-Shh, non vorrai che i ragazzi ti sentano- sussurrò al mio orecchio, mordendomi il lobo così forte che dovetti resistere all'impulso di urlare.-Sei fottutamente eccitante, Lizzie-
-Perché?- soffocai tra le lacrime che stavano cominciando a scendere. -Perché io? Perché lo fai?-
Lui sorrise, mentre mi afferrava bruscamente i polsi e mi buttava sul letto; il suo corpo si posizionò sopra al mio, le sue ginocchia ai lati del mio ventre e la sua erezione sulla mia intimità coperta dallo strato dei jeans.
-Che ne dici di togliere i tuoi bei pantaloni firmati?-
Chiusi gli occhi, tentando di svegliarmi da un brutto sogno che sfortunatamente era la verità.
La fottuta verità.
Percepii i miei vestiti essere divisi bruscamente dalla mia pelle, le sue dita che strisciavano come serpenti assetati di sangue sui miei brividi, i suoi denti che stuzzicavano i miei capezzoli morsi fin troppe volte.
-Mhh- mugugnò baciandomi la pancia, lasciando languide scie di saliva fino al mio pube.
Scoppiai a piangere, consapevole del fatto che non potevo fare nulla per fermarlo.Aprii velocemente gli occhi, il sudore che grondava dalla mia pelle e il respiro mozzato.
Quando mi capacitai di essere da sola nella stanza, mi rilassai e mi vestii velocemente per andare a scuola, sperando che mia madre se ne fosse già andata o che stesse ancora dormendo a casa di qualche suo.. cliente.
Quando notai che la casa era deserta, rilasciai un sospiro che avevo trattenuto e feci per prendere il mazzo di chiavi quando udii un sibilo da parte della cucina.
-Chi c'è?- dissi al vento, ma nessuno rispose.
Mi avventai in cucina con il pugno carico, quando solo abbassando lo sguardo vidi l'origine di quello stridulo rumore.
-E tu che ci fai qui?- domandai, senza ovviamente ricevere risposta; mi grattai il capo con le sopracciglia corrucciate, indecisa sul da farsi.
Chiamai Louis senza nemmeno pensarci, e quando al terzo squillo decise di rispondere spiegai in breve la situazione: -C'è un coso.. qui.. una specie di gatto nella mia cucina- sbuffai con un cipiglio sulla fronte.
-Un cosa?- sentii la sua forte risata come se fosse accanto a me, ma ero troppo irritata per imitarlo.
-Continua a.. a fare un verso..-
-Sta miagolando, forse?- mi derise.
Non era mica colpa mia, non avevo mai posseduto un animale in vita mia.
-Quella roba lì... ora vieni a buttarlo fuori da casa mia- soffiai autoritaria.
-Scordatelo, ora lo alleverai e lo crescerai, allattand..- chiusi la chiamata prima che mi salisse il Cristo, per poi scaraventare quel catorcio di telefono sul pavimento.
Non si sarebbe rotto, era duro come l'acciaio.
Fissai il gatto, una palle di pelo bianca come la neve, il quale si leccava una zampa.
-Come diavolo sei entrato qui..- borbottai; quando sentii il rumore della porta di casa, spalancai gli occhi e senza pensare afferrai il gatto e lo nascosi dietro alla mia schiena, rivolgendomi alla donna che aveva appena varcato la soglia.
-Devi andare a scuola- proferì dura quando incrociò il mio sguardo; abbassai lo sguardo, prima di salire le scale.
-Cosa nascondi dietro alla schie..- cercò di domandare, ma il campanello spezzò le sue parole e la distrasse dai suoi pensieri.
-Sono venuto per Elizabeth- disse la voce familiare di Louis.
Sorrisi imbarazzata mentre il mio amico si avvicinava con un sorriso più che sornione. -Dov'è?- chiese mentre salivamo insieme le scale.
-Qui- glielo mostrai, per poi osservare i suoi occhi stringersi a causa del suo largo sorriso e le pupille nere dilatarsi dalla sopresa.
-Com'è piccolo!- sussurrò sfiorandogli il muso.
Louis aprì la mia porta, per poi richiuderla dietro di noi.
-Che ci devo fare ora? Se lo vede mia madre..-
-Non volevi cacciarlo via?- mi colse in fallo sedendosi sul letto e allungando le braccia verso il gatto, il quale senza il minimo sforzo saltò sulle gambe.
-Potresti tenerlo tu- ipotizzai ignorando la sua domanda.
-Lo sai che mia madre è allergica!- sorrise tristemente Louis.
-Oh- mormorai fissando il gattino.
-Come lo chiamerai?-
-Louis-
Louis mi guardò confuso, per poi ridere scuotendo la testa. -Non farai confusione?- mi prese in giro.
-No.. tu sarai Amico Louis e lui Gatto Louis- sorrisi, cercando quel conforto che solo lui sapeva darmi con un semplice gesto come una linguaccia scherzosa o un abbraccio.
-Quanto sei scema!- disse avvolgendo un braccio intorno alle mie spalle e baciandomi i capelli.
-Ora salutiamo Gatto Louis, dobbiamo andare a scuola- avvisò il mio amico. -Clary mi ha mandato un messaggio, ha detto che c'è una novità.-
-Di che tipo?- chiesi, ignorando il fatto che Clary, una ragazza che sinceramente non sopporto, abbia scritto al mio migliore amico.
So che non dovrei provare questo fastidio, ma è più forte di me.
-Ha detto che c'è un nuovo tipo.. mhh.. Styles, se ricordo bene- corrucciò la fronte per ricordare. -Sì, un certo Harry Styles, ha detto.-
-Chissà perché ma il nome non mi è nuovo..- ragionai ad alta voce.
Cazzo, quell'Harry Styles?
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Innocent Sex || Harry Styles
FanfictionEra stata usata, sfruttata, violentata, e l'unica cosa di cui aveva bisogno era l'innocenza che solo lui poteva donarle. QUESTA STORIA CONTIENE SCENE SESSUALI, VIOLENZA E LINGUAGGIO VOLGARE. A VOSTRO RISCHIO E PERICOLO ;)