Lacrime di nuvole.

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Manuel è a casa. Simone per strada, fermo su una panchina da ore a riflettere sulla litigata con l'amico. Che tanto amico non lo è più da parecchio. Ma lo definisce ancora così essendo che non si sono ancora definiti "fidanzati".

È sera.
Manuel aiuta a mamma Anita a prepare la cena, cercando di distrarsi dalla parola "Simone".
L'altro, invece, si ritrova a girovagare Roma con una canna fra le labbra, prestando attenzione a dove mette i piedi.
La scorsa volta, a causa del padre, si è ritrovato in strada e se la macchina non si fosse fermata, probabilmente si sarebbe risvegliato nel letto di un ospedale. Non vuole rivivere il momento.

- Fatto? - chiede Anita.
- Mhmh - annuisce Manuel.
Il ricciolino adocchia il suo piatto, osservando ogni centimetro di pasta.
- Non ho fame. - posa un bacio sulla fronte della madre.
- Come mai? -
- Non mi va. Passa per darmi la buonanotte. -
Strizza la sua guancia e si dirige in camera.

Messo sul letto, prende il telefono e collega le cuffiette, avviando la sua playlist. Si lascia travolgere dalle melodie cercando di evitare i suoi pensieri.

 Si lascia travolgere dalle melodie cercando di evitare i suoi pensieri

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(edit preso da @ ritz su twitter.)
Passano minuti, infiniti minuti che sembrano una tortura per Manuel.
Ogni canzone gli ritornava lui a mente, ogni frase, anche se brutta, il suo pensiero era lì.
È impossibile non ricordarsene, impossibile non cercare di trovare una risposta alle sue domande.
Capire il perché del suo comportamento, perché trattarlo così.
La porta che si apre blocca i suoi pensieri.

- Sono venuta a darti la buonanotte. -
Sul viso di Manuel si forma un sorriso, scollega una cuffia e si siede a bordo del letto.
Anita si avvicina a lui e posa un bacio sulla sua testa.
- Buonanotte Manuel. - sorride prima di uscire dalla stanza, permettendo che la testa del figlio ritorni in quel loop infinito di domande, accompagnato dalla sua playlist.

Fuori piove e dentro pure, nella testa di Manuel.
Raggiunge la finestra e sposta la tenda, osservando la pioggia e gli alberi muoversi, mentre la musica continua a scorrere.
Chiude gli occhi.

Una notifica lo disturba.
Da: 02🦖
"Affacciati. Da camera tua."
Manuel sposta lo sguardo sulla strada e adocchia subito Simone con un cartellone fra le mani, forza la vista mettendo a fuoco la scritta.
"Pace?" c'è scritto.
Il riccio sospira, lascia il telefono e cuffiette sul letto, andando alla porta d'ingresso. La apre.

- Che cazzo ci fai qui? Vattene a casa, piove. -
dice Manuel.
- Hai letto? - Simone indica il cartellone.
Il ricciolino annuisce. - Ora vai a casa. -
- No. -
- Ma piove coglione! - esclama indicando il cielo.
- Lo so. -

Entrambi si guardano, senza muoversi.
Il respiro di Manuel si fa pesante e i vestiti di Simone sempre più bagnati.
Il corvino fa cadere il cartellone, si avvicina velocemente al più basso e lo bacia, accarezzando il suo viso.
L'altro ricambia senza esitare. Aspettava da ore un suo ritorno e un suo bacio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 11, 2022 ⏰

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