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                                                                                              Lou

"Si può sapere che avevi in testa?" cominciai ad urlare dietro al moro una volta entrati in casa. "Quella stronza si prendeva gioco di te! Ti ha trasformato lei Lou! Ti ha distrutto la vita!" ribatté Emmet facendomi diventare tutto ad un tratto triste. Mi ricordai della mia famiglia, di mia madre che da 3 anni ormai non c'era più, la sua assenza aveva creato una voragine incolmabile nella nostra famiglia. Mio padre dopo la morte di mia madre aveva cominciato a bere pesantemente, dandomi la colpa della sua morte, definendomi un inutile parassita e talvolta colpendomi fino a farmi cadere a terra. Gli occhi provarono a riempirsi di lacrime ma non ci riuscirono. Mentre guardavo a terra e una rabbia incontrollabile cominciava a liberarsi in me. "Tu non sai nulla di me! Lei mi ha salvata dalle torture di mio padre ma voglio ucciderla per quello che ha fatto alla mia sorellina" sbottai lasciando tutti senza parole per poi correre a rifugiarmi in camera mia. Pensai alla mia sorellina, a quello che le avevo fatto e a quello che sarebbe potuto succedere su non avessi deciso di scappare con lei quella sera. Ero un assassina e questo non sarebbe mai cambiato.

                                                                                         Emmet

"Non seguirla, dalle tempo" mi consiglio mio fratello. Ma come mio solito non gli diedi retta. Seguii il suo dolce profumo fino alla sua camera e senza bussare entrai, la stanza era vuota ma la grande vetrata davanti a me era spalancata " Déjà-vu" sussurrai per poi avvicinarmi lentamente alla vetrata sedendomi a terra. Lei era seduta su un ramo davanti a me e non si accorse subito di me a causa della rabbia. Ma quando si calmò e il suo respiro divenne regolare come prima, mi punto con lo sguardo. "Che ci fai qua?" mi sussurrò sapendo che potevo sentirla anche se era distante. "Mi dispiace per prima, hai ragione io non so nulla" dissi anche io a bassa voce. Subito dopo aver finito di parlare me la ritrovai affianco senza accorgermi. "No, non puoi sapere qualcosa, non se io non ne parlo." questa frase usci dalla sua bocca in un dolce sussurro e si appoggiò alla mia spalla. "Sai Emmet, prima ho detto che Victoria mi ha salvato perché mio padre era un alcolizzato, quando tornava a casa dal bar e mi trovava fuori da camera mia mi prendeva mi portava sul divano poi mi riempiva di botte, insultandomi dicendo che se mia madre era morta era mia la colpa e per questo dovevo subire" mi spiego lei ma sentivo che doveva ancora finire, cosi le lascia altro tempo. "Della notte in cui Victoria mi ha trasformato non ricordo nulla se non un dolore atroce e che ero scappata da casa mia perché la situazione con mio padre non era più sostenibile, con me c'era la mia sorellina." ascoltai interessato e gli chiesi e poi le chiesi "Vuoi raccontarmi meglio cosa successe quella sera? " mi guardò e fece un sorrisetto. "Non devi fare finta che ti interessi..." sussurro lentamente. "Non sto fingendo! Voglio solo che tu ti senta capita" dissi io quasi offeso dalla sua insinuazione facendola ridere di gusto ma poi decise di confidarsi. "Mia madre morì 3 anni fa, di leucemia. La notte in cui Victoria mi trovò mio padre rientrò a casa con una bottiglia di Gin vuota in mano e la prima cosa che fece quando mi vide fu lanciarmela contro. La sua motivazione fu che la somiglianza con mia madre era troppa e meritavo di morire, come lei. Quindi essendo maggiorenne scappai portando con me la mia sorellina. Saremmo riuscite a scappare se non fosse stato per lei" Divenni tutto d'un tratto triste ma continuai a parlare "Eravamo quasi arrivate alla stazione dei bus ed era deserta, quando da un angolo spuntò una donna con i capelli rossi fuoco". "Victoria" disse lui interrompendomi, io annuii e proseguii. "Le chiesi informazioni per il nostro bus ma non feci nemmeno a tempo a chiederle quello di cui avevo bisogno che stavo già a terra a fianco a mia sorellina, ricordo che era terrorizzata. Mi scuoteva mentre mi contorcevo dal dolore e mi chiedeva cosa stesse succedendo. Non so quando durò la mia trasformazione ma lei era ancora a fianco a me quando mi sono svegliata...". Quando capii mi avvicinai e gli sussurrai  all'orecchio "Non avresti mai potuto controllarti Lou". Si allontanò da me dopo aver sentito le mie parole mi rispose. "Lo so, per questo devo ucciderla. Lei l'ha lasciata lì come un esca, l'ha lasciata lì per togliermi tutte le cose belle che mi legavano a quel mondo. Lei mi ha fatto uccidere mia sorella per rendermi debole. Ma la prossima volta non lo sarò" Finì di parlare invasa dalla rabbia e dal rimorso ma quando si girò trovò una persona che non pensava fosse un mostro ma che la capiva. "Quando dico che lei mi ha salvato, dico che il suo morso mi ha portato a voi" sussurrò ancora guardandomi.

Lou

 A distrarci dal nostro contatto visivo fu il rumore di una porta che sbatteva, quindi tornammo in salotto per vedere cosa fosse successo. Era stato Edward che ora stava in piedi dietro a Bella che era seduta sul divano del salotto dei Cullen. "Siete tornati!" Dissi avvicinandomi a Bella per abbracciarla ma Edward si mise in mezzo.  "Ha già abbastanza problemi non le serve essere strozzata dall'abbraccio di una neonata " ma Bella non ascoltandolo venne ad abbracciarmi ed io ricambiai. " Lei non mi farà del male, lo sai anche tu". Facendo finta di non ascoltare lui cambiò argomento "Qualcuno ha fatto irruzione in casa di Bella, ha lasciato una traccia ma non la riconosco, quindi escluderei Victoria ed i Volturi". Carlisle che fino ad ora aveva ascoltato disse" Dovremmo fare dei turni per controllare Bella" ma venne interrotto da Rosalie "Ancora?" "Rosalie" la rimproverò Esme ma Bella sospirò prima di parlare. "Ha ragione lei, non potete stare con me, controllare Charlie e sfamarvi". "Non esiste non ti lascerò da sola"  sbotto il suo ragazzo che aveva provato a trattenersi. "Ma non sarei da sola".

Iridi rosse | Emmet CullenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora