~La tendenza a diffidare~

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Terminata la puntata torniamo in casetta e dopo essermi sistemata velocemente vado nella stanza di Asia per vedere se le sue cose sono ancora lì. Come credevo è stato già portato via tutto, sono davvero triste, avrei voluto avesse un altro po' più di tempo per dimostrare quanto valesse. Dare un'opportunità ad una ragazza per poi sbatterla via dopo solo due mesi, dopo averle fatto crede di potercela fare, mi sembra una cattiveria assurda e per di più anche irrispettosa. Mi dispiace per Todaro ma dopo ciò non peso lo guarderò più come prima. Non che mi stesse simpatico eh, ma da adesso credo che preferirei venti diagonali di giri in punte che parlare con lui. Asia aveva la voglia di fare e come è anche normale non reggeva bene la pressione perché semplicemente non ne era stata abituata. Non si fa così punto e basta. Non ci sono motivazioni che giustificano le azioni del suo insegnati, certo non sono all'altezza di poter giudicare nessuno ma credo di poter esprimere il mio dissenso in questa scelta.
<Heilà piccolina>
<Hm?> Mi volto <Heilà Nicolò>
<Che ci fai qui? Non è la tua stanza.> Mi dice scompigliandomi i capelli.
<Nulla ero solo->
<Passata a vedere se le cose di Asia erano ancora Aqui oppure no> mi interrompe rassegnato, sedendosi sul letto ormai vuoto. <Anche io>
<Non so, speravo che venisse a salutarci un'ultima volta> gli rispondo sedendomi accanto a lui. Non sembra ma io e lui siamo diventati amici. Non so come ma mi ritrovo sempre a parlare con lui e mi ci trovo bene in sua compagnia.
Dopo qualche minuto rompo il silenzio:
<Che hai? Sembri triste. È per Asia?>
<Hm? No- Cioè anche per quello>
<E per cos'altro allora?> Gli dico spingendolo con una spalla, facendolo sorridere.
<La classifica.> Mi risponde ritornando triste. <Non so, è la seconda volta che arrivo ultimo e non mi sento più a mio agio. Non mi sento parte dei pezzi, non li sento miei capisci?>
<Si e come se ti capisco> gli dico stendendomi sul letto e guardando il soffitto con le mani sulla pancia. <Però non è così. Sei tanto bravo e ti assicuro che spacchi quando sei al centro dello studio. È tutto nella tua testa.> Chiudo gli occhi e mi sistemo meglio <questo mondo è un po'come i vestiti: se ti senti a tuo agio con quello che indossi di conseguenza ti sentirai a tuo agio con te stesso e lo farai credere e vedere anche agli altri. Viceversa è, invece, se non ti piace quello che indossi, ti vedrai una cacchetta e allora anche gli altri lo cederanno. Tutto sta nel come ti poni. In poche parole non sono ammessi brutti pensieri.> Termino, rendendomi conto che questo discorso potrebbe valere anche per me.
<In poche parole come te> dice lui sembrando quasi mi leggesse nei pensieri. Decido comunque di fare la finta tonta.
<Come prego?> rido aprendo un occhio.
<Andiamo Sofia, lo sai anche tu che devi credere di più in te stessa>
<Beh quello lo devi fare anche tu>
<Non sembro sicuro?> Dice poi lui.
<Non ho detto questo, sul palco non lo fai a vedere ma devi farlo tu per te stesso. Lasciati andare, se vuoi staccarti dall'asta fallo, se vuoi camminare, se vuoi saltare fallo nessuno ti ferma. È il tuo momento e devi godertelo.>
Si gira nuovamente dall'altra parte a fissare il pavimento. Allorché decido di alzarmi e mettermi davanti a lui.
<Facciamo così, facciamo un patto: io proverò a non sminuirmi se mi prometti che da oggi in poi ci crederai di più e non ti sentirai meno di nessun'altro che sia in questa scuola o all'esterno intesi?>
Gli mostro il mignolo davanti alla faccia. Lui lo fissa senza dire niente.
<Intesi?> Insisto, facendomi più vicino.
Lui passa lo sguardo da me alla mano e viceversa per poi sorridere e abbracciarmi.
<Sai che sembri molto più grande della tua età?>
<Si lo so, me lo dicono in molti> me la rido io stringendolo ancora di più.
<Comunque è bello sentirti ridere, non lo fai quasi mai>
Cosa? Davvero? Mi stacco.
<Davvero?>
Deve aver notato il mio cambio di espressione.
<Non volevo offenderti>
Mi rilasso, non voglio rattristirlo con i miei complessi.
<No non l'hai fatto> gli rispondo con un sorriso. <L'importante è che tu ti senta meglio>
<Sicura?>
<Ma va', certo non preoccuparti. Adesso andiamo di là dai> termino alzandomi e andando alla porta.

Il Sogno Di Una Guerriera || CRICCADove le storie prendono vita. Scoprilo ora