarda negli occhi - Hai solo dei bei muscoli. - lo squadra prima di allontanarsi. "No."
Simone se la ride e si passa le mani fra i capelli restando girato verso Manuel.
- Mi provochi e poi scappi se te becco a fissarmi? Che uomo che sei, Ferro. -
A lui fa incavolare quando lo chiama per cognome, e lo sa pure bene per questo lo fa.
- Ti invidio la schiena, Balestra. - si ritrova di nuovo a osservarlo - Non ti ficcare strane idee in testa, poi te non mi provochi. -
Si avvicina a Simone, per fargli capire che non ha problemi ad avere il corpo così vicino al suo.
- Te fai provocà da me. -
Passa una mano sul suo petto e gli sta vicinissimo alle labbra.

Simone pensa a un bacio, schiude le labbra ma il suo pensiero è scorretto.
Manuel sorride a una distanza, ormai, di un soffio di vento fra i loro visi.
Si allontana di nuovo, lasciando il corvino con una speranza amara in bocca.
- Sei no stronzo. - commenta.
- Lo so Bale' 17. -
Gli fa un sorriso prima di andare a infilarsi la maglia pulita.
Si, erano entrambi col petto scoperto.
Simone resta sotto la doccia ancora un po' per rilassare il corpo e la mente. Manuel gli ha procurato un erezione. Non una delle prime.
Esce dalla doccia con un asciugamano intorno alla vita, il riccio è di spalle mentre cerca qualcosa nel borsone.

- E comunque ho ragione. -
Dice Simone.
- Cosa? -
Manuel gira solo il capo, mentre le mani continuano a cercare qualcosa.
Intanto l'altro lo squadra.
- Che sei uno stronzo. -
Si mordicchia il labbro inferiore e si gira di spalle per asciugarsi.
Il nano-riccio sorride, semplicemente.
Sa di esserlo e gli piace soprattutto esserlo con lui, gli piace quando si incazza a causa sua.
Gli piace molto stuzzicarlo. Lo sa bene.

Simone, alla fine, accompagna davvero Manuel fin sotto casa.
Le mani del riccio sono strette sui fianchi del più alto, mentre ogni tanto scendono sulle sue gambe. Ma l'altro le sposta ogni volta.
"Manuel!" diceva anche. Al riccio piaceva quando sentiva le mani sulle proprie, provava una sensazione di tranquillità. Serenità.

Manuel scende dalla moto sfilando il casco, sistemandosi i capelli. Simone lo guarda.
- Ci vediamo domani? -
- Seh. - lo guarda - A domani Simo' -
Gli lancia una squadrata prima di allontanarsi.
- Smettila di squadrarmi ogni volta, Ferro. -
Il ricciolino si gira.
- Se ti piace perché smetterla? -
Lo squadra di nuovo. - No? -
Simone resta fermo alla moto osservandolo con fare superiore. Manuel cambia argomento.
- Sei sicuro si che 02 non è un numero importante? -
Il corvino abbassa lo sguardo e lo rialza.
- No. - lo guarda negli occhi - Ma il perché te lo scordi. -
- Vabbè 17, fe la faccio andare bene. Ora. -
Si passa la lingua fra le labbra ridendo prima di entrare in casa.
Simone ridacchia e scuote la testa abbassandola.
Probabilmente gli piace che Manuel faccia così , probabilmente gli piace solo farsi stuzzicare. O forse gli piace Manuel. O forse no?
Si sistema il casco e riparte in moto verso casa.

Durante il viaggio si sente le mani del suo amico basso addosso, dai fianchi alle gambe e al petto.
Sorride ripensando a quel momento prima, gli piaceva molto, in realtà.
Continua a pensare che gli piaccia, ma scaccia sempre via questo pensiero. Lui non vuole avere questi problemi nella testa, già ne ha abbastanza.

Molto più che abbastanza. È rovinato.

1702 - Simuel (AU)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora