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Emmet

Ci fermammo solo quando arrivammo al centro della foresta per evitare il più possibile turisti ed escursionisti, la fissammo tutti molto curiosi a scoprire la sua prossima mossa. Io, Jasper e Stefan la circondammo lasciandole scoperta la visuale davanti a se. "Hai mai cacciato un animale?" le sussurrai cercando di capire che esperienza avesse e quando si girò velocemente verso me e i miei fratelli ci guardo e "Insegnatemi" ci disse decisa, facendoci sorridere. Siccome nessuno si mosse o parlò lo feci io, posizionai dietro di lei e cominciai a guidarla. "Chiudi gli occhi...Cosa senti?" le sussurrai facendo a mia volta le stesse cose. Sentii il bagolare di un gufo, il guaire di una volpe e il bramito di un cervo, ma Lou non si nutriva da molto tempo e un cervo non sarebbe bastato a saziarla. Ad un certo punto sentii dei passi pensanti molto familiari, poi un ruglio e cominciai a sorridere. "Iniziare con un orso non è il massimo Emmet" interruppe la mia concentrazione Edward, che ci aveva raggiunti subito dopo aver portato Bella da Charlie. "Edward fatti gli affari tuoi" gli risposi velocemente " quello è per me" finii la frase sorridendo. In quel momento anche Lou che aveva tenuto gli occhi chiusi per concentrarsi fino ad allora sbarro gli occhi e cominciò a correre alla sua destra. "Ma che le prende" disse Esme spaesata e guardando Edward e poi me. " Ha trovato un puma a 12 Km da qui, quasi al confine con i Quileute" rispose mio fratello sentendo i suoi pensieri. "A quanto sembra abbiamo un segugio in famiglia" affermò Carlisle e cominciammo a correre seguendo la debole scia che aveva lasciato a causa della sua velocità. Quando arrivammo a qualche passo da lei aveva già azzannato la sua preda ma non eravamo gli unici spettatori, dall'altra parte del fiume c'era il branco che la fissava, tra loro c'era chi era spaventato, chi arrabbiato e c'erano addirittura lupi che ammiravano la sua bravura nella caccia. Appena fu sazia lascio a terra il corpo prosciugato dell'animale e si girò verso di me sorridendomi, ma appena sentì la presenza del branco alle sue spalle la sua espressione passo dall'essere orgogliosa di se stessa al panico più totale, si girò velocemente e si mise in posizione d'attacco fino a che Carlisle non prese parola. "State tranquilli è stato solo un malinteso, è stata trasformata da poco ed è venuta da noi per imparare a controllarsi quindi non sa del nostro patto" spiegò alla tribù, tranquillizzando Lou. "Non succederà più ora ce ne andiamo" li tranquillizzo, non vedendoli convinti. "Lou, dobbiamo andare" le dissi e vedendo che non accennava a muoversi mi avvicinai a lei. "Non hai infranto il nostro patto e non sei dalla loro parte di territorio quindi non possono farti del male, andiamo a casa" la tranquillizzai e provai ad avvicinare le nostre mani ma guardandola negli occhi come per chiederle il permesso, quando tolse la sua concentrazione dal branco e afferrò la mia mano la accompagnai velocemente dietro la mia famiglia. "Stai bene?" le domandai "Chi sono quelli?" chiese sviando la mia domanda. "Te lo spiegheremo ma ora torniamo indietro" le disse Jasper avvicinandosi ad Alice per poi correre di nuovo verso casa seguiti da tutti. "Andiamo?" le chiesi di nuovo, e senza che mi rispondesse seguimmo gli altri.

Lou

Appena tornammo in sala lasciai la mano di Emmet e mi diressi nella stessa poltrona dove ero seduta prima, risedendomi e guardando le mie scarpe dalla vergogna. "Sei stata brava... non è facile controllarsi durante la caccia, neanche per noi che lo facciamo da decenni "mi disse l'uomo con i capelli avorio. "Chi erano?" chiesi soltanto continuando a guardarmi le scarpe. "Loro sono i Quileute, una tribù locale, nel sangue hanno il gene della licantropia" appena ebbi sentito quelle parole alzai lo sguardo e guardai l'uomo che aveva appena parlato. "Oddio... e io stavo per infrangere un patto fatto con loro?". Questa volta a parlare fu Alice "Non lo avresti mai fatto, l'ho visto" sentendo quelle parole mi tranquillizzai. "Non possiamo incolparti per quanto successo, anzi sono soltanto sorpreso dal tuo comportamento" disse Jasper unendosi al discorso. "Bene, è stata una giornata intensa direi che è ora di farti vedere dove starai, se deciderai di restare" disse Carlisle e Esme piena di entusiasmo che mi corse in contro accompagnandomi al piano di sopra ma prima di salire le scale mi girai e guardai Emmet, quando incontrai i suoi occhi mi stavano già guardando e dissi "Grazie" e poi passai gli occhi su tutti quanti "Grazie a tutti". E seguii Esme su per le scale. Lei mi accompagnò in un corridoio luminoso e si avvicinò ad una porta spalancata e ci si fermò davanti. Appena guardai dentro la stanza rimasi senza fiato. C'era un enorme libreria con diversi volumi molto rari e rilegati in pelle, un bellissimo divanetto giallo e un giradischi d'epoca, tutto illuminato da un'immensa finestrata. "Non è molto, ma è quello che possiamo offrirti ora" affermò Esme con un sorriso gentile ma quasi non la lasciai finire di dire la frase che le dissi  "E stupenda! Anzi perfetta". Non aspettai altro tempo e mi fiondai sulla libreria mentre Esme continuò a parlare "Questa camera è davanti a quella di Rosalie e Stefan e sulla destra quella di Alice e Jasper, dall'altra parte del corridoio ci sono quelle di Emmet e quella Edward che da quando ha conosciuto Bella non usa più molto". Udendo il nome della vampira bionda mi girai verso la donna alla mia destra. "Ho fatto qualcosa che possa aver turbato Rosalie?" domandai curiosa. "Oh no tesoro, è che ha un passato davvero turbolento e non accetta ancora di essere quello che è. Solo che ogni volta che entra un nuovo neonato nel clan le ricorda la sua trasformazione e il dolore che ha dovuto provare, quindi non è colpa tua, deve solo abituarsi alla tua presenza" mi racconto velocemente "Va bene ti lascio stare, ambientati" disse velocemente per poi lasciarmi sola.

Iridi rosse | Emmet CullenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora