4: An Enclosure

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Erika terminò di lucidare quel pezzo d'argenteria, quindi lo appoggiò al mobile e si tolse il guanto di velluto per guardarsi la mano, quindi si passò la mano sul viso dalla pelle leggerissimamente scura, vide che Keith era entrato nella stanza e disse: "Keith... che cosa sono io?"L'uomo si fermò e le andò vicino, quindi lei disse: "Marinette è in età da marito adesso... lei ha un futuro, può farsi una carriera... io cosa sono? Sono solo una serva... nessuno potrebbe accettare il nostro... non fuori da queste mura."Guardò con aria malinconica fuori dalla finestra, quindi Keith le mise una mano sulla spalla e rispose: "Io non credo che desterebbe tanto scandalo, la madre di Marionette è nota per essere una persona alternativa e Marinette utilizza un macchinario fotografico che viene considerato come non femminile... poi guarda che nemmeno io sono tanto adiacente ai canoni di questa nostra società moderna... di gran lunga è il complimento più lungo che il mio ragazzo mi abbia fatto."Erika lo guardò, stupita e rispose: "Quindi lei è... non pensavo..."L'uomo le carezzò una guancia e disse: "Sappi che hai tutto il mio supporto... anche da parte di Miss Bedieau, mi ha confessato di supporre di aver intuito qualcosa... ma non ha voluto dire nulla per non creare disagio."La ragazza si portò una mano alla bocca, singhiozzando, l'uomo la abbracciò e disse: "Non preoccuparti, andrà benone."Il Re Leopoldo Quarto sorseggiò di nuovo il the e guardando il ponte disse: "E' di certo un'opera di estrema bellezza, non trova, Madam Ornelle? La posso chiamare così?"Questi rispose: "Mi chiami come vuole, Ferdinand. Sono felice che lei abbia deciso di commissionarmi altri progetti e via discorrendo... so che mia figlia è indipendente ma comunque sono assente da Parigi da parecchi mesi..."Il Re ridacchiò e rispose: "Non si preoccupi, la libererò dalle mie grinfie tra non molto, tra l'altro... mia figlia Caterina ha comprato una stampa... glie la faccio vedere, credo le interesserà."La stampa era racchiusa in una cornice d'ottone piuttosto semplice, sul bordo inferiore c'era una piccola firma in corsivo sul basso.La donna guardò la firma e disse: "Accidenti! L'ha fatta mia figlia... avevo già visto delle sue stampe, ma devo dire che è migliorata molto."Marinette sbadigliò di nuovo e disse: "Accidenti che sonno... non pensavo che mi stancassi così... i ragazzi sono davvero pienissimi di energia."Si avvicinò a lei Erika con una tazza in mano e disse: "Ti ho fatto una tazza di camomilla..."Lei iniziò a bere la camomilla e disse: "La prossima volta andremo in Provenza, Pierre ha i mezzi per trasportarci... vorrei che venissi anche tu."Erika arrossì e rispose: "Cosa? In viaggio... con lei? Si... mi piacerebbe molto..."Marinette appoggiò la tazza al tavolino e si alzò in piedi, con la leggera luce ad illuminare la stanza fiocamente... mise un disco sul piatto del grammofono, porse una mano ad Erika e disse: "Voi anche... ballare?"Quel valzer per pianoforte aveva inondato la stanza con il suo sono caldo e confortante, Erika accompagnò Marinette per fare una leggera giravolta, quindi si ritrovarono a danzare lentamente, abbracciate.

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