27 luglio

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Già dall'imbarco, quando erano sfilate davanti all'equipaggio del traghetto, Caterina aveva avvertito un lungo brivido lungo la schiena quando aveva incrociato lo sguardo del secondo ufficiale: due occhi verdi come lo smeraldo, abbaglianti e, soprattutto, magnetici.

Non lo avrebbe mai confessato ma durante le successive due ore aveva fatto di tutto per avvicinarsi alla sala comandi del traghetto, e quando aveva sentito l'animatore proporre ai bambini di andare a vedere come si guida una nave, lei si era proposta di aiutarlo.

E così lo sguardo di lui si era di nuovo posato sulla figura flessuosa e sulla sua cascata di capelli castani e leggermente mossi, che sul finire di quel luglio rilucevano riflessi biondi. L'ufficiale le si era avvicinato e pur senza dire una parola, era stato palese che la scintilla fosse scoccata a seguito di una breve e intensa guerra di occhiate. Lei si era morsa il labbro inferiore immaginando quel petto tornito da accarezzare e quelle braccia grandi da cui farsi stringere.

Mentre la visita finiva ed i bambini scemavano fuori, lui aveva seguito lei e le aveva afferrato dolcemente un polso. Caterina aveva ruotato su sé stessa sapendo che qualcosa di unico sarebbe successo, e si era ritrovata tra le braccia di lui, la splendida mascella quadrata a pochi centimetri e un ribelle ricciolo nero che scendeva davanti a quegli occhi felini.

La passione si era accesa immediatamente, mentre ancora i due cercavano un luogo dove sfogare i loro bollenti spiriti. Caterina già sentiva, prepotente, l'erezione di lui contro il corpo. mentre le grandi mani abbronzate la percorrevano senza posa con ardore.

«Te quiero. Tu es una reina del mar» le aveva detto tra un bollente bacio e un'altro, mentre i loro corpi si scontravano e lei non riusciva a togliere le mani da quegli splendidi addominali scolpiti.

«Ti sei dimenticata di scrivere che avevo le Vans ai piedi» gracchia Caterina al cellulare, poi chiude il vocale dicendo «Banale. E anche un po' lurida».

«Cioè, fammi capire, Maty: ormai è passata oltre una settimana e avevi detto che ci facevi vedere un racconto che Cinquanta Sfumature cavati proprio. E tu ci propini questo polpettone pieno di roba già sentita? E il ricciolo, e gli occhi smeraldo, e gli addominali, e che palle! Noi vogliamo roba forte, Maty! Ti vogliamo sì lurida pervertita, ma un po' creativa!» sbuffa la Tina mandando a sua volta un vocale.

«E poi manco abbiamo preso il traghetto, disagiata!» aggiunge la Cate con un nuovo vocale.

«A me non dispiace» scrive per messaggio Brenda, laconica.

Ah, dimenticavo, la Maty, alias la lurida pervertita, sono io.

Purtroppo ho queste amiche qui, che mi stanno addosso perchè, stupidamente, ho promesso loro un adattamento Wattpad V.M.18 della nostra vacanza a Barcellona.

Ho già il titolo boom. Barcelona Prohibida.

Solo che ho un po' di blocco della scrittrice, ogni tanto mi capita. Ma stavolta sta capitando nel momento sbagliato, con queste che mi pressano. Prima di pubblicare in piattaforma per le mie "fan", però, voglio avere l'imprimatur delle dirette interessate. Non sia mai che non faccio fare una bella figura alle loro vagine fumanti.

Va bene, proviamo a partire dall'inizio, magari mi sblocco.

Ci siamo diplomate, chi meglio chi peggio, e poi abbiamo messo in atto il diabolico progetto di fare la vacanza di maturità a Barcellona con l'intento di liberarci di qualche scoria del nostro percorso scolastico, per la prima volta nella nostra vita tutte free e perciò potevamo fare un po' come cazzo ci pareva.

E poi, tanto, c'era Brenda che ci avrebbe riportato a casa se ci fossero stati problemi.

Checchè ne dica la Tina, che aveva sbandierato come obbiettivo della vacanza far inabissare la nostra amica glaciale nel mondo del sesso, non potete immaginare quanto vogliamo bene a Brenda così com'è: più o meno la nostra polizza assicurativa sulla vita. Una volta la Cate ha detto che Brenda è come il Bimby: fa tutto in silenzio e ti richiama quando c'è bisogno.

Barcelona ProhibidaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora