Sono tornata in casetta da qualche minuto e adesso sono seduta sul letto a fissare il soffitto. Mi sento le gambe pesanti, ma probabilmente sarà colpa dell'allenamento e del fatto che da stamattina non ho mangiato nulla. Non so per quale motivo particolare, semplicemente non mi andava. Sono triste e non so neanche io il perché. Sento la porta aprirsi e vedo Ludovica entrare.
<Sofia, perché sei triste?>
<No, non sono triste>
<Sul serio?> Mi dice lei, sedendosi sul letto di Rita.
<In realtà non lo so nemmeno io> le rispondo, coprendomi gli occhi con un braccio.
<Secondo me è perché non parli con la tua famiglia>
<Eh?> Dico io sorpresa
<Ceh io credo che è perché non chiami mai nessuno.>
<Ma va, non credo> rispondo, mettendomi a sedere con un cuscino tra le braccia.
<Quante volte li hai chiamati i tuoi da quando sei qui? Eh?>
<Ho risposto ai loro messaggi, cos'altro avrei dovuto fare?>
<Magari una videochiamata?>
<Ma non mi va di sentirli...>
<Neanche Ivan?>
La guardo in silenzio, rimuginando sul da farsi. Forse il mio fratellino potrebbe aiutarmi un po' , ma ciò comporterebbe dover parlare anche con papà e non mi va per niente.
<Facciamo così, se tu parli con tuo fratello, io ti preparo la pizza>
<Cosa!? Davvero?!> Le urlo.
<Certo, è una promessa, ma tu devi chiamare tuo fratello ora. Vedi, ho preso il tuo cellulare quando sono andata a posare il mio prima ed ho visto che adesso è anche il tuo turno. Forza>
Mi passa il cellulare ed esce dalla stanza. Mh... Qui mi sa che lei ed Aaron si erano messi d'accordo.
Resto un attimo a guardare lo schermo imbambolata, non so se chiamare davvero o dire semplicemente una bugia.
Due minuti...
Tre minuti...
Cinque minuti a non fare nulla.
C'è troppo rumore qui, meglio che vada fuori.
Mi siedo a terra, dietro il braccio del salottino del giardino posteriore, in modo che nessuno possa vedermi. Con la velocità di un bradipo contatto mio padre che dopo avermi risposto avvia subito una videochiamata.
<Ehilà> dico io appoggiandomi alle ginocchia.
<Sofia... Come stai?>
<Ti interessa?> Rispondo io leggermente irritata.
<Ma certo, altrimenti non te l'avrei->
<Papà smettila di fare il finto buonista e passami Ivan>
Segue un minuto di silenzio.
<Papàààà sbrigati che mi finisce il tempo> lo sollecito.
Lui permane nel suo mutismo e iniza a grattarsi la barba.
Non mi piace per niente...*{Visione Cricca}*
<Oh Ludovica, fai la pizza stasera?>
<Giù le mani è per Sofia>
<Sofia? La mangia?!> Gli chiedo, sedendomi sullo sgabello.
Sono contento abbia fatto passi avanti.
<Quanto contento> se la ride lei.
Un po' me ne vergogno ma non posso farne a meno.
<Comunque non lo so, semplicemente l'ho convinta a parlare con i suoi genitori e l'ho spronata dicendogli che gli avrei preparato la pizza.> Mi dice allegramente, stendendo un'altro po' d'impasto.
Io mi fermo a pensare, in effetti ci sono così tante cose che non conosco di lei. Ad esempio questa era una cosa di quelle. Come faccio ad aiutarla se non so neanche da dove viene...
<Come mai non vi state parlando?> Mi chiede d'improvviso Ludovica.
<Eh?>
<Perché non vi rivolgere la parola>
<Non è che non ci rivolgiamo la parola->
<È che vi state ignorando proprio>
<Esatto...> Dico affranto. In effetti lo sono: non ho avuto modo di congratularmi con lei, di dirle che era stata fantastica, che secondo me può fare tutto e che... Che...
<Ohi sei ancora qui?>
<Oh, si... Sono qui, sono qui>
<Allora? Posso sapere il motivo?>
<Di che Ludo?>
<Di che!? Cricca io avrei detto che prima o poi sareste finiti insieme!>
<Ma va' smettila> in effetti ci avrei sperato anch'io.
Continuo a parlare con Ludovica, ma ad un certo punto sentiamo i ragazzi discutere sulle gradinate e ci dirigiamo entrambi verso la loro direzione.
Vedo Aaron discutere con Andre e Wax rispondere di tanto in tanto. Provo a capire cosa succeda e subito capisco che c'entra anche Piccolo G...
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Il Sogno Di Una Guerriera || CRICCA
FanfictionSofia Vitullo, 17 anni e con un oscuro passato alle spalle. L'ironia e l'allegria di un ragazzo basterà per rischiarare il cielo in tempesta che ingombro su di lei?