5 agosto

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Subito dopo aver parlato con Gek, ci eravamo consultate, eravamo preoccupate che Tina ci opponesse qualche altra scusa, ma con gli occhi leggermente umidi aveva approvato aggiungendo «Vaffanculo Taiwo e il suo fumo, voglio trovare Brenda».

E così eravamo andate a raccontare della sparizione di Brenda verso le tre del pomeriggio dopo averlo comunicato a Taiwo, che non era apparso per nulla d'accordo.

Mentre la polizia a Barcellona aveva attivato le ricerche, allertando tutti i commissariati comprese le isole, Gek era arrivato con il primo volo disponibile, a mezzanotte. E subito erano passate scintille tra lui e Taiwo, sembrava la presentazione di un incontro di pesi massimi di UFC.

Gek, con il suo spagnolo frammisto ad inglese e italiano, aveva poi parlato lungamente con i poliziotti, una volta giunto al commissariato a cui ci eravamo rivolte. La discussione fiume non lo aveva tranquillizzato tanto che aveva concentrato il suo nervosismo sulla povera Tina.

«Adesso andiamo dove è successo e tu mi fai rivedere per filo e per segno quella scena, ok?» le aveva abbaiato contro.

Lei si era stranita a quel comportamento, Gek non si rivolgeva mai così con noi. Magari ci canzonava, faceva l'ironico quando prendevamo le cantonate, ma non aveva mai avuto un atteggiamento aggressivo. Non se lo aspettava soprattutto perchè lo aveva chiamato proprio per sentirsi protetta.

Spaesata, si era automaticamente rifugiata nelle braccia del suo ragazzo, con cui aveva litigato tre volte in un giorno, generando ulteriore elettricità tra i due maschi alfa. Non era quello il suo progetto, e non era quello che speravo succedesse.

«Dai, Tina, andiamo» le avevo detto, «magari Gek conosce meglio Brenda e riesce a capirci di più».

Lei mi aveva guardata, ancora più confusa. Taiwo aveva rumorosamente sputato a terra di lato. E ci eravamo diretti al molo dei traghetti.

Mick era arrivato al molo di Ibiza verso le dieci e mezza assieme a diversi altri tizi festaioli pronti per una settimana di discoteca e pilloline. Corrado era saltato in piedi appena lo aveva visto, andandogli incontro.

«Hai fatto l'assicurazione sulla vita?» gli aveva chiesto Mick.

«Perchè?».

«Perchè la Mory ti ammazza» aveva replicato, poi si era girato verso Brenda e l'aveva abbracciata come un fratellone abbraccia una sorellina. Io non c'ero, ma so quanto Mick possa essere tenero e sentimentale. Lacrimuccia.

«Come stai?».

«Una crema. Ti ho fatto pure un ritratto mentre aspettavamo» aveva replicato lei, tirando fuori un foglio dalla disordinata pila lasciata sul muretto.

Mick l'aveva squadrato e aveva sorriso, e poi aveva detto che dovevano andare al più presto all'aeroporto perché il volo Iberia per Palma partiva alle tre. E la piccola carovana si era diretta verso la stazione autobus dall'altra parte del porto. Per tutto il tempo, i due cognati avevano discusso sulla scellerata idea di scappare da Milano e rifugiarsi a Ibiza confidando in un ipotetico lavoro che un minorenne avrebbe dovuto trovare in una città sconosciuta, in un paese estero.

Raramente Mick si lanciava in epiteti, ma per Corrado si era sprecato, soprattutto perchè, come aveva più volte sottolineato, si era dovuto sobbarcare quella assurda e costosa trasferta per andarli a prendere.

Ma alle tre erano riusciti a prendere l'aereo, e finalmente nella pace del volo, Mick si era rilassato, talmente tanto che si era addormentato come un sasso.

Corrado invece, nonostante avesse cercato di tenere il colpo dopo la gragnola di insulti del cognato, alla fine aveva iniziato a sgocciolare, mugugnando sul fatto che tutti ce l'avevano con lui. Brenda gli aveva messo una mano sulla spalla e poi gli aveva fatto coraggio dicendo «Dai, sereno, con zia Mory ci parlo io».

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