"Banale"

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É solo successo, per via del momento.
In qualunque altra situazione non sarebbe stato in grado di raccontare quella storia ma, ora, un po' per l'alcol e un po' perché l'amico si è mostrato interessatissimo all'argomento, gli era capitato di ripercorrerla.
Non era stata una bella festa, ripensandoci.
Quasi la metà degli invitati avevano dato buca a Dalia all'ultimo minuto, il Dj era stato palesemente raccattato a qualche altra festa (con la promessa di non chiedere un'eresia come compenso) e la festeggiata stessa, impossibile darle torto a quel punto, era agitata e irritabile.
Nicola è in grado di divertirsi in qualunque situazione, ma a Davide non sono mai piaciute le feste, in particolare i diciottesimi.
Odia le mandrie di ragazzi e ragazze che ballano scomposti al centro della sala, rendendo impossibile il passaggio, odia i finti ubriachi che dopo un drink si esibiscono in penosi spettacoli improvvisati, odia non avere un posto sicuro in cui rifugiarsi quando sente che la testa sta per esplodergli per le urla, le luci colorate e il martello del basso.
Era per quest'ultima ragione che si trovava sul terrazzo. Era probabilmente la quinta sigaretta che si fumava in un'ora, ma tornare dentro diventava sempre più difficile e gli richiedeva ogni volta uno sforzo che, una persona poco sociale come lui, dopo un po', non riusciva più a compiere.
Nicola era uscito poco dopo, insieme a Stefania, la sua ragazza, ed aveva poggiato entrambi i gomiti sulla spessa ringhiera metallica del terrazzo, guardando di sotto.
Lei, invece, dopo essersi assicurata che il fidanzato non si buttasse, si era avvicinata a Davide.
- "Non sei un tipo da feste, eh?"
Gli aveva detto. Non era mai stata una ragazza particolarmente carismatica ma quell'approccio l'aveva comunque portato a chiedersi quanto lei fosse banale.
- "Direi di no." aveva risposto, freddo.
- "Lui come sta?" le aveva poi chiesto, indicando Nicola con la mano con la quale teneva la sigaretta.
- "Per ora bene." gli aveva detto, facendo spallucce ed aggiungendo: "Quando dovrà vomitare allora ne riparleremo." lo aveva guardato, sorridente, per poi avvicinarsi al fidanzato, poggiandosi al suo fianco.
Davide osservava il cielo stellato, contando i minuti che lo separavano dal momento in cui avrebbe potuto andarsene e guardando il mozzicone di sigaretta tra le proprie dita che, a breve, non sarebbe più stato credibile come scusa per non rientrare.
- "Banale." aveva sentito dire.
Chi era stato? Non era Stefania, quindi...
- "Banale!" aveva detto, di nuovo, Nicola, guardando in direzione di Stefania, mezza stupita, mezza divertita.
- "Io sarei banale?" gli aveva risposto lei, sfidandolo. "Fammi vedere come si fa, allora!"
Nicola, quindi, come se avesse completamente cambiato personalità, si era girato di scatto verso Davide, che era rimasto completamente immobile a cercare di capirci qualcosa.
- "Non sei un tipo da feste, eh?" gli aveva chiesto l'amico, imitando la propria ragazza ma, per assurdo, rendendo la performance molto più cinematografica.
Davide si era limitato a guardarlo con sguardo perplesso, non era la serata giusta perché riuscisse a stare al gioco.
- "Sai, mi affascinano i ragazzi misteriosi come te" aveva continuato, avvicinandosi.
- "Porca troia, Nick" si era lasciato sfuggire Davide, stoico nel suo non voler prendere parte alla recita ma, doveva ammetterlo, divertito da quello che stava succedendo.
Rendeva ancora più difficile il rimanere serio se faceva caso a Stefania che, dietro Nicola, non riusciva a non ridere per l'assurdità della situazione che si era andata a creare.
- "Sei di poche parole, capisco..." proseguiva imperterrito l'amico, continuando ad avvicinarsi con un'andatura al rallentatore palesemente troppo difficile da sostenere per qualcuno con tutto quell'alcol in corpo.
- "Sarà il caso di far parlare le nostre azioni, allora." e, detto questo, aveva messo una mano a cingergli dolcemente il collo, mentre si alzava sulla punta dei piedi e, con gli occhi chiusi e sporgendo leggermente le labbra, si avvicinava pericolosamente a lui.
"Non lo fa", aveva ingenuamente pensato Davide. "Tanto non lo fa" e così era rimasto ancora una volta immobile, consapevole che non sarebbe successo nulla.

- "Non ci credo." dice Nicola. Nei suoi occhi era riuscito a scorgere una montagna russa incredibile di emozioni ma, la cosa che più gli faceva chiedere a cosa stesse pensando l'amico mentre Davide raccontava tutta la storia, era lo sguardo che aveva fatto al sapere di essere stato lui a baciarlo, quella sera.
Mentre all'inizio Nicola sembrava quasi spaventato o arrabbiato, adesso era incredulo, certo, ma forse anche sollevato?
- "É tutto ok, Nick?" gli chiede, nonostante la situazione cominci ad essere imbarazzante. Come sarebbe andata se fossero stati sobri?
- "Per quanto tempo non ho saputo niente? E perché nemmeno Stefania me ne ha mai-" si blocca.
Per un attimo Nicola non dice niente e guarda il pavimento, come ad aver realizzato qualcosa. Poi alza lo sguardo verso Davide, che non ha ancora chiaro cosa stia passando per la mente dell'amico. A quel punto, senza dire niente, Nicola gli prende la mano e se la porta al petto.
- "Tu cosa pensi di me?" gli chiede.

                           - continua -

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