2: Convincimento

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"Ma dai, sono molto belle...""Il problema è che la prima impressione che conta... non voglio portare loro foto che facciano schifo..."Erika le mise una mano sulla spalla e rispose: "Tranquilla... so che sceglierai e migliori."Marinette le guardò i capelli color bianco platino e rispose: "Grazie... ok... dunque... quella del panorama, quella del mare... questa di Parigi... anche questa di Parigi... posso portare il tuo ritratto?"Era un ritratto fatto in interni, con Erika che guardava verso la macchina, mentre era occupata a fare qualcos'altro... la luce rada di una finestra entrava nella stanza...Il ritratto aveva qualcosa di mistico ed incredibile, quindi Marinette disse: "Davvero posso?""Certo! Buttati, in fondo abbiamo una vita sola!" Rispose questi con un sorriso.Al club di fotografia Marinette sentiva gli occhi puntati addosso, non si era pettinata i capelli come voleva ed il suo vestito era poco elegante.Tutti gli uomini presenti erano estremamente eleganti e dall'aria leggermente altezzosa.Ella si schiarì la voce e disse, mettendo una mano sull'apertura della sua cartellina: "Ehm... ho ricevuto un invito da un vostro membro... John Wersenbourgh... ehm... avrei delle stampe con me... ho anche con me l'attrezzatura da me utilizzata."A quella frase uno dei presenti ridacchiò, dal momento che lei non aveva nessuna attrezzatura vicino, quindi aprì la cartellina e dispose le stampe sul tavolo a cui erano tutti seduti, quindi i presenti iniziarono a far scivolare le foto con estremo garbo, qualcuno esalava dei versi di stupore, uno borbottò: "Composizione semplice ma efficace..."Terminò la rassegna un'altro, ossia il capo del club, disse: "Ne avete una in disparte, a quanto vedo."Lei si rese conto che era il ritratto di Erika e arrossendo la passò ad uno dei vicini, il capo del club la passò velocemente al suo vicino, quindi egli rimase a guardarla... quindi disse: "Oh mio Dio."Tutti i presenti nella stanza si accalcarono ridosso a lui per vedere la foto, guardavano la foto con interesse e curiosità, pure John si era aggiunto e nel farlo il monocolo gli era ridicolmente caduto.I presenti guardarono la foto per degli interminabili, lunghissimi sette minuti.Voltarono gli sguardi verso Marinette ed uno disse: "Che attrezzatura avete usato?"Lei tirò fuori dalla tasca della giacca una piccola scatoletta di metallo, con tre manopole sulla parte sopra, un tastino d'ottone, una levetta, un piccolo mirino a telescopio ed una slitta nera.La ragazza quindi tolse un tappo dal davanti e fece dei movimenti con la piccola lente color ottone e disse: "Mio papà aveva comprato questa... purtroppo si è ammalato di una brutta malattia e... ho deciso di imparare ad usarla per... commemorare la sua memoria."Il capo del club era rimasto un attimo paralizzato, stava controllando il sigaro, mentre borbottava.Uno appartenente al club disse: "E siete riuscita a fare delle foto del genere... una foto del genere con una macchina così piccola?"Lei annuì, rossa in viso, quindi il tipo di prima le andò vicino e le strinse la mano dicendo: "Davvero un bel lavoro."Lei annuì di nuovo, arrossendo... quindi si commosse e balbettò: "Gra... grazie..."Visto che stava piangendo parecchio i presenti si misero a consolarla, anche parecchio imbarazzati."Allora? Come è andata?" Chiese Erika, parecchio curiosa.Marinette si tolse la giacca e rispose: "Incredibilmente bene! Non credevo che... le mie foto piacessero... hanno chiesto se potevano tenerle per appenderle... io..."Si passò una mano sugli occhi e balbettò: "S-scusami... grazie...""Di che ti devi scusare?" Rispose questi, sorridendo ed avvicinandosi, quindi disse: "Siete state voi a salvarmi... tu... mi hai salvata."Keith bussò leggermente alla porta e disse: "C'è vostra madre al telefono."Marinette andò a rispondere, rossa in faccia.

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