In un universo parallelo dove Simone e Manuel giocano a pallavolo.
I loro numeri 17 e 02, in qualche modo, fanno si che siano destinati.
(Idea di @melanconia97).
Manuel è a casa. Simone per strada, fermo su una panchina da ore a riflettere sulla litigata con l'amico. Che tanto amico non lo è più da parecchio. Ma lo definisce ancora così essendo che non si sono ancora definiti "fidanzati".
È sera. Manuel aiuta a mamma Anita a prepare la cena, cercando di distrarsi dalla parola "Simone". L'altro, invece, si ritrova a girovagare Roma con una canna fra le labbra, prestando attenzione a dove mette i piedi. La scorsa volta, a causa del padre, si è ritrovato in strada e se la macchina non si fosse fermata, probabilmente si sarebbe risvegliato nel letto di un ospedale. Non vuole rivivere il momento.
- Fatto? - chiede Anita. - Mhmh - annuisce Manuel. Il ricciolino adocchia il suo piatto, osservando ogni centimetro di pasta. - Non ho fame. - posa un bacio sulla fronte della madre. - Come mai? - - Non mi va. Passa per darmi la buonanotte. - Strizza la sua guancia e si dirige in camera.
Messo sul letto, prende il telefono e collega le cuffiette, avviando la sua playlist. Si lascia travolgere dalle melodie cercando di evitare i suoi pensieri.
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(edit preso da @ ritz su twitter.) Passano minuti, infiniti minuti che sembrano una tortura per Manuel. Ogni canzone gli ritornava lui a mente, ogni frase, anche se brutta, il suo pensiero era lì. È impossibile non ricordarsene, impossibile non cercare di trovare una risposta alle sue domande. Capire il perché del suo comportamento, perché trattarlo così. La porta che si apre blocca i suoi pensieri.
- Sono venuta a darti la buonanotte. - Sul viso di Manuel si forma un sorriso, scollega una cuffia e si siede a bordo del letto. Anita si avvicina a lui e posa un bacio sulla sua testa. - Buonanotte Manuel. - sorride prima di uscire dalla stanza, permettendo che la testa del figlio ritorni in quel loop infinito di domande, accompagnato dalla sua playlist.
Fuori piove e dentro pure, nella testa di Manuel. Raggiunge la finestra e sposta la tenda, osservando la pioggia e gli alberi muoversi, mentre la musica continua a scorrere. Chiude gli occhi.
Una notifica lo disturba. Da: 02🦖 "Affacciati. Da camera tua." Manuel sposta lo sguardo sulla strada e adocchia subito Simone con un cartellone fra le mani, forza la vista mettendo a fuoco la scritta. "Pace?" c'è scritto. Il riccio sospira, lascia il telefono e cuffiette sul letto, andando alla porta d'ingresso. La apre.
- Che cazzo ci fai qui? Vattene a casa, piove. - dice Manuel. - Hai letto? - Simone indica il cartellone. Il ricciolino annuisce. - Ora vai a casa. - - No. - - Ma piove coglione! - esclama indicando il cielo. - Lo so. -
Entrambi si guardano, senza muoversi. Il respiro di Manuel si fa pesante e i vestiti di Simone sempre più bagnati. Il corvino fa cadere il cartellone, si avvicina velocemente al più basso e lo bacia, accarezzando il suo viso. L'altro ricambia senza esitare. Aspettava da ore un suo ritorno e un suo bacio.