<< E voi due cosa ci fate qui dentro?!? >>
Tuonò il vocione possente e cavernoso del curatore.
Non appena riconobbe la sagoma di Mia nella penombra della stanza, ebbe un sussulto di meraviglia.
<< MIA!! Mi meraviglio di te!!! >>
Mia avanzò a falcate pesanti verso di lui, staccandosi da Evan che nel frattempo si era avvicinato pericolosamente a lei proprio nell'istante in cui la porta stava per spalancarsi.
<< Mi dispiace signor Tingle, mi creda non era mia intenzione mancarle di rispetto. Ne a lei ne ai miei adorati libri, lo sa perfettamente questo. Ci siamo ritrovati qui dentro per puro caso.. io ero venuta a dare una sbirciatina come faccio di solito e poi Evan mi ha raggiunta, del tutto inconsapevolmente. Lui non sapeva ne poteva sapere che questa è la stanza dei manufatti e dei libri rari, glielo giuro.
Ci dispiace tanto ma la colpa è solo mia. >>Evan si aggiunse alle scuse di lei, con un cenno di assenso, un'espressione afflitta e congiungendo le mani in segno di sottomissione.
<< Oh va bene, va bene. Per questa volta vi credo. Ma che non accada mai più!!! >>
<< Può starne certo, Signor Tingle.
E, piacere di conoscerla! Sono Evan.>>Disse lui sfoderando uno di quei suoi sorrisi aperti, luminosi, ammalianti ed irresistibili.
<< Buon Dio ragazzo! So perfettamente chi sei. Sono il curatore di questa magnifica libreria da ben 44 anni!! Ho fatto io in modo che lei potesse essere qui per i suoi fans. >>
<< Certo certo, mi scusi ha ragione. Era ovvio.. sono un po' scombussolato al momento mi perdoni. >>
<< Non preoccuparti caro. Posso ben immaginare.. e credo anche che questa tua temporanea confusione sia dovuta a qualcuno di specifico di nostra conoscenza.>> aggiunse il signor Tingle, sogghignando ed indicando davanti a sé.
Mia arrossì all'istante sentendosi gli occhi di entrambi puntati addosso. Lo sguardo del Signor Tingle, indagatorio, furbetto e compiaciuto (e con una leggerissima nota di rimprovero) e quello di Evan... che la scrutava come se stesse ripensando, soddisfatto ed eccitato, a ciò che era accaduto pochi istanti prima, passandosi una mano tra i capelli sconvolti.
Mia deglutì rumorosamente, avendo notato il gesto di lui, che le provocava la solita fitta dritta al cuore, e si avvicinò ad Evan prendendogli la mano. Ah quelle Mani.. pensó Mia. Così possenti.. così sexy, così virili, così meravigliosamente definite e tempestate di venature; con quel minuscolo tatuaggio a forma di 'Thumbs Up' che la faceva tanto sorridere.
Lui sussultò.
Il contatto con la pelle di lei era capace di farlo sentire come trasportato in un'altra dimensione. La lasciò fare e strinse forte la sua mano su quella di Mia, come per sottolineare la forza e la potenza del loro legame. Non che ci fosse bisogno di parole tra loro. A volte perfino uno sguardo risultava superfluo e di troppo. Loro due, semplicemente, si SENTIVANO. Si percepivano, erano l'uno l'essenza vitale dell'altra. Irrimediabilmente. Quasi come se si leggessero nel pensiero.
<< Beh, non vi trattengo inutilmente cari ragazzi. È stato un piacere conoscerti, Evan! Ci vediamo domani per la giornata ufficiale dell'incontro con i suoi seguaci. Ah, e ci tenevo a complimentarmi con lei per i suoi ultimi ruoli. Credo che lei sia uno degli attori più affascinanti e capaci della sua generazione. >>
Posò lo sguardo su Mia ed aggiunse:
<< Sai che lo penso anche di te, tesoro. Insieme siete destinati a fare faville, ne sono sicuro. Ah e congratulazioni ad entrambi. >> concluse, strizzando impercettibilmente l'occhio verso Mia.
Questa volta furono entrambi ad arrossire leggermente, si guardarono negli occhi furtivamente per un solo istante ed il Signor Tingle non mancò di notare quel particolare brillio. I loro occhi brillavano di luce propria, viva. Sembravano quattro paia di bellissime stelle lucenti illuminate da una luce accecante e clamorosa che per un attimo fu in grado di destabilizzare perfino uno della sua veneranda età! Non aveva mai visto uno scambio di sguardi così intenso e potente in vita sua.
Lo ringraziarono all'unisono con il classico timore misto a reverenza che si prova quando gli altri capiscono che due persone stanno insieme senza aver avuto bisogno di dirlo o definirlo chiaramente ad alta voce. E d'altronde quella frase del grande Massimo Troisi non diceva proprio così?
"L'amore è quella cosa che
tu sei da una parte,
lui dall'altra,
e gli sconosciuti
si accorgono...
che vi amate."È quando ti accorgi di essere vivo e vegeto solo grazie alla tua metà. Che ti completa, che ti sconvolge, che ti colpisce e ti capovolge come un pugno in faccia, inaspettato. Come un getto d'acqua gelida in piena faccia, che ti risveglia.
Che ti consola.
Che ti nutre.
Che ti abbaglia ed acceca.Che, semplicemente, ti permette di capire cosa significa davvero vivere.