5. Siamo a 5 mesi da quando si conoscono.
È arrivato un altro mese e da quella nottata passata a baciarsi, stringersi e accarezzarsi non ne sono usciti come insieme. Stanno flirtando, escono spesso insieme, si tengono per mano, si baciano per salutarsi. Ma insieme, non ancora.
Per Manuel mostrarsi innamorato di Simone non è un problema, non gli è mai fregato nulla del parare degli altri.
Mentre Simone ha molta paura del parere del padre, non avendoci un buon rapporto ha paura che possa rovinargli l'unica cosa bella che gli sia mai capitata. Manuel Ferro.Si sono innamorati l'un l'altro dal primo sguardo ricambiato, dalle prime battute, dai primi sorrisini, dalle prime toccatine per provocarsi.
Dovevano solo scoprirlo, parlarsi e capirsi.
Perché, alla fine, è questo che forma un rapporto: parlarsi e capirsi. E loro lo fanno molto bene.
Si comportano come se stessero insieme, ma devono ancora decidere e capire cosa fare.
Manuel già lo sa, gliel'ha detto."Simo' io voglio sta' solo co te. E basta."
"Vediamo insieme."
Queste sono le due cose che ha ricevuto Simone qualche giorno dopo dal primo bacio.
Lui gli ha risposto con "Aspettami", avendo un "Non me me vado, ti aspetto" dal ricciolino.
Ovviamente questo ha trasformato l'espressione di Simone da nulla, alla felicità. Lui lo aspetta e adesso lo sa. Si aspettano. Sempre. Lo sanno.Simone è a casa di Manuel, come ormai routine, sono seduti sul letto e il più alto cerca di far capire latino al ricciolino.
- Simo' ma che è sta roba? -
L'altro lo guarda come arrabbiato.
- Se leggi magari capisci. -
- Ma che capire è arabo! -
- Ma non ce provi nemmeno Manuel -
Lo sguardo è lo stesso ma gli occhi ricadono subito sul libro e quaderno. Il ricciolino sospira.Il loro pomeriggio è costituito da queste frasi, da Manuel che non capisce nulla e Simone che cerca di fargli entrare in testa qualche parola di latino.
- Questo l'ho capito! - L'unica cosa che ha capito.
Il capire del ricciolino fa tirare un sospiro di sollievo al più alto, gesto che viene ricambiato subito da un bacio veloce sulle labbra. Simone forza un sorriso.- Non parla', non fa' domande, non farci l'abitudine e spiegami altra roba araba. -
Gli raccomanda Manuel e l'altro annuisce senza dire una parola, se non quelle che servono per spiegare.Un sospiro lascia la bocca del più basso, mentre si stende sul letto rilassato dopo tutto quel tempo passato a capire l'unica materia che odia più di tutte. Latino.
Simone lo guarda stendersi, si volta col corpo, gambe piegate verso il bordo del letto e si spinge con le mani per alzarsi. Manuel lo guarda mentre sembra che se ne stia andando.- Dove vai? -
- Da nessuna parte, mi sono solo alzato. -
Il nano batte la mano accanto a se.
- Non vuoi sta' vicino a me? -
- No. - dice, freddamente.
Questa risposta fa ghiacciare il corpo di Manuel, che stringe la coperta che stava accarezzando con la mano.Ha notato questo suo cambiamento da quando stavano a scuola:
Non lo guarda più, non gli parla con tono calmo, non lo sfiora, non lo aveva ancora baciato. E se non lo avesse fatto Manuel, probabilmente non sarebbe successo.
La sua preoccupazione aumenta sempre di più come la sua ansia e il suo respiro.
Un "Ti ho fatto qualcosa?" detto velocemente esce dalla sua bocca. Simone si gira.- Anche se fosse? -
- Mi sembra giusto saperlo. -
- Per te. - gli da un'occhiata veloce - Non per me. -
Manuel si è stancato, batte le mani sul letto per farsi forza ad alzarsi e si avvicina a lui. Arrivandogli quasi vicino alle labbra.- Non so che cazzo c'hai oggi, ma che tu mi tratta così per scazzi tuoi non me va. -
I loro occhi sono incastrati, non si muovono mentre quelle parole taglienti lasciano la bocca del ragazzo più basso dinanzi a lui.- C'ho i cazzi miei e tu non devi interferire. -
Replica con tono quasi minaccioso.
- E i cazzi tuoi tienili per te, non sei autorizzato a fa sta' male chi te ronza attorno. -
- Infatti non volevo venire qui, mi hai costretto te. -
Manuel sgrana gli occhi e gli punta un dito contro.
- Io ti ho detto espressamente se volevi restare e tu hai detto che volevi. Non girare la frittata dal lato già cotto Simo', rischi che se brucia. -
I suoi occhi sono come fuoco nelle pupille di Simone.- Faccio quello che me pare. - dice prima di raccattare la roba per la stanza e uscire.
Manuel raggiunge lo stato della delusione.
Sente sbattere la porta principale.Non sa cosa prova (Manuel), ha un mix di emozioni dentro.
Sta pensando se ha davvero sbagliato qualcosa, ma sa di non aver ferito quel ragazzo che tanto ama.
Gli ha solo donato le attenzioni che voleva dargli, che meritava, che sente di dovergli dare.
Non ha mai alzato la voce con lui, non ha mai fatto qualcosa di sbagliato. Lo ha sempre rispettato, in tutto.
Si è spogliato dei suoi problemi e li ha elencati tutti.
Ha trovato qualcuno che parlando di se', non scappa via. O almeno, lo pensava fino ad oggi.
Ha sempre rivisto in Simone una persona che lo accoglie fra le sue braccia in qualsiasi momento.
È a conoscenza di Dante Balestra, ma se gli avesse fatto qualcosa lui sarebbe stato il primo a saperlo. O si sbaglia?
La sua testa è un tormento di "Cosa ho fatto? Perché è andato via? Ho sbagliato con lui? Ho fatto un passo sbagliato?"
Ma è inutile farsi tutte queste domande, non può ricevere risposta ora finché Simone non gli parlerà.
E se non tornerà più?Non sa cosa prova (Simone), se essere arrabbiato con se stesso o con Manuel che non lo ha capito. Ma, effettivamente, come poteva farlo se non gliene parla?
Ha sempre sentito tutte le storie del ragazzo che tanto ama, gli è sempre stato vicino, capito, stretto e baciato.
Toccava a lui parlare e il ricciolino lo avrebbe accolto. Lo sa che lo avrebbe fatto.
Come quando gli ha parlato di Jacopo e suo padre, ha reso casa le sue braccia per ospitare lui. Simone non gli dirà mai "grazie" abbastanza volte per questo.
Si è rifugiato nel posto dove loro due si sono trovati a fumare più volte. Lo fa sentire vicino a se'.Fra una sigaretta e l'altra arrivano i sensi di colpa ad offuscargli la testa.
Si sente soffocato da tutta questa pressione, le colpe che si da' e dalla paura di perdere Manuel.
Hanno sbagliato entrambi, è inevitabile, ma il corvino ha iniziato a trattare male il ricciolino senza motivo, risvegliando in lui tanti problemi e domande fondate senza nessuna base. Perché Manuel non gli ha fatto nulla.
"Prima ci capivamo bene, ora perché non riusciamo a farlo?" Pensa Simone, molteplici volte.
Ma non è né colpa sua, né di Manuel.
È successo e basta.Doveva andare così. Purtroppo doveva.
![](https://img.wattpad.com/cover/323548683-288-k960922.jpg)
STAI LEGGENDO
1702 - Simuel (AU)
FanfictionIn un universo parallelo dove Simone e Manuel giocano a pallavolo. I loro numeri 17 e 02, in qualche modo, fanno si che siano destinati. (Idea di @melanconia97).