<< ..A.. spetta.. >> disse lui ansimando e cercando di svincolarsi a fatica e di malavoglia dalla sua stretta.
<< Aspetta, ti prego. Non così.. non adesso... >>
<< Cosa c'è che non va? >> rispose lei, ansimando a sua volta e con le sue mani, bollenti, strette ancorate al suo collo.
<< Abbiamo aspettato così tanto... stiamo insieme da cinque mesi, cinque lunghi mesi.. non ho mai avuto una relazione così. O una relazione in cui il contatto fisico sia passato in secondo piano.. e lo ammetto all'inizio è stato faticoso, addirittura estenuante ed esasperante non poterti toccare.. baciare e possedere a mio piacimento. Ma avendo capito le tue ragioni alla perfezione, ci ho fatto l'abitudine nonostante ogni centimetro del mio corpo, del mio cuore e della mia anima sussulti quando ti sto accanto... >>
La guarda con occhi infuocati e nota che lei ha il fiato ancora più corto di prima e comincia ad emettere versi di sofferenza.
<< .. Non puoi dirmi queste cose, con quello sguardo, quella faccia ed aspettarti che non ti salti letteralmente ed IMMEDIATAMENTE addosso ADESSO, in QUESTO PRECISO INSTANTE. >>
<< Lo so. E credimi, l'unica cosa alla quale il mio cervello riesce a pensare in questo momento è portarti di sopra, o prenderti così quí adesso, dando sfogo ad ogni minuscolo desiderio che sono riuscito più o meno decemntemente a reprimere da quando ci siamo incontrati.. su quella pista da ballo... in mezzo a migliaia di altre persone, con quella canzone di sottofondo che ha reso il nostro magico incontro quasi surreale. In quel momento esistevi solo tu, vedevo solo te, abbagliato e frastornato dalla tua luce. >>
Le risponde lui, cominciando a sudare freddo ed allontanandosi in fretta da lei, posata sul piano della cucina dove stavano finendo di preparare la cena insieme.
<< Mi.. mi stai dicendo che davvero stai avendo dei ripensamenti? E ti stai tirando indietro? .. Dov'è il problema? Abbiamo aspettato troppo? >>
<< No.. non è questo.. semplicemente voglio che sia tutto magico e perfetto come quel nostro primo incontro.. meriti decisamente di meglio di che un po' di sesso frettoloso e meccanico sul bancone di una cucina. Voglio che la nostra prima volta insieme sia memorabile e speciale, come te, come il nostro rapporto. E non hai la minima idea di quanta fatica mi costi dirti tutto questo, frenandomi. Non è da me, questo non sono io ma tu, oh tu.. tu meriti di meglio. >>
Si guardano, con la potenza di mille soli, mille lune e mille piccoli fuochi d'artificio, in attesa.
Lei scende dal bancone, ricomponendosi e gli va vicino, lo abbraccia da dietro e gli sfiora l'orecchio con le labbra, morbide e carnose, sussurrandogli un semplice "grazie" con voce tremante, dolce, sinuosa e sensuale.
<< Questo.. è... decisamente.. un .. colpo.. basso... >>
Dice lui con voce rotta, al limite della sopportazione.
<< So cosa stai cercando di fare.. e ti prego di smetterla...>>
Dicendo questo la cinge con le braccia, da dietro, attirandola ancora più vicino a se ma impedendo a se stesso di girarsi.
Lei si spalma contro la schiena di lui, e in un istante di perfetto infuocato silenzio, riescono a sentire il battito dei loro cuori che battono all'unisono, perfettamente sincronizzati. Rimangono così per un paio di minuti, incapaci di staccarsi o di fare qualunque altro movimento.
<< D'accordo, va bene. >>
Dice lei sorridendo sotto i baffi dopo quella che sembra ad entrambi un'eternità.
<< Hai vinto.. mangiamo queste benedetta cena in santa pace e prometto che cercherò di non "assalirti" più. >>
<< .. Mia!!!!!! >>
<< Oh d'accordo EVAN! Giuro che NON CERCHERÒ PIÙ DI SEDURTI.. almeno per oggi. Va bene così? >>
Lui sorride, malizioso, cercando di controllarsi e reprimere quel maledetto e costante istinto di correrle incontro e bloccarla per baciarla appassionatamente facendola sua sul tavolo della cucina al posto di consumare la loro cena, e si limita a farle un cenno di assenso, incapace perfino di parlare.
