"Separazione"

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(Il Mattino Seguente)

Dopo quelle fatidiche ore infuocate, inzuppate di una passione cocente e a tratti quasi surreale, Evan aveva categoricamente deciso che sarebbe stato necessario per entrambi passare un pò di tempo separati.

Era tornato di sopra nella loro camera da letto, dopo che lei si era addormentata tra le sue braccia sul divano. Prima però, non riuscendo a calmare l'eccitazione, dopo averla osservata dormire come un angelo - riusciva ad essere maledettamente eccitante perfino quando dormiva - si era costretto di malavoglia ad uscire per fare un salto all' H24 e prendere le bottiglie d'acqua piccole che lei aveva dimenticato di comprare al supermercato il giorno prima. Tornato a casa, con passo felpato le aveva riposte con ordine maniacale nel frigorifero ed era sgattaiolato di sopra per tentare di riposare almeno le membra stanche e provate.

Con la morte nel cuore quindi, perché stare lontano da lei era come stare lontano da uno dei suoi organi vitali più importanti, o come se d'un tratto non riuscisse più a respirare, camminare correttamente, in breve funzionare nel giusto modo, si fece coraggio e decise di comunicarlo a Mia il mattino seguente.

Sceso per la colazione, dopo aver passato quel poco che rimaneva della notte e del mattino presto totalmente in bianco, arrivó in cucina coi capelli arruffati, con indosso solo i pantaloni del pigiama, e un paio di occhiaie da fare invidia ad un panda ma che su di lui apparivano come la cosa più sexy e depravata del mondo, incorniciando quei suoi profondi e splendenti occhi scuri come una perfetta cornice laccata.

[Le cosiddette "occhiaie sexy" per altro, erano una delle tante cose e caratteristiche che avevano in comune e che donavano irrimediabilmente ad entrambi.]

Lei invece era assolutamente mozzafiato nel suo pigiama-camicione a quadri rosa e viola che le lasciava le gambe scoperte e faceva intravedere le perfette linee del suo piccolo sedere sodo. Con i lunghi capelli castano scuro pieni di riflessi color mogano, lisci come la seta e lasciati sciolti, che le arrivavano quasi al sedere, per lui tutto ciò era una visione paradisiaca e celestiale.

Quando lei si giró e se lo ritrovò davanti sulle scale a fissarla, in perfetta sincronia accaddero ad entrambi due cose:

Un tremore misto ad un formicolio che partiva dalla loro punta dei piedi, fino alla punta dei capelli, un desiderio così forte e folle di possedersi che ebbero entrambi un piccolo mancamento. Rimasero paralizzati a fissarsi incapaci di proferire parola, come ormai capitava troppo spesso.
Lui sulle scale, lei al bancone della cucina dove stava consumando una frugale colazione.

Stavolta però fu Mia a rompere l'assordante silenzio, troppo carico di aspettative e pensieri lascivi.

<< Hey.. buongiorno Am.. Evan! >>

Esordí lei col fiato mozzo e arrossendo come se avesse appena finito di correre per la vita nella maratona di New York.

<< Ciao. >>

Fu tutto ciò che fu in grado di rispondere lui, con il cervello ancora zuppo di irrefrenabili immagini e pensieri indecorosi su di lei.

<< Siamo di poche parole stamattina eh? >>

Cercò di sdrammatizzare lei.

Evan dal canto suo, rimuginando su come esporre al meglio la sua decisione, non rispose nulla e andò a piantarsi sulla poltrona a forma di bocca color blu metallico, accanto al divano dove la notte precedente si era lasciato andare ad atti estenuanti e al tempo stesso meravigliosi con la sua Mia.

"La MIA, Mia..."  pensò tra sè con un pizzico di estatica malinconia.

"La Mia dalla quale sono costretto ad allontanarmi.. la Mia che mi ha totalmente scosso, stravolto e cambiato la vita.
La Mia senza la quale non potrò mai più vivere senza sentirmi completo."

Evan & Mia ✨🫀♾️ ✨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora